1987 novembre 10 Severo monito ai partiti

1987 novembre 10 – Severo monito ai partiti

Senza contare schede bianche e nulle, più di un italiano su tre non ha votato, il che rappresenta il record
di astensionismo nella storia della Repubblica. D’altra parte, la schiacciante vittoria dei «sì» impone alla
classe politica l’urgenza di accordi per varare le nuove leggi fino all’altro ieri pervicacemente disattese.
Da qualunque parte lo si valuti, il pentareferendum dà un severo monito ai partiti. Vedremo prestissimo,
alla prova dei fatti, se sapranno coglierlo ma le prime avvisaglie promettono poco di buono: all’interno
del fronte dei «sì» si palesano tante e tali divergenze da rendere fin d’ora faticosa l’intesa. Si sono già
spaccati tra i «sì» antemarcia e i «sì» dell’ultima ora; tra i coerenti e gli incoerenti; tra i «sì» che hanno
vinto e i «sì» che sono soltanto riusciti a non perdere. La legittimazione la decide Craxi, il resto fa
tappezzeria. Sul 34% di non-voto sarebbe davvero paradossale che si fingesse di non aver capito. Il
massiccio astensionismo non è nato a cuor leggero; segnala anzi il momento più acuto di malessere tra
cittadini e potere. Nessun italiano ha mai preferito la gita al voto, sia politico che referendario. Se questa
volta il 34% ha deciso di non partecipare, nonostante la mobilitazione del Governo e della Rai contro
l’astensione, vuol proprio dire che le Istituzioni stanno indebolendo il loro rapporto con la gente. Con
una contraddizione soltanto apparente, quel 34% domanda di cambiare le regole del gioco. A suo modo
il non-voto ha raggiunto uno scopo né qualunquista né evasivo: serve a far pressione per la riforma delle
Istituzioni; avverte i partiti che la lotta per il potere non esaurisce il senso della democrazia. Mai
disimpegno dal voto si è rivelato così impegnato. Le leggi abrogate vanno al macero; altre leggi
regoleranno temi decisivi quali la giustizia e il nucleare; tutto ciò con un’astensione per la prima volta
non a fondo perduto. Le percentuali parlano chiaro. Oltre il 93% delle forze presenti in Parlamento si
erano dichiarate per il «sì». Il risultato del pentareferendum indica che, tra astensioni, «no» e schede non
valide, la forbice tra l’appello dei partiti e la risposta degli italiani si è allargata. Il monito non finisce
qui. La nettissima vittoria dei «sì» tra i voti espressi pone fine al grande bluff in atto da almeno sei mesi,
cioè da quando Parlamento e Governo hanno omesso qualsiasi intervento legislativo in grado di chiarire
la politica energetica e di affrontare alla radice il problema della giustizia. Sull’«Inquirente» esisteva
addirittura l’unanimità e non se ne fece nulla, caso emblematico di una disfunzione che l’astensionismo
di massa e l’abrogazione hanno messo in stato d’accusa. È anche possibile che qualcuno finga di ignorare
il non-voto, ma sarà impossibile sfuggire al perentorio «sì» del vuoto legislativo. Ora si vedrà chi aveva
le carte truccate e chi giocava pulito.

10 novembre 1987