1988 novembre 25 Chi le vuole divise

1988 novembre 25 – Chi le vuole divise?
VENEZIA – MESTRE.
Esclusivo sondaggio Swg – Il Gazzettino
Il 52% dei veneziani dice: «Città diverse con problemi diversi»
Un sondaggio condotto per conto del “Gazzettino” dalla Swg – Servizi integrati di ricerca di
Trieste su un campione di 1.500 veneziani delle isole e di terraferma di età superiore ai 18 anni
dice che il 51.6% giudica positivamente la decisione di effettuare un nuovo referendum
sull’opportunità o meno che Mestre divenga Comune a sé staccandosi da Venezia.
Il 52% degli intervistati vede con favore l’ipotesi di Mestre Comune, soprattutto perché ritiene
che Venezia e Mestre siano «città diverse con problemi diversi»; se si dovesse votare oggi però, i
sì alla separazione sarebbero il 47,8% e l’esito della consultazione sarebbe nelle mani del 10,1%
di indecisi.
Il prossimo giugno; forse lo stesso giorno delle elezioni europee, i cittadini del Comune di Venezia
saranno chiamati a un referendum molto particolare: con un sì o un no potranno confermare l’unione di
Venezia e Mestre o proporre alla Regione Veneto di separarle in due Comuni autonomi, così
restaurando la situazione amministrativa della metà degli Anni Venti. Lo stesso referendum consultivo
si tenne dieci anni fa e allora, era il 18 giugno 1979, il risultato fu perentorio: 155.346 veneziani (il
72,39%) dissero no alla separazione, 59.193 (il 27,28% dei votanti) si espresse per il sì.
Secondo i fautori dell’unione di Venezia e Mestre in un solo Comune, quel risultato avrebbe dovuto
provocare la «riscoperta di una unità più convinta». Alla resa dei conti, i problemi si sono invece
riproposti, addirittura con maggior vigore, pari alla sufficienza con la quale le forze politiche accolsero
il disagio e le insofferenze che stavano a monte del referendum. E adesso si fa il bis.
Per saperne di più, per tentare di capire come si evolve l’opinione delle «popolazioni interessate» (così
recita il testo della Legge Regionale), abbiamo chiesto all’autorevole SWG di Trieste di svolgere per
conto del nostro giornale un sondaggio su una base molto ampia, 1.500 persone sopra i 18 anni di età,
distribuite proporzionalmente sull’intera area referendaria. Ne abbiamo ricavato dati importanti che,
tanto per cominciare, confermano dopo un decennio la stessa voglia di partecipazione: nel 1979 votò il
79,54%; oggi il sondaggio promette il 79,9. Una stabilità incredibile anche se la scelta di fondo sembra
molto diversa: il 52% ora risponde sì alla separazione mentre solo il 37,5% si pronuncia ancora per
l’unione.
Da un’analisi più attenta e incrociata delle risposte alle sei domande del sondaggio risulta che la partita
è ancora aperta e che gli indecisi sono in pratica il 13%. Ma in questa fase a noi preme fare due sole
osservazioni:
1) questo referendum segnala la crisi di una Città da troppi anni pochissimo amministrata;
2) questo referendum è in fondo più veneto che veneziano perché influenzerà il ruolo di capoluogo di

Regione, le scelte su Mestre all’interno dell’area metropolitana, il modo di vivere Venezia.

No o sì che sia, il vero nemico resta l’immobilismo.
novembre 1988