1993 ottobre 23 Cronache di fine regime

1993 ottobre 23 – Cronache di fine regime

Quando un sistema rovista nella sua merda, non resta altro che mantenere i nervi saldi. Alla fine ne
usciremo, magari dall’uscita di sicurezza, ma ne usciremo. Per adesso, tutti posiamo pretendere
fuorché il galateo della politica.
Le bombe d’Italia sono arrivate anche in Veneto. E’ toccato a Padova, poteva accadere altrove, lungo
la scia delle intimidazioni che accompagnano la rottura di ogni assetto di potere.
Distinguere tra criminalità e terrorismo non è poi così importante come si sforzano di farci credere,
visto che gli intrecci tra la prima e il secondo fanno oramai parte del nostro dopoguerra. Anzi, sembra
che proprio la confusione dei ruoli sia l’obiettivo degli attentati; lasciare che le ipotesi sopravvivano
tutte insieme, per moltiplicarne gli effetti.
Gli uomini dei tombini vivono la loro grande ora. Profittatori, sbandati, orfani di apparati, ricattati di
tutte le conventicole. Schegge, spezzoni, mitomani, sfruttatori, babbei, golpisti dell’orgasmo,
truffatori. Sono loro i veri padroni delle nostre pagine, dei telegiornali e dei giornali, da quando siamo
obbligati a fare le cronache di fine regime.
Con Nardi, risuscitano i morti. Con Moro, aggiornano i killer. Con le bombe, avvertono i vivi. Un
grande gigantesco depistaggio della realtà, dalla vita di tutti i giorni, dai problemi quotidiani, dalla
qualità della democrazia. Il passato usato per impedire il futuro.
Esercito nervoso? Certo, ma esiste in circolazione una sola categoria al riparo dal nervosismo? Sono
forse tranquilli i giornalisti o la Rai? La stessa magistratura sa che, per restaurare in fretta la legalità,
deve vincere tre ostacoli: gli scarsi mezzi di cui dispone, le collusioni di cui soffre, il logoramento
delle inchieste.
Altro che secessione! Il febbrone della Repubblica non distingue fra Nord e Sud nonostante i raptus
del prof. Miglio. Contro le bombe e i fabbricanti di misteri serve semmai un patto senza barriere. La
separazione è oramai un’altra, tra chi frena o si rassegna e chi non ci sta più.