1993 ottobre 19 Buttare i vecchi apparati

1993 ottobre 19 – Buttare i vecchi apparati
I servizi segreti vanno eliminati, non riformati. Un po’ come il Parlamento: tutti a casa e si ricomincia
da capo. Il giudice Felice Casson aveva ragione da vendere. Questi servizi segreti non servono
assolutamente a niente, anzi sono pericolosissimi per due ragioni: perché sono figli della guerra fredda
che non c’è più e perché, soprattutto, oggi nessuno li stima nemmeno quando fanno un lavoro pulito.
La credibilità o la conquisti sul campo o non la regala mai nessuno. A forza di deviazioni, depistaggi e
collusioni, l’opinione pubblica sente il più delle volte i servizi come un’insidia non come uno
strumento di sicurezza. Il buon Ciampi ha istituito ieri un nuovo centro unitario e due nuovi organismi
per venirne a capo, ma probabilmente sarà fatica sprecata. Molto meglio azzerarli e buttar via la chiave
in attesa del nuovo Parlamento: se un po’ di 007 è proprio indispensabile, che sia espressione di
Camere e di governi non a termine. Togliendo del tutto il segreto di Stato sugli archivi, l’Italia potrebbe
anche godere di una bufera di aria fresca. Lo Stato ne uscirebbe certamente rafforzato nel momento
magico del rinnovamento, ma purtroppo nessuno avrà il coraggio di farlo. In mezzo a tanti illusionisti
della politica, non ci si è ancora resi conto che, senza intaccare i suoi vecchi apparati, un Paese non fa
rivoluzioni né piccole né grandi. II nostro è poi un Paese divertente, che non conosce noia. Vi possiamo
incontrare un generale comandante che il “pronto intervento” lo realizza con 700 milioni tondi tra le
lenzuola di una bella, così affidabile e riservata. O un capo zona del Sisde (Servizio segreto civile) che
mette una finta bomba sul treno per sventare il falso attentato e far carriera. Da noi i golpe sono
insomma impossibili per mancanza di golpisti degni di questo nome. Fortunatamente, le loro trame
nascono davanti al caminetto e si spengono assieme al fuoco. L’unico golpe da temere veramente è
quello politico, che punta ad allontanare le elezioni e a guarire lo Stato con impacchi d’acqua calda.
19 ottobre 1993