1991 dicembre 19 Anche noi democristiani siamo pronti a cambiare

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 19/12/1991
Autore: Giorgio Lago, Ettore Buonalberti
Tipo: OPINIONI E COMMENTI
Argomento: DEMOCRAZIA CRISTIANA – PARTITO
Persone: BUONALBERTI ETTORE
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: ANCHE NOI DEMOCRISTIANI SIAMO PRONTI A CAMBIARE
di Giorgio Lago

Durante lo svolgimento dei lavori del nostro 35. Congresso Provinciale Rinnovo Cariche della Dc
Veneziana abbiamo dovuto constatare in «presa diretta» la concretizzazione di una linea politico-
culturale che consiste nel partire da alcuni fatti e situazioni reali, espressioni negative ed emblematiche
della partitocrazia, per arrivare ad una denuncia complessiva del sistema dei partiti ed, in particolare,
della Democrazia Cristiana. Il cronista, anziché dare conto di quanto i diversi oratori hanno sostenuto
nei loro interventi, ha finito con il commentare una per una, una serie di affermazioni (ad esempio,
quelle dell’amico On.le Malvestio) semplicemente sulla base di una sua opinione dentro la quale
«leggere» i fatti e le opinioni sostenute dai politici che, proprio perché tali e soprattutto, Democratici
Cristiani, non possono che essere, arroganti, vecchi, superficiali e… da buttare (una volta scherzavamo
sui nostri Storti, Piccoli e… Malfatti). Questa insistenza e rappresentare i democratici cristiani a tinte
oscure, quasi che il nostro partito non fosse espressione di una cultura e di una classe dirigente da
sempre legata ai ceti popolari veneti ed interprete delle aspirazioni e dei bisogni più veri della nostra
gente, è ingenerosa e non veritiera. Da parte nostra vorremmo assicurare Giorgio Lago ed il suo staff
giornalistico che siamo consapevoli dei torti e delle colpe della partitocrazia e, con essi, anche delle
insufficienze e responsabilità proprie di noi democratici cristiani; con la recente assemblea di Milano
abbiamo delineato i modi e gli obiettivi che intendiamo percorrere e raggiungere al fine di
corrispondere sempre meglio alle attese ed alle speranze della nostra gente. Siamo consapevoli, inoltre,
che oggi la Dc è al passaggio più delicato e decisivo della sua storia e che ci apprestiamo ad una tornata
elettorale difficilissima per noi e per il nostro paese. Tuttavia vogliamo garantire gli amici de «Il
Gazzettino» che, per quanto ci riguarda, conserveremo la serenità e la determinazione necessarie nel
nostro fare politica, certi come siamo che non sarà il sostegno allo scatenamento dei particolarismi o la
riduzione elementare della politica agli angusti limiti dei localismi dalla forte componente irrazionale, a
salvare l’Italia: non è diffondendo e/o amplificando l’idea che i politici «non sanno», «non
comprendono», «non fanno», quando non apertamente sostenendo che sono «quasi tutti ladri e

disonesti», che garantiremo al Paese una nuova stagione della democrazia. Noi siamo certi che dalla
nostra ispirazione cristiana e sociale, fondata sul personalismo e sul solidarismo, sapremo trarre, come
nei tempi più duri della nostra storia (da quelli che preparano e seguirono la Rerum Novarum, a quelli
che prepararono e seguirono la fine della guerra e del fascismo, a quelli che bagnarono di sangue,
specie dei nostri martiri, la Repubblica all’epoca del terrorismo) anche adesso le energie migliori con
cui presentarci alle prossime scadenze elettorali. Noi non siamo una succursale ingrassata di «lor
signori», e non crediamo che «la lega degli onesti», di scalfariana ispirazione, che dovrebbe vedere
accomunati i più begli spiriti della democrazia (dai Romiti, agli Scalfari, da Caracciolo a De Benedetti
ed alla Signora Crespi) sia la risposta giusta ai problemi del Paese. Vediamo, invece, montare la furia
delle Lighe che, lungi dal voler demonizzare, non dobbiamo nemmeno blandire e/o assecondare nella
ricerca di un facile consenso. Sono stati questi i contenuti emersi nel Congresso Provinciale e quello
che chiediamo ad una onesta cronaca non è di giustificarci o assolverci anche quando sbagliamo, ma
almeno, di rappresentarci esattamente per quello che diciamo, scriviamo e facciamo, e che siano poi
alla fine i cittadini elettori, liberi, di ritenerci o meno credibili in quanto coerenti testimoni di quanto
affermiamo, di scegliere il partito e gli uomini che meglio degli altri sanno interpretarne i bisogni e le
speranze in questi tempi così complessi e difficili che ci è dato di vivere. Con amicizia Ettore
Bonalberti (Responsabile veneto della Dc per gli Enti locali)
Noi non siamo né amici né nemici: questo è il punto. La sudditanza nei confronti dei partiti e dei gruppi
economicofinanziari ha già provocato danni enormi alla qualità dell’informazione; ma non si può né si
deve rimediare a quella con prese di distanza che a loro volta affondano le radici nel pregiudizio,
nell’arroganza, nello snobismo. Un giornale popolare come il nostro, diffuso in tutto il Nordest, come
potrebbe poi isolarsi orgogliosamente da una società particolarmente ricca, diversificata, partecipe?
Ogni lettore, compresi i partiti, ha il sacrosanto diritto di discutere il taglio delle nostre cronache. In
democrazia, quella vera, l’opinione pubblica si forma attraverso lo scambio ravvicinato e aperto, senza
franchigie, corpi separati e privilegi. Su queste basi tutto diventa costruttivo e trasparente, anche nei
momenti di massimo conflitto e di rigenerazione del tessuto politico. Ha ragione l’on. Gianni
Pellicani, migliorista del Pds, quando invita a saper guardare con speranza «al mezzo bicchiere pieno
piuttosto che al mezzo vuoto». Ma, in tempi che lo stesso Ettore Bonalberti riconosce «così complessi e
difficili», sarebbe paradossale che i misfatti della partitocrazia finissero con ‘essere rinfacciati proprio a
chi, noi compresi, tenta giorno per giorno di spiegare le ragioni della protesta civile e di sospingere il
ceto politico a risollevare il valore della rappresentanza. Oggi il consenso non è più scontato per
nessuno; chi ha idee, progetti, tenacia, decenza gestionale e un lembo di onestà pubblica, ha dunque
un’occasione irrepetibile per farsi apprezzare come non mai. Ciò vale tanto per la Dc quanto per partiti
e movimenti d’ogni ispirazione. g.l.
dicembre 1991