1984 maggio 5 Scudetto Juve

1984 maggio 5- Per la prima volta sconfitto in casa Da Muller- Pasinato

La Juve ha vinto il ventunesimo scudetto della sua ineguagliabile storia con 15 minuti di ritardo rispetto al
calendario predisposto dalla Lega Calcio. Ciò in omaggio al quarto d’ora di sciopero bianco proclamato dal
sindacato dell’avvocato Sergio campana contro la razza dei presidenti d’assalto o ruspanti o bruti, nel
dettaglio Massimino di Catania e Anconetani di Pisa : L’aria di serie B ha fatto menar le mani al primo e
consigliato il turpiloquio al secondo.
Con un’iniziativa che ha il valore dell’ammonizione, i calciatori hanno detto ieri che è ora di smetterla. Certi
giocatori non sono ancora in grado di dare lezioni di professionalità a nessuno; l’avvocato Campana sì, a
tutti. Il quarto d’ora di ritardo su tutti i campi della serie A è tipico del suo modo di usare i gesti simbolici
per dare eco popolare ai problemi di fondo del calcio, anche nel suo momento di maggior boom.
La Juve ha vinto , è il suo mestiere. Ha vinto più di tutti , sempre. Non fosse per l’incantesimo che la tiene
tutt’ora distante dalla Coppa dei Campioni , sarebbe fin troppo carica di trofei. In fondo è soltanto quella
lacuna che mantiene intatti e sfottenti il tifo sia di Inter che di Milan e che adesso concentra la Roma sulla
finale del 30 Maggio con il Liverpool . Soltanto vincendo la prima Coppa dei Campioni del suo curriculum , la
Roma tenterà due simultanee operazioni pubblicitarie :rimpicciolire in qualche modo il ventunesimo
scudetto della Juve ; dimostrare che il peso europeo della Roma è superiore a quello della Juve.
Amici , il tifo vive di questi abbinamenti sennò che tifo mai sarebbe ? Una cosa è sicura : la Juve ha vinto il
campionato in maniera tutt’altro che travolgente , ma legittima , regolare. A Roma hanno a più riprese
emesso sussurri e grida , dimenticando un dato elementare : la Roma ha camminato molto più lentamente
della scorsa stagione .
E’ vero , la Roma non ha mai perso con due gol di scarto , dimostrando di essere sempre stata capace di un
rendimento dignitoso . Però lo scudetto richiede altro , soprattutto accelerazioni, testardaggine , attributi
nei momenti-chiave . L’ultimo momento a disposizione della Roma fu qualche settimana fa, faccia a faccia
con la Juve all’Olimpico: beh, quel giorno, a costo di un’orrenda partita, La Juve impose lo 0-0 del suo
modello difensivo mentre la Roma non riuscì a tradurre in gol la sua zona d’attacco. Li abdicò, né moviola,
arbitri od altro centrano.
Nel giorno in cui cercava il punto matematico della classifica, la Juve l’ha ottenuto con un gol di Paolo
Rossi, a ricordare gli uomini del Mundial ,l ’autarchia dello scudetto, il peso del vivaio nostrano. Tuttavia un
giocatore ha lasciato sulla ventunesima vittoria un marchio gentile, di classe purissima. Michel Platini,
amato o stimato anche da chi non ama la Juve.
A 28 anni, in piena maturità, a contatto con un football tattico sconosciuto in Francia; dentro un
campionato-spettacolo che dalle sue parti non esiste nemmeno nei sogni, questo francese di nonni italiani
ha arricchito la Juve e l’intera serie A. I campioni sono parecchi; gli artisti rari, Platini è un artista; sembra
non sudare giocando; durante questo campionato ha mostrato gesti indimenticabili, incanti di football.
Soprattutto la Juve “sua”, la Juve di Platini meritava lo scudetto, anche se è lo scudetto del pragmatico
Trapattoni, di Cabrini miglior terzino del mondo, dell’intelligenza di Tardelli, del gioco totale di Rossi, del
mestiere di Scirea e di tutta una serie di lussuosi “gregari” a cominciare da Boniek. Quando mancano
soltanto novanta minuti alla fine del campionato, è stato detto quasi tutto. Lo scudetto alla Juve; la
retrocessione del Catania, probabilmente del Pisa e della terza squadra tra Lazio e Genoa. Anche la Coppa
Uefa ha i suoi clienti dopo la sconfitta del Verona: sono la Fiorentina e l’Inter. Soltanto impensabili pazzie
dell’ultima giornata possono mutare il quadro.
A Verona ho conosciuto Ernesto Pellegrini, neo-presidente dell’Inter. E’ una persona garbata, di aria
manageriale, che sprizza football da tutti i pori. Si vede che gli piace e vorrebbe gustarselo ai livelli della
Juve. I giornalisti lo martellano per sapere del nuovo manager, del nuovo allenatore, del secondo straniero.
Lui si schernisce come può, in omaggio a regolamenti che obbligano i dirigenti all’ipocrisia e a bugiarde
smentite.

Il manager sarà Dal Cin, l’allenatore Castagner, il responsabile del vivaio Mariolino Corso. Su questo non ci
piove, basta aver pazienza qualche giorno e tutto risulterà noto. Piuttosto trovo strano che nella nuova
Inter non trovi spazio Altobelli.
Che Castagner stimi molto Serena è noto dai tempi del Milan; che si voglia dare a Rummenigge un pivot
bravo di testa sul modello di Hrubesch nella nazionale teutonica può essere un’ idea, ma resto dell’opinione
che Altobelli sia più completo di Serena e che abbia mercato (con alta quotazione) proprio perché vale.
Un’altra cosa : ai tempi della Grande Inter di Moratti-Herrera, in panchina stavano assi europei come
Gioacchino Peirò, spagnolo. Voglio dire che una grande squadra nasce anche in panchina, magari con un
centravanti in più, Altobelli e Serena appunto.
L’Inter ha battuto il Verona 2-1 e mi sono più fermamente che in passato reso conto di una cosa. Il Verona
vale meno della sua classifica, nel senso che il suo eccezionale piazzamento deve essere merito per il 50% di
Osvaldo Bagnoli! Con due soli campioni, Fanna e Tricella; con quattro buoni giocatori, Galderisi, Iorio,
Marangon e Ferroni, è riuscito a far sembrare il Verona una squadra di campioni.
Su due miliardi e rotti di ingaggi del Verona, io mezzo miliardo lo darei a lui: come premio di produzione e
percentuale sugli schemi.