1974 novembre 23 Il segreto dei 35 metri è assimiliabile

1974 novembre 23 – Il segreto dei 35 metri è assimilabile

È il momento del calcio italo-olandese. Dopo i due match tra Nazionali A e “sotto 23”, nel giro di
venti giorni assisteremo ad altre due partite molto interessanti quelle di Coppa Uefa tra Juve e Ajax.
Un Ajax che non ha più Cruyff-Neeskens e che non avrà lo squalificatissimo Rep ma che, proprio
perché un po’ scaduto rispetto alle opzioni di un paio d’anni fa, serve meglio a esemplificare i valori
medi di una “scuola”.
L’Olanda del 3 a 1 all’Italia non era lo squadrone del Mondiale di Germania. Non tanto per il periodo
nero di Rep quanto per un Neeskens al 30%. Emigrato al Barcellona al seguito di Cruyff, Neeskens
ha patito un colpo bestiale alla prima partita del campionato spagnolo. La contusione ha interessato
muscoli e ginocchio.
Incredibile ma vero, quell’incidente si inserisce forse in una specie di “caccia allo straniero” scatenata
in Spagna dopo l’apertura agli stranieri: non potendo mettersi ovviamente in concorrenza con
Barcellona e Real Madrid, i club poveri di pesetas hanno infatti solleticato nel pubblico e nei giocatori
un nazionalismo di reazione molto pericoloso per di vari Cruyff.
Tornando alla mezzala olandese, Neeskens non ha potuto curarsi come avrebbe dovuto, fermandosi
una ventina di giorni, perché il Barcellona pensa agli incassi e alla classifica, tentando di chiudere un
occhio sulla grossa calza elastica che Neeskens ha dovuto infilare anche contro l’Italia, dopo aver dato
una smorfia di sofferenza al primo tackle.
Non dimentichiamo che Neeskens, durante il Mondiale, fu per l’Olanda struttura portante almeno
quanto Cruyff. Non solo: in un paio di partite, fu anzi il giocatore più utile tra i tulipani.
Nonostante tale handicap, l’Olanda ha offerto anche contro l’Italia le perle di sempre, i segni che la
fanno oggi come oggi inconfondibile. Lasciamo perdere per un momento la statura dei giocatori, la
loro forza fisica, una lunga tradizione di proteine. Lasciamo stare anche il ritmo, ottenuto allenando
“quel” materiale umano. Restiamo per un attimo al tipo di manovra, ottenuta anche essa, sia ben
chiaro, con lunghe prove di allenamento, come mi capitò di controllare personalmente questa estate
nei dintorni di Gelsenkirchen.
Gli olandesi non tengono mai la squadra allungata. Si dispongono orizzontalmente al campo, mai
verticalmente. Il risultato è la compattezza. Occupano tutto il campo, ma da un out all’altro, non da
un’area di rigore all’altra. È questo il grande segreto del loro gioco. Un segreto sul quale insisteva ai
suoi tempi anche Gipo Viani quando predicava che una squadra che si rispetta non deve essere mai
“lunga più di 35 metri”.
In piena offensiva, Cruyff che fa il centravanti è distante 30-35 metri da Rijsbergen che è l’ultimo
difensore. Perciò, restando tanto uniti, gli olandesi riescono a creare una ragnatela di passi sconosciuta
alle squadre nostrane che, quasi sempre lunghe quanto il contropiede, danno la sensazione di
rachitismo evitato a volte dalla grande classe o dalla grande velocità degli esecutori come accade con
l’Inter di Herrera, quella di Facchetti e Suarez, di Mazzola e Jair.
L’Olanda non è l’Inghilterra delle raffiche né la Germania del rullio. L’Olanda è il Brasile d’Europa,
palleggia molto e scatta in pratica soltanto sugli affondi nei quali è addirittura didattico Cruyff che,
proprio a questo proposito, non era in off side nell’azione del 2 a 1 a Zoff. Il Grande Giovanni andò
infatti a raccogliere il passaggio di testa con una di quelle accelerazioni che sembrano “fermare”
l’avversario diretto e dare dunque la sensazione dell’off side. A Rotterdam, se off side c’era, non
riguardava Cruyff ma un altro, in fuorigioco cosiddetto passivo.
Da noi la manovra è ridotta all’osso e quasi sempre telefonata, con poche varianti. Quella degli
olandesi trova un sacco d’appigli, con “cambi” da un settore all’altro che finiscono per stupire i nostri
occhi. Anche questi appigli nascono dalla volontà dalla preparazione. È cosa dunque costruita e, se
tale è, almeno in parte assimilabile. Basta tentarlo, a lungo, con convinzione.