1974 novembre 28 Ma Damiani non può fare tutto

1974 novembre 28 – Ma Damiani non può fare tutto

Due pali dei bianconeri (uno di Altafini al ‘90)

Juventus – Ajax 1 – 0
Marcatore: Damiani al 19’

Torino, 27 novembre
La Juve ha perso una grande occasione per mettere almeno tre gol tra sé e l’Ajax. Ci sarebbe
probabilmente riuscita se, invece di togliere alla fine del primo tempo Bettega, avesse usato Altafini
per sostituire Anastasi. Il siciliano è stato per l’intera partita la palla al piede della Juve: non ha creato
movimento, non ha concluso e, quando lo ha fatto, è sembrato colpire con una gamba di legno tanto
era approssimativo.
Soprattutto per questo la Juve ha vinto soltanto per 1 a 0. Con Damiani ha preso in pieno una traversa
(nel primo tempo), con Altafini ha toccato il palo (esattamente all’ultimo minuto) con Bettega ha
sempre costruito largo sul settore sinistro. A questa costruzione è mancato, e clamorosamente,
Anastasi, in una delle più inutili giornate della sua carriera.
Che la Juve abbia buttato una gran occasione per cautelarsi nel retour-match di Amsterdam, l’11
dicembre prossimo, lo si intuisce dalla formazione dell’Ajax: una formazione nella quale, per varie
ragioni, era inserito un solo attaccante di ruolo, il tedesco Steffenhausen. Senza lo squalificato Rep e
senza l’infortunato Geels, questo Ajax era una compagnia di centrocampisti. Tanto per fare un
esempio, il mediano Haan era il regista avanzato. Tutti hanno fatto insomma un passo in avanti
rispetto all’abituale impiego.
Il gioco degli olandesi, che è già melinato, fitto di passaggi e di triangoli, ha finito per accentuare tali
caratteristiche. Non potendo tentare l’affondo con scattisti da area di rigore, s’è affidato
esclusivamente allo schema serrato, mai portato perentoriamente, con l’esclusiva intenzione di tenere
il più a lungo possibile il possesso del pallone.
La cronaca esemplifica con chiarezza questa situazione. Il primo lancio-gol l’Ajax l’ha eseguito dopo
43 minuti. La prima parata Zoff l’ha opposta dopo 80 minuti. Una sola volta un attaccante dell’Ajax,
Van Dord, è giunto faccia a faccia con Zoff: ma il merito era tutto di… Scirea, addormentatosi come
un ghiro su un innocuo pallonetto.
Un Ajax senza sfondatori ha fatto insomma onesto “backpedalling”, gira e rigira all’indietro, cercando
il proprio portiere con una frequenza francamente eccessiva. Lo stato di necessità ha suggerito la
tattica ai “lancieri” di Amsterdam. Oltretutto dopo 17 minuti appena, l’altro tedescotto Blankenburg
è svenuto stoppando con la faccia una girata di Anastasi: uscito in barella il libero, dentro un altro
centrocampista, con ulteriore impegolamento di schemi.
Ed è stato proprio nel breve intervallo tra questo scambio di giocatori, cioè quando l’Ajax era in 10,
che la Juve ha messo dentro il golletto. Raccontata così, la cosa potrebbe suonare assai male per la
Juve. In realtà, l’1 a 0 non era che il gesto finale di tre minuti di follia bianconera, come una scarica
di adrenalina su un ritmo che fino ad allora aveva macinato molti chilometri ma senza vibrazioni.
Questi tre minuti sono il nocciolo della partita e, fra l’altro sono stati molto belli, con un protagonista
di due spanne al di sopra della mischia, Damiani, miglior giocatore in campo, pirotecnico, inventore,
tanto originale da sembrare demodè, più vicino agli anni ‘40 che ai ‘70.
Lo show dell’ex “ragazzino” di Vicenza è cominciato dopo un quarto d’ora. Per la prima volta, gli
olandesi si avventano avanti tutti in sincronia per mettere la Juve in off-side. Damiani ruba il tempo
a Krol giusto lungo l’out destro e va a crossare. Ammucchiati come si sono 4 (!) olandesi tutti nei
paraggi di Damiani, al centro dell’area di rigore succede una cosa che nel campionato italiano non
può accadere mai: tre attaccanti soli, solissimi, Anastasi con Bettega e Viola!

Dall’out, Damiani serve stupendamente ma Anastasi, a botta sicura, tira sul portiere e Viola, sulla
ribattuta, calcia fuori. Urla di raccapriccio e durerebbero un’eternità se, un minuto dopo Jerd Muehren
non mettesse la puzza al naso tentando di dribblare uno svegliarino come Damiani. L’ala della Juve
si infila in area e, con il portiere in uscita, lo irride a mezza altezza. Irride per modo di dire dal
momento che la delicata conclusione rimbalza sulla traversa, a pieno legno! Pallone che torna in area,
Anastasi che ci riprova e mazzata sulla faccia di Blankenburg che esce tra canti di canarini, in stato
commotivo.
Boniperti comincia a dare segni di insofferenza. Ma, sotto gli occhi di Fulvio Bernardini, Damiani
non aveva ancora finito il suo recital: sul corner battuto da Causio per la deviazione facciale di
Blankenburg, Damiani si smarcava di scatto andando a toccare con la tempia destra, preciso e
imparabile, a fil di palo.
Cessato l’effetto-adrenalina di Damiani, la Juve ha ripreso la compostezza di prima. Una partita quasi
giocata sul sofà. Con Viola più timido del proprio cognome e nemmeno controfigura di Capello; con
Anastasi palla persa e con Furino buono soltanto in tackle ma quasi mai rilevante dalla metà campo
in su.
Più che cercare il pareggio, l’Ajax ha difeso per un po’ l’1 a 0. Non avendo perforatrici in avanti, ha
tentato di mollare il grande Krol in attacco: tentativo tremolante perché Krol non poteva mica lasciare
la zona a questo Damiani. Mezza partita è passata dunque liscia, senza ulteriori botti.
Tolto Bettega per avere Altafini, la Juve ha chiaramente accelerato per fare il 2 a 0 sulla spinta del
freschissimo Josè. Le egregie cose di Damiani e Altafini sono state però barbaramente “chiuse” dai
colleghi di linea e da sganciamenti mai puntuali dei cursori. Nemmeno la sostituzione di Viola con
un Capello guarito ma non allenato ha cambiato qualcosa di importante.
Anzi, come nelle abitudini dei nordici, l’Ajax ha rullato con maggior vigore nel secondo tempo. A
lungo, e pur senza impensierire veramente Zoff, l’Ajax non ha fatto vedere il pallone alla Juve.
Soltanto l’ultima zampata di Josè sul palo ha fatto cessare i fischi sempre più insistenti che si levavano
dalle gradinate verso la Juve.
Può bastare l’1 a 0? Ad Amsterdam, l’Ajax riavrà Geels, una punta di ruolo. Loro pedaleranno meno
all’indietro e faranno più gioco in area della Juve. A questa rimarrà presumibilmente soltanto il
contropiede. Ma se Damiani non temerà per le proprie caviglie e Boniperti non…sbaglierà le
sostituzioni, non è detto che la strozzatura sia assicurata. Sì, un gol è assai poco, ma ad una Juve come
si deve potrebbe anche bastare. Questo rimane sempre l’Ajax ma non è quel finimondo dei tempi di
Cruyff e Neeskens.