2002 settembre 15 Donne. Lietta Tornabuoni

DOMENICA 8

Donne

Lietta Tornabuoni, giornalista:”Il potere resterà sempre poco importante per chi non lo desidera”.
(da “L’Espresso”)
Lara Flynn Boyle, attrice americana:”Io sono contro la chirurgia plastica, altrimenti mi sarei rifatta
il seno, quasi inesistente. Ma mia madre mi ha sempre avvertito:”Guarda quelle donne
bellissime:Katharine Hepburn, Grace Kelly. Nessuna aveva un gran seno!”.Io credo che gli uomini
di Los Angeles non sappiano neanche come siano due tette vere”. (da “Io”)
Marguerite Duras, scrittrice francese,1914-1996:”Sono stremata di desiderio”. ( da “L’amante”,
biblioteca di Repubblica)
Virginia Woolf, scrittrice inglese,1882-1941:”Si avvolse lo scialle verde attorno alle spalle. Era di
tale bellezza, disse, cominciando subito a parlare del giardiniere; era così terribilmente bello, che
non poteva licenziarlo”. ( da “Gita al faro”, biblioteca di Repubblica)

LUNEDI’ 9

Gli esempi

Fare il medico significa curare. Se, dopo che la scienza medica ha provato tutto il male che fa il
fumo, un medico si mostra ancora mentre fuma, il suo messaggio personale ridicolizza la
professione di 340 mila medici italiani.
Come dire: abbiamo scherzato. Oppure: sì, fumare fa male ma non esageriamo. O, peggio
ancora:vale per te, ma non per me. E anche:predico bene ma razzolo malissimo. Se non banalmente:
chi se ne frega.Quando poi un medico fumasse in ospedale, in ambulatorio o in clinica,
infrangerebbe non un divieto ma il pudore.
E’ importante che l’Ordine professionale abbia invitato i medici “a dare il buon esempio”. Avrebbe
forse dovuto aggiungere un tassativo “finalmente”.
Parecchi anni fa il prof. Umberto Tirelli, del centro oncologico di Aviano, mi raccontò di aver
smesso di fumare subito dopo un congresso mondiale a Houston, dove si sentì come un verme per
aver acceso una sigaretta al bar durante la pausa dei lavori. Si vide osservato con tale disistima dai
colleghi medici che decise di passare per sempre tra i non-fumatori. E non si è mai pentito.
Non sta dando invece un buon esempio il Friuli-Venezia Giulia. Avendo il governo abbassato da
0,8 grammi/litro a 0,5 il tasso alcolemico consentito nel sangue di chi guida, il consiglio regionale
ha approvato all’unanimità (presenti 20 consiglieri su 60) un ordine del giorno che invoca il
ripristino del valore più tollerante.
Personalmente sono convinto quanto i friulani che il vino sia una cultura oltre che una bevanda, ma
i morti sulle strade sono una tragedia non una scampagnata. Perché tutti possano bere in libertà e
letizia, basta che resti sobriamente nei limiti – due bicchieri di vino – il solo guidatore.
Così si potrà perfino dire:In vino securitas.

MARTEDI’ 10

Faraoni

L’Egitto dei Faraoni, in stupenda mostra a palazzo Grassi a Venezia, fu il primo vero Stato con la S
maiuscola, organizzato e strutturato. Di faraonico, nello Stato italiano, è rimasto oggi soltanto il
debito

MERCOLEDI’ 11

America

Per me l’America è una jeep che si ferma sotto casa, in piazza a Paese, a pochi chilometri da
Treviso.Mio padre, che era segretario comunale, ci disse:”State buoni, adesso è tutto finito.” Io
avevo sette anni, il terzo di quattro figli.
I tedeschi si erano ritirati dopo aver smontato la loro mitragliona anti-aerea piazzata in mezzo all’
orto. Con l’arrivo degli americani era come se fosse arrivata la fine della guerra, e guardando dalla
finestra anch’io vedevo una cosa: che in piazza la gente era tutta contenta.
Requisirono al pianterreno della nostra grandissima casa comunale le stesse stanze occupate prima
dai tedeschi. Fin da bambino, mi restano due sensazioni forti.
I tedeschi erano soldati, gli americani mi apparivano amici. E poi i tedeschi avevano solo le armi,
gli americani tutto: per me, la loro diversità era buona come la cioccolata che facevano fuori in gran
quantità. O poteva essere respirata nell’aria con l’aroma carnale delle loro sigarette.
Durante gli anni della guerra, uno zio teneva nel cassetto del comodino tutta l’attrezzatura per farsi
dei sigari magri,corti, duri e scuri. Al confronto con le Chesterfield, ne ricordo l’odore autarchico,
rurale,da trappisti.
Il mio primo giocattolo furono le jeep parcheggiate in giardino. Ero sicuro che gli americani
avessero vinto la guerra per merito di quelle macchinette tutto fare, che non avevano paura di nulla .
Non potrò mai essere anti-americano, mai. Un giorno ne parlavo con Arrigo Cipriani, lo storico oste
di Venezia e di New York, e lui concludeva:”Abbiamo troppi ricordi per permetterci il lusso di
esserlo.”
Per me l’America resta sempre il nemico che per fortuna ha vinto la guerra contro l’Italia.E’ il solo
nemico amato come un fratello che ti salva. Senza gli Stati Uniti, un bambino europeo avrebbe
avuto soltanto un avvenire: Hitler o Stalin, il lager nazista o il gulag comunista.
Quando Charles Dickens, il mitico romanziere inglese di Davide Copperfield e di Oliviero Twist,
fece un viaggio in America fu colpito da due cose. Là non esisteva dispotismo e , per trovare
lavoro, bastava chiederlo.
Se al liceo mi scoprii liberale, lo dovevo alla lettura casuale di un libro usato di Pietro Gobetti e
alla pubblicazione a dispense delle prediche inutili di Luigi Einaudi ma anche a una edizione a
metà prezzo della rivoluzione americana, avventurosa né più e né meno che come il Far West di
Tom Mix.
Quella degli Stati Uniti era la prima Costituzione al mondo che parlava dei diritti del cittadino.
Parlava anche di me, in parole povere, senza alcun “ismo” in camicia bruna,rossa o nera.
Da allora, dell’America vedo prima la statua della Libertà e poi il Pentagono. Prima un militare di
nome Marshall che ci sfama nel dopo guerra e poi i marines.
Prima un Paese con centinaia di fedi religiose senza una sola chiesa di Stato e poi la super
Potenza. Prima le sue grandi guerre giuste e, dopo, le sue guerre discutibili o sbagliate.
Quasi nessuno ricorda che, durante la prima guerra mondiale, gli americani persero in un solo anno
e mezzo sul fronte francese 116 mila uomini, più del doppio che in Vietnam. E del Vietnam furono
proprio il cinema americano, il giornalismo americano, la letteratura americana a raccontare gli
errori/orrori.
La libertà e la democrazia sono minoritarie nel mondo; per questo circola tanto sentimento anti-
americano . Il fondamentalismo islamico non combatte la fame dei diseredati ; combatte una civiltà
laica incessantemente occupata a ridiscutere a fondo a se stessa ma sempre con una mano sulla
bandiera.
Lo fa in queste stesse ore, di fronte al drammatico che fare? con Saddam Hussein.E’ questa
l’America di sempre, una democrazia molto speciale anche all’obitorio dell’11 settembre 2001, con
vittime di 91 nazionalità in un solo luogo. Un grande Paese, né isola di Utopia né tanto meno
impero del Male.

Il prof.Arthur M. Schlesinger era il più ascoltato collaboratore del presidente democratico Kennedy,
al quale consigliò ad esempio di favorire nell’Italia degli anni ‘60 l’incontro della Dc e del
socialista Pietro Nenni nel centro-sinistra.Questo illuminato studioso spiegava la ciclica alternanza
di potere e l’incessante riformismo dell’ America con questa immagine:”Siamo riformatori in
primavera e l’estate; ci atteniamo all’antico in autunno e inverno.Siamo riformatori al mattino,
conservatori la notte.”
Qualche secolo fa, quando imboccarono il fiume Hudson, i primi esploratori olandesi comperarono
dagli indiani l’intera isola di Manhattan per 25 dollari di oggi, meno di 50 mila lire. Dopo
l’abbattimento delle Due Torri, Manhattan non ha più prezzo né civile né militare né umano:fa
ripartire tutt’altra storia dell’America.
E io non mollo la mia jeep, che arriva sotto casa con la cioccolata e con la libertà visibili anche a un
bambino.

GIOVEDI’ 12

Il poliziotto

Eravamo a Venezia quando la notizia della morte di Arnaldo La Barbera fu comunicata al cellulare
di Ennio Fortuna, già procuratore capo a Bologna e Firenze, oggi ai vertici della magistratura in
Veneto. Chiuso il telefonino, Fortuna sussurrò intristito :”E’ morto il miglior poliziotto d’Italia.”
Lo ricordo anch’io così. Il commissario, più che il questore o il prefetto La Barbera. L’uomo di
strada, non di scrivania. L’investigatore con un unico semplice chiodo fisso nella vita: liberare la
gente dai criminali
Un giorno, ne sono sicuro, qualcuno intitolerà al coraggio la sua biografia di poliziotto.

VENERDI’ 13

La tangenziale

Il ministro delle Infrastrutture ha congelato un po’ di opere pubbliche perché le casse dello Stato
piangono. Presidente Galan, e la tangenziale di Mestre? Non è che il buon Lunardi…
Occhio, governatore.

SABATO 14

La citazione

Alberto Ronchey da “Diverso parere”, Mondadori.

“Dove può scoppiare oggi, 1981, una guerra? Senza dimenticare le battaglie tra cambogiani e
vietnamiti, la guerriglia ormai cronica sul massiccio afghano, le tensioni e i terrorismi di
quell’America centrale che i governanti di Washington considerano “area balcanica” o “campo
magnetico” dell’emisfero, i più pericoli focolai conflittuali sulla scena internazionale sono il Golfo
Persico, il triangolo Libia-Egitto-Sudan, la Polonia.
Non che una vera guerra calda sia ineluttabile in queste nevralgiche regioni del mondo; ma è
possibile, mentre la seconda guerra fredda continua tra sovietici e occidentali.Nemmeno è semplice
prevedere quale detonatore darà fuoco alle polveri, e dove; ma se un’esplosione avverrà, sarà
seguita forse dall’eco pressoché immediata di altre esplosioni.
Ma il giorno in cui l’Urss potesse controllare il Golfo Persico,”ventre petrolifero del pianeta”, con
facoltà di largire o negare i rifornimenti di petrolio secondo la politica estera d’ogni singolo
governo, quale sarebbe anzitutto la sorte della ‘piccola Europa’?”