1994 giugno 6 Lo Stato-dinosauro

1994 giugno 6 – Lo Stato-dinosauro

C’è in circolazione una miopia politica da far paura. Nessuno impara le lezioni, neanche se sbattute sul
muso dall’elettorato. Il quale, in rapidissima successione, ha fatto fuori Martinazzoli, Segni, Orlando,
Occhetto, la stessa Bindi per non parlare di La Malfa nonostante la ridondante presenza televisiva. Quelli
della prima Repubblica se la passano in tribunale, ma è andata male anche agli aspiranti traghettatori
della seconda. Per tenere testa ai tempi, devi possedere lucidità e velocità. O hai entrambe le qualità o sei
spacciato: a Bossi è venuta a mancare la prima, al Pds e al Ppi entrambe. Pochissimi si rendono conto
che bisogna lavorare contemporaneamente su due livelli, il governo e lo Stato. Con il primo accendi il
motore, con il secondo ti assicuri un lungo viaggio. I due che hanno le idee più chiare sono Berlusconi e
Cacciari, anche se non si assomigliano in nulla. Il fatto è che da presidente o da sindaco, l’imprenditore
e il professore avvertono la stessa insofferenza verso la «macchina». Che cos’è la macchina? La foresta
di leggi, la burocrazia senza responsabilità, le corporazioni pubbliche e sindacali, gli spazzini di Napoli
e i funzionari ministeriali. Ma, anche, l’orgia di politica allo stato puro, separata dagli strumenti e dai
mezzi per realizzarla. La macchina si è impadronita di chi sta alla guida, il potere è debole, tutti i poteri
lo sono oggi sia al centro che in periferia. Siamo ostaggio di leggi elettorali un po’ maggioritarie e un
po’ proporzionali, di Costituzione regionalista e di Regioni fallimentari, di partiti tradizionali e di
movimenti plebiscitari, di riforme parziali e di cultura politica tutta da reinventare. Qui s’inserisce con
prepotenza l’intuizione di Cacciari. Come sindaco, avverte di essere un manager dimezzato, per legge
troppo condizionato dal consiglio comunale. Come intellettuale, conclude che per servire meglio il
«cittadino cliente» lo Stato dovrà espropriare se stesso attraverso la rivoluzione federalista. Al centro o
in periferia, qualunque pratica di governo si scontra con la macchina di uno Stato che potrà essere
governato nel nome dell’efficienza soltanto smontando l’impianto centralista, fuori controllo. Berlusconi
governi per quel che può. Ma non sarà molto senza la grande svolta contro lo Stato dinosauro. Una svolta
che trasformerà anche la Sinistra in forza di governo.

6 giugno 1994