1993 ottobre 11 I puzzisti fingono di non capire

1993 ottobre 11- I puzzisti fingono di non capire

Carlo Bernini ad esempio. Ancora l’anno scorso il senatore della Marca gioiosa e dorotea era
arciconvinto che quelli della Lega fossero “voti in libera uscita”, prima o poi destinati a rientrare tutti
sotto l’ala ampia e protettrice della Dc.
Gli unici voti all’asta erano quelli del “turiamoci il naso”! I milioni di italiani che, secondo il teorema
di Indro Montanelli, votavano la Dc senza annusare pur di tenere i “rossi” alla larga dal potere o,
meglio, dai governi.
I Bernini d’Italia possono attendere il terzo millennio. Per ora è la Lega che rastrella un po’ da tutti i
partiti, non soltanto la Dc, i voti in libera uscita. Uscita da un regime morto due volte.
La prima lo ha ucciso la storia; la seconda, la cronaca. Dal Muro di Berlino a Tangentopoli sono già
quattro anni pieni, scanditi da cinque personaggi: Gorbaciov, Cossiga, Segni, Bossi, Di Pietro. Piaccia
o no, la rivoluzione italiana ha camminato sulle loro gambe.
Ma i puzzisti fingono di non capire. In politica la puzza al naso fa più danni dell’inflazione, perché
rifiuta tutto ciò che non riesce a decifrare. Oppure, scambia la scorza per la polpa. Il puzzista è uno
che butta via la noce perché ha il guscio duro.
Sul “Panorama” in edicola, Giuliano Amato ricorda che a 35 anni Bossi mentì alla morosa
raccontandole di essersi laureato in medicina. “In America – commenta l’ex presidente del Consiglio
– a uno così inaffidabile l’opinione pubblica negherebbe giustamente ogni incarico. Noi siamo di
bocca buona e non se ne parla nemmeno”.
Bocca buona?! Ma con quello che hanno digerito in questi anni, come si fa a pensare che gli italiani
rinuncino oggi a votare Lega perché Bossi s’inventò ieri dottore? Metterla giù in questi termini è fare
del puzzismo perdente, che alla Lega non toglierà un solo voto. Prof. Amato, non s’illuda.
Soprattutto il Nord ha deciso di andare al sodo. La Lega offre lo strumento più efficace per
sgomberare il campo e, Bossi o non Bossi, il Nord lo userà almeno fino a quando gli mancheranno
alternative forti.
Ma fino ad oggi possono essere convincenti Occhetto e Martinazzoli? Questo è il punto.
Il primo si tiene saldo il suo bollino con il Pci sotto la quercia del futuro; un giorno abbraccia Segni
un giorno Rifondazione Comunista; evoca complotti e colpi di Stato alla sola ipotesi che la tangente
possa essere rossa. Come Occhetto anche Martinazzoli resta prigioniero del sogno; un altro sogno,
ma sempre sogno: sbarrare il passo alla Lega con l’appoggio della curia romana e lo spauracchio dei
“barbari”. Troppo poco.
E’ la debolezza degli avversari che potenzia la Lega nonostante la crescente diffidenza verso Bossi.
Quando poi l’attacco alla Lega è affidato al Capo di Stato Maggiore non abbiamo più scampo! Altri
voti alla Lega, altri regali al dottor Bossi.