1976 luglio 4 La nuova Udinese di Sanson

1976 luglio 4 – La nuova Udinese di Sanson

Nonostante l’aria condizionata di”Bboschetti”, Teofilo Sanson non ce l’ha fatta a resistere più di
cinque minuti in giacca e cravatta. Nel dire” nasce oggi la nuova Udinese” anche un self made man
della sua disinvoltura ha ritirato qualche globulo rosso dalle guance dando alla voce una tonalità più
raschiata del solito. La nuova Udinese attratti tanto originali da farla quasi un unicum in Italia. E’
una spa che fonde capitali freschi( Sanson) con risorse della vecchia gestione( Midolini). E’ una spa
che inserisce in consiglio d’amministrazione il presidente dei clubs( Cautero) dopo che la base ha
accettato di finanziare la società con autonomi cinquanta milioni d’azioni. È una spa” capovolta”
nel senso che privilegia il vivaio sul mercato e lo privilegia con l’intenzione di evitare la razzia da
parte del trust metropolitano tra i dilettanti delle squadre friulane e venete, in particolare trevigiane.
Aggiornando una mai tramontata tesi di Gipo Viani, il manager dell’udinese Franco Dal Cin coltiva
l’ambizione di “allevare” i ragazzi nostrani tanto da avere per un mese affidato il suo “college” di
Conegliano a un preparatore olandese, il vice dell’Ajax.

Sanson è nel ciclismo l’uomo di Moser; nel rugby è l’uomo che nel giro di un anno ha riportato lo
scudetto a Rovigo. Ora, dopo averti vagheggiato più che programmato uno squadrone veneto,
approda a Udine con la cocciuta e persino patetica voglia di arrivare in un paio d’anni alla serie B
mettendo in moto da quel giorno tutta la propria ambizione di industriale cresciuto su un’infanzia di
povertà e su una vita di lavoro.

Sanson non conosce la diplomazia, le sottigliezze di chi più ti sorride più ti attende al varco. In
questa Udinese che si rifà la pelle il pericolo maggiore nel quale potrà incorrere il neo presidente
sarà il credere di poter trovare nel calcio altri Moser o d’illudersi che nel calcio gli scudetti ripetano
le folgoranti ascensioni del rugby. Lo può tradire l’ottimismo, lui si definisce un programmatore.
Ma se la sua carica e il suo potenziale entreranno in sintonia con lo spirito del Friuli, i problemi
saranno semmai sportivi, dunque risolvibili, e non invece di ambientazione, dunque spigolosi. Con
rara franchezza per un uomo politico, l’assessore regionale allo sport e turismo Renato Bertoli ha
sottolineato in ritardi per il nuovo stadio di Udine: pur tuttavia questo nuovo impianto da 32 mila
spettatori sta diventando una bellissima realtà. Una realtà che, a settembre, potrebbe trovare in un
match tra la nazionale e l’Udinese il battesimo che merita.

Il dopo Brunello è cominciato. Il calcio di Udine e del Friuli apre una nuova fase che Sanson giura
di far coincidere con risultati seri. Noi crediamo ai meriti più che alla fortuna ma, in tal caso, anche
un gran di buona sorte non farebbe male agli amici della vecchia e nuova Udinese.