1994 luglio 1 Se i nuovi liquidano i nuovi!

1994 Luglio 1 – Se i nuovi liquidano i nuovi!

Qualcosa non funziona. Il vecchio sistema di potere è ancora grosso modo tutto al suo posto in enti
pubblici grandi e piccoli, ma a saltare è un consiglio di amministrazione in carica da un anno, scelto
in base a criteri professionali, per la prima volta sganciato dalle segreterie di partito!
Se il nuovo caccia il nuovo, mentre nella bonifica dello Stato ci sarebbe soltanto l’imbarazzo della
scelta, viene il sospetto che sia un po’ vecchio, almeno nei metodi. Un paradosso da mettere i
brividi.
Berlusconi è una soluzione plebiscitaria alla crisi italiana, presidenzialista ante-marcia,
personalistica. Non conta nulla Forza Italia, non conta niente la squadra di governo, finora hanno
contato soltanto lui e la sua immagine, il suo ottimismo, la sua imprenditorialità, il suo linguaggio,
il suo promesso decisionismo. Quindi, per coerenza, un leader obbligato a prendersi responsabilità
molto dirette, pochissimo delegate.
Allora, due considerazioni. La prima: con tutto quello che ci si aspetta sul piano economico, fiscale,
e della radicale riforma dello Stato, è mai possibile che il proprietario della Fininvest debba
cominciare a fare sfracelli proprio dalla Rai guidata da cinque eccellenti professionisti della stessa
levatura e scuola dei suoi più qualificati ministri? La seconda: su una questione tanto delicata come
l’informazione televisiva, perché chiedere tutto e subito al servizio pubblico senza sbattere
contemporaneamente sul tappeto il nuovo assetto da dare sia alla Rai che alla Fininvest?
Che il vecchio regime abbia saccheggiato a man bassa la Rai, contando su troppi giornalisti a caccia
di padroni politici, non è una buona ragione per umiliare oggi i tanti giornalisti che hanno subito per
anni quella violenza partitocratica. Berlusconi è il più bravo imprenditore televisivo che sia mai
apparso in Italia. Non solo. Anche attorno a sé conosce entrambe le razze di giornalisti, sia i servi
sia i professionisti dell’autentica informazione.
Risanare la Rai è un dovere di governo; sottrarla alle angherie di nuovi lottizzatori non lo è di meno.
Rifletta Cavaliere, prima di doversene pentire!