1992 agosto 2 Dove può rinascere la credibilità

1992 agosto 2 – Dove può rinascere la credibilità

Se pensano di risanare i conti dello Stato bloccando la busta paga dei lavoratori, può accader di tutto
in Italia. Il sacrificio ha un senso molto preciso: tentare di salvare le imprese, soprattutto piccole e
medie, nel momento in cui il mercato internazionale diventa proibitivo.
Questo tessuto, che nel Nord-Est conosciamo meglio che altrove, rappresenta la spina dorsale
dell’economia italiana. Il sacrificio della scala mobile punta a fare dell’inflazione un pericolo
pubblico, il vero disgregatore di un Paese industrializzato.
Il mondo del lavoro non ha tuttavia alcuna intenzione di farsi fregare per l’ennesima volta. Anzi, il
bello di questa drammatica congiuntura consiste nella vigilanza, mai così inflessibile, da parte
dell’opinione pubblica.
Attenzione. Se non faranno funzionare finalmente il fisco; se la macchina dello Stato non cambierà
velocità; se il Parlamento continuerà a buttare i soldi senza sapere dove andarli a prendere; se la
partitocrazia resterà un costo secco; se il settore pubblico sarà difeso con i denti da un ceto
parassitario ormai al potere soltanto per perpetuarlo; se le riforme non intaccheranno profondamente
e rapidamente il sistema, allora possiamo scommettere sull’inutilità di qualsiasi sacrificio.
Soprattutto i lavoratori e gli imprenditori lo sanno.
La classe politica non ha più alternative. O si adegua o sarà cacciata. Il pallino è ritornato in mano
agli elettori; fino ad un paio di anni fa i partiti vivevano di rendita sulle elezioni; oggi ne sono
terrorizzati.
I partiti sentono che la reazione popolare ha rovinato i loro affari. Da Milano a Padova, la strategia
della corruzione resta da mesi imperterrita. Chiesa è il “mariuolo” non l’esemplare perfetto; i Ferlin
e i Casadei non sono figli di nessuno che lavorano in proprio, senza padrini e padroni; il Citaristi e il
Munaretto di turno, povera anima, amministrano illegalmente il primo partito italiano senza che al
partito risulti alcunchè, né a Roma né in periferia.
Il sistema tenta di utilizzarli come tappi, perché lo scandalo non rigeneri il costume politico fin
dentro l’ultima stanza dei bottoni. L’onorevole Dc Settimo Gottardo, raggiunto da ben due avvisi di
garanzia che gli imputano lucrose tangenti, ha confidato nei giorni scorsi a suoi colleghi di partito:
“Qui ci vuole un Badoglio per evitare un processo di Norimberga”.
Agli italiani basterebbe molto meno. I processi li faranno i giudici, ma la credibilità dove può
rinascere se non in un sincero faccia a faccia con il Paese?