1995 ottobre 13 …Ma questo è problema solo suo

1995 ottobre 13 – La Liga non si separa da Bossi di Paolo Bampo Presidente Commissione Difesa
Camera dei Deputati

Caro Direttore,

abbiamo già tanti nemici interni ed esterni che cercano di mettere il Veneto in cattiva luce presso
Bossi. La prego di non alimentare il rischio di contrapposizioni interne. Nel Suo fondo di domenica,
quasi perfetto nella sostanza, si rileva chiaramente un’affermazione pericolosa e tutta da verificare
sui rapporti tra Liga Veneta e Bossi.

Solo Bossi, per ora, è riuscito ad individuare che la strada giusta è risolvere i nostri problemi
attraverso un preventivo, diverso assetto della struttura politico-amministrativa dello Stato, prima di
giungere alla riforma federalista.

Per ottenere giusta autonomia, corretto autocontrollo nella gestione delle risorse e autodeterminazione
non basta sbandierare la parola “federalismo”, né è sufficiente nascondersi dietro una presunta, attuale
supremazia del Nordest nello sviluppo economico; è necessario individuare un percorso comune con
il Nord Ovest, per forza e per sempre nostro partner indispensabile ed obbligato.

Oggi assumono maggior consistenza le velleità dei comuni che chiedono di passare ad altre provincie,
di provincie che chiedono autonomie a statuto speciale, nonché di regioni che reclamano diritti tanto
legittimi, quanto impossibili senza una riforma costituzionale. Ma tutto questo scomposto, seppur
apprezzato agitarsi non fa che allontanare il traguardo.

Proprio per le stesse ragioni citate da Lago, la Lega nel Veneto non può che essere con Bossi che
dovrebbe invece diffidare maggiormente di chi, utilizzando il suo nome, crea false aspettative di
particolari autonomie
locali con fini di demagogia pre-elettorale. Fortunatamente, dopo
l’oscurantismo del periodo Rocchetta/Marin, il Veneto ha ora in Comencini una guida all’altezza
della situazione e, soprattutto, perfettamente in linea con la politica federale.

La Lega nel Veneto non corrisponde al modello disegnato da Lago ed è quindi pericoloso, oltre che
non vero, generalizzare dicendo che noi la pensiamo in maniera opposta da Bossi. Oggi per tutti, e
non solo per la Lega, è indispensabile che i leghisti abbiano atteggiamenti univoci e allineati,
altrimenti il clamore che suscitano le disordinate grida fuori dal Coro (autonomia speciale per alcune
provincie o Lega del Nordest o migrazioni di comuni ad altre provincie o regioni) non fanno che
aumentare il disorientamento con il rischio poi di non far cambiare più nulla.

On. Paolo Bampo Presidente Commissione Difesa Camera Dei Deputati

1995 ottobre 13 – …Ma questo è problema solo suo

Caro Onorevole,

negli anni scorsi ho presentato più volte libri di Giovanni Spadolini, gli uomini che fecero l’Italia,
Gobetti…che fu anche il mio grande amore fin dalla prima liceo. Un giorno a Brunico, discutendo di
Risorgimento e di Unità d’Italia, Spadolini disse rivolto al pubblico: “Il mio amico Lago è un po’
leghista”.

Presidente – risposi – se intende federalista, lo sono dalla testa ai piedi.

Ma – ribattè Spadolini – dobbiamo preservare l’unità del nostro Paese”.

Davanti a un pubblico che sull’autonomia aveva il palato finissimo, aggiunsi: caro presidente, l’unico
modo per non sfasciare l’Italia è di riformarla, salvare lo Stato riducendo radicalmente i suoi poteri,
rifondare il senso dello Stato con uno Stato che assomigli sempre meno a quello che rappresenta
soltanto sè stesso. Una macchina, non più un ideale.

Onorevole Bampo, da sempre sono di quell’idea e temo che non la cambierò più. Dipendesse da me,
immaginerei il Nordest come la Catalogna, la Baviera o il Canton Ticino, ma mi piacerebbe un sacco
pensare anche al Galles o alla Scozia che, all’interno della Gran Bretagna, garantiscono il massimo
dell’identità e insieme il meglio dell’unità.

Ricorro all’eccesso storico per spiegarmi. Stando con i piedi per terra, credo che l’Italia abbia bisogno
urgente di scatenare dal Nordest alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia, il coraggio dell’autogoverno.
Ci andasse anche male, mai riusciremmo a funzionare peggio di questo sistema centrale, burocratico
e de-responsabilizzato.

Con un limite: ogni federalismo deve puntare a indebolire di poteri lo Stato proprio per tutelarne
l’integrità. In poche parole, amo questo Paese e voglio tenermelo così come sta, senza tagliarlo a fette.

E’vero che l’unità del nostro Stato è recente ma è anche vero – come ricordava Spadolini – che pochi
Paesi possono vantare l’unità della lingua dai tempi di Dante e San Francesco.

Forse mi sbaglio, on. Bampo, ma ho la netta sensazione che a Nordest, Lega compresa, prevalga a
stragrande maggioranza anche tra i sindaci questa cultura: svuotare lo Stato per tenere insieme l’Italia.
L’opposto della tentazione secessionista, sempre latente in Bossi.

Se dire questo significa indebolire Bossi nel Nordest, è questione che non mi riguarda minimamente.
Mai mi sono chiesto chi potessero in ipotesi favorire o danneggiare le mie opinioni. Mi creda.