2002 dicembre 15 Donne. Roberta Potrich

2002 dicembre 15

DOMENICA 8

Donne

Roberta Potrich, 28 anni, di Rovereto, modella per grandi firme mondiali:”Posare nuda, certo, le
foto, le critiche, le emozioni, bello, tutto bello. Ma un’emozione che mi rimarrà dentro per sempre è
di qualche anno fa, quando ho posato a Venezia, sui ponti, nella nebbia, al mattino presto e sul far
delle sere di un autunno più uggioso del solito. Lì mi sono lasciata trasportare da questa città
irripetibile.” (dal “Trentino”)

LUNEDI’ 9

Ragazzi/1

Il 70 per cento dei ragazzi italiani dichiara di temere più di tutto la “sofferenza interiore”. E’ la
prova che sono in gamba.

MARTEDI’ 10

Ragazzi/2

Tra il regalo di Natale e i soldi equivalenti, il 55 dei ragazzi preferisce i secondi. Consumano in
proprio.

MERCOLEDI’ 11

Isole

Prendete un territorio grande esattamente come la provincia di Padova (2.100 e rotti chilometri
quadrati) con la stessa popolazione della provincia di Vicenza (700 mila e rotti abitanti) e la densità
della provincia di Venezia (300 e rotti abitanti per chilometro quadrato). Metteteci sopra un bel po’
di boschi, di palme da cocco e di fertili colture di cacao e vaniglia; spruzzate il tutto con il rhum di
produzione locale , e avrete le Isole Comore che sull’ atlante dell’Oceano Indiano sono nient’altro
che tre puntini africani di origine vulcanica all’altezza del Mozambico.
Il tipo di regime piacerebbe a Berlusconi perché presidenziale, ma il governo robustamente
federale sarebbe un gusto per Bossi dato che ogni isola ha un suo autonomo presidente. Il Veneto
che per anni ha sognato il modello bavarese, catalano o scozzese, forse si accontenterebbe ora di
una regione comoriana.
Le isole furono scoperte da un inglese e colonizzate dai francesi anche se la parola che conoscono
meglio è spagnola: “golpe”, prodotto tipico come l’aloe. Da quando, nel 1975, sono diventate
indipendenti, le Comore hanno assistito a una ventina di colpi di stato militari, probabilmente un
record mondiale.

Fatti loro, esotismo politico, direte. Non fosse che – secondo l’inchiesta della magistratura –
l’ultimissimo golpe della serie era in corso di preparazione a Verona! Dall’Adige all’Oceano
Indiano, tutto compreso, trame e Amarone, armi e Pandoro, Aida e parà con il colpo in canna.
Ora, è vero che i veneti prima sono stati emigranti globali, poi hanno esportato di tutto ovunque e
adesso hanno la delocalizzazione d’impresa in corso. Non conoscono confini, voglio dire, sono un
popolo di mondo.
Ma nemmeno lo scrittore Emilio Salgari avrebbe mai potuto immaginare che, giusto un secolo
dopo le avventure di Sandokan, nuovi impensabili Corsari Neri mercenari sarebbero partiti proprio
dalla sua città per andare a farsi alle Comore un bel golpe su ordinazione . “Gita” a dire il vero é la
loro rassicurante parola d’ordine usata per sviare i sospetti, come risulta dalle intercettazioni della
Digos.
Un indagato di Trieste telefona che con il golpe si possono prendere 29/30 milioni a testa all’anno.
L’interlocutore ne prende atto volentieri:” Già, buttali via.”
Ho un sospetto. Che non fosse il classico golpe a pagamento.
Era più che altro un secondo lavoro da export, un lavoretto esentasse estero su estero. L’ultimo
sommerso del Nordest, un fai da te mercenario nella città di Giulietta e Romeo.

GIOVEDI’ 12

Rai/Biagi

Enzo Biagi ha detto no alla Rai. Ha rifiutato di spostare la sua trasmissione “Il fatto” dal tg1 al tg3,
dalle venti e trenta alle 18 e 53. “Per motivi personali”, ha spiegato il giornalista-scrittore
bolognese, classe 1920.
Nei suoi panni avrei detto no già da un pezzo, ma non per l’orario o per il palinsesto. Per tutta una
serie di piccole grandi umiliazioni appunto “personali”: chi glielo faceva fare di insistere?
Finalmente ha disertato una telenovela tutta di corridoio.
A 82 anni poi deve essere molto bello poter pronunciare dei dignitosi no senza battere saggiamente
ciglio. E senza invocare, come fa il conduttore Michele Santoro, patetiche “piazze” popolari a
sostegno.
Il “Fatto”, più che di Biagi, era della sua sfilza di ospiti. Indro Montanelli amava parlare in proprio;
Biagi, tutt’altro genere di giornalista, è curioso soprattutto di ascoltare gli altri. Gli archivi parlano
chiaro; durante l’ultima edizione del “Fatto” Biagi ha ospitato nella sua trasmissione 22 politici
delle istituzioni, 39 del governo, 51 dell’opposizione e del sindacato.
Tutte le battaglie sulla televisione sono ipocrite. Più si parla di qualità, più s’intende potere, ed è
sempre stato più o meno così. Lo stesso mitico “pluralismo” delle idee allude a quote di influenza
politica; sono idee che camminano con le gambe dei governi.
Ci sono altri due dati che fanno molto pensare. Su un totale di 834 puntate, piacesse o no, Biagi
faceva una media di circa sei milioni di spettatori, che sono un bel successo anche di tenuta nel
tempo.
Sennonché, nei due mesi di programmazione al posto del “Fatto”, quella nullità di trasmissione che
a mio parere era “Max & Tux” ha collezionato a sua volta un ascolto medio di ben 5.741.441
telespettatori! Al posto di Enzo Biagi, mi sentirei rattristato soltanto da questo confronto di numeri
nudi e crudi.
Gli italiani hanno esattamente la tv che si meritano, Biagi o Tux per noi pari sono. I politici di turno
c’entrano poco o nulla.

VENERDI’13

Rai/Monica

Ricordate Monica Lewinsky? Come no, la pomiciona di Bill Clinton, la cordiale studentessa
stagista che rischiò di diventare sessualmente la stragista della Stanza ovale, ribattezzata “Oral
room”. A momenti gli americani bacchettoni buttavano fuori dalla Casa Bianca il loro potentissimo
presidente per una sua debolezza da garzone.
Per un biglietto d’aereo Washington-Roma e venti milioni di lire, compenso da fiera della angurie,
la signorina Monica è stata appena invitata a “Domenica In”, che da telespettatore non ho mai
frequentato ma che mi dicono essere un contenitore dove c’è “un po’ di tutto”. Se così fosse, non
c’era trasmissione più su misura per la bambolona di Clinton. Varia umanità e qualche prurito da
pomeriggio senza impegno.
Di opposto parere il prof. Baldassarre, presidente della Rai, molto preoccupato che “le famiglie e i
minori” italiani potessero vedere “un siffatto personaggio”, cioè la Lewinsky bocca di rosa. Forse
qualche funzionario a disposizione del consiglio d’amministrazione più mutilato della storia della
Rai avrebbe dovuto segnalare al presidente almeno un paio di avvertenze.
Intanto, i minori preferiscono le trasmissioni sportive a Mara Venier. E , soprattutto, miss Monica
non poteva aggiungere oggi una sola sillaba né un’occhiata né un centimetro di pelle a quanto già
conoscevamo di lei. Perché, grazie alla Rai, della Lewinsky è stato trasmesso a suo tempo di tutto e
di più per ore, giorni, settimane, mesi, frugando nelle sue cose almeno quanto nella casa
dell’assassinio di Cogne.
Il suo bacio a Clinton, tra la folla, ha esaurito la nostra moviola di Stato. Nemmeno i gol mondiali
di Ronaldo ottennero tanto.
Mai re è stato più nudo di Clinton, nel nome dell’orgasmo globale. Mai donna , più della Lewinsky,
ha messo a verbale in mondovisione anche i sospiri della moquette.
Per le imperturbabili famiglie italiane di Domenica In, “siffatto personaggio” era persino banale.
Semmai consumato, trito e ritrito, anzi deludente perché impossibilitato a rievocare tutti quei bei
retroscena che fecero con strepitoso successo di pubblico e di critica il giro hard di un mondo di
guardoni, complessati, moralisti e fintoni.
L’ideale di Domenica In è Giulio Andreotti, in fondo.

SABATO 14

Economia

Il Veneto ha 497.992 imprese. Una sola grande fabbrica senza la Fiat.

——————
(citazione a parte)

Emanuele Severino da “Téchne.Le radici della violenza”, Rizzoli.
“ ‘Autorità’ è innanzitutto capacità di farsi credere… D’altra parte, il compito della Chiesa non è
mai stato così difficile – e la sua autorità così instabile e discussa – perché oggi le masse vanno
sempre più prestando fiducia alla tecnica e all’organizzazione tecnologica della società. I miracoli
oggi avvengono al di fuori e non all’interno della Chiesa e la forza dei miracoli tecnologici persuade
le masse ben più che il ricordo sbiadito dei miracoli evangelici.
Anche la tecnica è soltanto una fede, ma sembra che le promesse della tecnica possano essere
mantenute molto prima delle promesse dei Vangeli. E le moltitudini credono ormai soltanto al
mantenimento immediato delle promesse.”