1974 giugno 17 Valcareggi ha perdonato (ma adesso Long John è il quarto centravanti)

1974 giugno 17 – Valcareggi ha perdonato (ma adesso Long John è il quarto centravanti)

STOCCARDA, 16 giugno
Giorgio Chinaglia, alias “Long John”, 27 anni suonati, dieci partite in Nazionale, ha detto mea culpa,
mea maxima culpa: ha chiesto scusa a Valcareggi per lo sberleffo in Mondovisione rivolto al Ct
uscendo dal campo dopo la sostituzione con Anastasi. Ottenute le scuse il Ct ha perdonato.
Nonostante meritasse l’espulsione della Nazionale, Chinaglia rimane dunque tra i ventidue. Ponzio
Pilato è, da anni, l’invisibile general manager della patria azzurra.
Il romanzetto era cominciato poco prima di Italia-Haiti quando Valcareggi, nello spogliatoio, aveva
avvertito i giocatori: “Potranno esserci delle sostituzioni. Tra noi c’è un patto di collaborazione che
va rispettato: nessuno dovrà insomma prendersela se gli toccherà di non finire la partita”. Parole
oneste, parole sante, anzi, e accettate senza batter ciglio.
Dopo sessantotto minuti di partita, e quando Anastasi si stava già riscaldando da un quarto d’ora
esatto, il Ct ha fatto segno a Chinaglia di uscire. Si sa, Valcareggi è un brav’uomo, gli dispiace buttare
fuori un giocatore, perciò ci pensa sempre più del lecito, fino ad arrivare al la barzelletta dei sei minuti
di Gianni Rivera nella finalissima messicana. Siccome gli dispiace, cerca di sostenere
psicologicamente il giocatore tolto di squadra. È quanto ha fatto anche con Chinaglia. Mentre il
centravanti usciva, Valcareggi lo ha applaudito, imitato da quanti stavano con lui in panchina.
La risposta è stato un doppio gesto, con il dorso della mano, eloquente quanto il dileggio. Valcareggi
ci è rimasto tanto male che, avvampato in viso, se ha girato a bocca aperta, seguendo con lo sguardo
Chinaglia che si infilava nel portone del sottopassaggio.
Ripartito stanotte in aereo per Roma, Franchi era molto propenso alla cacciata di Chinaglia. Carraro
era seccato. Un personaggio federale che gradisce l’anonimato mi diceva: “A Valcareggi basteranno
le scuse formali, ma sarebbe preferibile che Chinaglia queste scuse non le desse. Così lo rimanderanno
a casa”. Allodi imboccava invece la strada della sdrammatizzazione.
Nello spogliatoio, che Lodi definisce ora “tranquillo” e che altri garantiscono “movimentato”,
Chinaglia andava intanto a Canossa, da Valcareggi. Con questo gesto, restava in Germania, ma ci
restava con l’aria dell’orsacchiotto pentito; ha fatto la marachella e fa intendere con gli occhioni dolci
che non ne farà più.
La politica non la fanno soltanto i dirigenti, ma anche i giocatori. Chinaglia ha chiesto venia per il
gesto verso il Ct, ma è arciconvinto che la sua sostituzione sia stata una carognata. A Maurizio
Barendson e a Gianni Ranieri ha infatti confidato, incontrandoli per caso mentre saliva sul pullman:
“Riva ha tirato a rete almeno dieci volte dalla zona di centravanti. Questo perché io avevo fatto
l’inchino e mi ero spostato dal centro per lasciargli spazio. Come premio, mi vedo buttato fuori.
Evidentemente, l’umiltà non paga”.
In realtà, non è la prima volta che Chinaglia perde di molto la misura: non soltanto a calcio, come
all’Olimpia Stadion, ma anche a freddo, nelle interviste. Tanto per stare sul recente, bastò
l’amichevole di Vienna per fargli dire che lui la staffetta con Anastasi o chicchessia non l’avrebbe più
fatta. L’atteggiamento di chi sembra ritenersi non solo il migliore di tutti, ma anche, e ciò è
inaccettabile, una sorta di pianeta se confrontato ai satelliti Anastasi, o Boninsegna, o Pulici. Il gesto
anti-Valcareggi non matura perciò per umana reazione d’ira, ma in tale sottofondo.
“Se si fosse trattato, – ha abbozzato oggi Carraro – di uno che si sente depositario della maglia azzurra,
l’avremmo congedato ma Chinaglia è al suo primo Mondiale: giudichiamolo con benevolenza”.
Tenendolo si accontenta la piazza laziale (che, nonostante un secondo posto e uno scudetto in due
anni non ha ora nemmeno un giocatore tra i titolari azzurri!): tenendolo, si ha pur sempre un giocatore
in più; tenendolo, si evita di creare il martire di turno. Per tutte queste ragioni, i Richelieu della
Nazionale hanno tirato uno striscio sopra un episodio che nè Vittorio Pozzo nè Gipo Viani nè Helenio
Herrera avrebbero insabbiato.
I moralizzatori hanno quasi sempre il morto in casa: meglio evitare le paternali. Solo, che un
professionista come Chinaglia dovrà pur cominciare a chiedersi perché, su molti campi d’Italia, lo
accolgano sempre più spesso bordate di fischi. Sostituendolo, con Anastasi, il Ct aveva fatto in ritardo

ciò che tutti avremmo deciso molto prima. Chinaglia lo doveva ringraziare. Tutto il resto è
opportunismo.