1968 marzo 25 Attacco ininterrotto ma caotico sei palle gol sbagliate e un punto

1968 marzo 25 (Il Gazzettino)

Attacco ininterrotto ma caotico sei palle-gol sbagliate e un punto

Foggia-Padova 2-1
MARCATORI: 1. t.: 37′ Zanardello (F); 40′ Morelli (P); 42′ Traspedini (F) su rigore.
PADOVA: Bertossi Panisi Gatti Visentin Barbiero Sereni Quintavalle Nimis Morelli Fraschini
Vigni.
FOGGIA: Pinotti Capra Vivian Pirazzini Dalle Vedove Gambino Oltramari Zanardello Traspedini
Majoli Rolla.
ARBITRO: Picasso.
NOTE: giornata splendida. Ammoniti Capra per fallo su Vigni; Oltramari e Gambino per perdita di
tempo; Morelli Barbiero e Rolla per proteste. Angoli: 13 a 1 per il Padova. Incasso: 5.995.700.
Spettatori paganti: 6.035 (più 2 mila abbonati). Sorteggio antidoping positivo: Visentin, Barbiero e
Sereni per il Padova; Pirazzini, Dalle Vedove e Gambino per il Foggia.
NOSTRO INVIATO
Padova, 24 marzo

Siamo contrari per costume a spiegare il risultato di una partita attraverso la lente spesso
deformante di una decisione arbitrale. Siamo contrari perchè troppo spesso dirigenti e allenatori
cercano nell’arbitro la copertura di limiti personali; lo siamo anche perchè arbitrare bene è anche
difficile e arbitrare bene un incontro tra una squadra (il Foggia) che spera di saltare in A e una
squadra (il Padova) che comincia a respirare l’aria tossica della zona-retrocessione, è difficilissimo.
Ma il signor Picasso, l’arbitro, si sottrae a queste premesse. L’arbitro ha concesso al Foggia il rigore
più inesistente al quale abbiamo mai assistito. Non si tratta di interpretazione di un fatto; si tratta di
un fatto che non è esistito. E si è inserito nel momento più delicato della partita: cioè al 42′ del
primo tempo. Due minuti prima Morelli aveva pareggiato il gol di Zanardello; il Padova aveva, sia
pure fortunosamente, ristabilito la situazione. Quel rigore rimandava dopo tre minuti negli
spogliatoi una squadra choccata, irritata, incredula: con una diffusa sensazione di fatalismo,
accentuata dalle indicazioni contradditorie di un episodio precedente.

Le squadre erano scese in campo senza grosse novità, Montanari aveva sostituito l’affaticato
Magi con Zanardello nel ruolo di centrocampista. Si trattava di un esordio in campionato per la
ventunenne mezzala che è in comproprietà tra il Foggia e l’Atalanta.

La novità di Rosa, prevista, si chiamava invece Nimis, assente da oltre tre mesi e del tutto
ricuperato fisicamente dopo la frattura perone-tibia e la successiva grave distorsione alla caviglia.
L’incognita, nonostante l’età (è del 1948) riguardava la tenuta dopo la lunga assenza: Nimis ha
giocato discretamente, ha tentato il gol con quattro tiri da lontano, ma alla distanza è calato.

Chi aveva visto l’ultima partita in casa contro il Lecco aveva osservato un Padova piuttosto
lezioso, che sottovalutava l’avversario. Le due sconfitte al Sud, squarciando il velo della tranquillità,
ha cambiato tutto su questo piano. Il Padova è partito in forcing e, a parte due « respirate » di pochi
minuti, ha finito in forcing. Ha combattuto al limite delle sue possibilità, buttandosi su ogni pallone
con una spinta che aveva il difetto di essere eccessiva e quindi disordinata, spesso caotica.
L’impegno costante, puntiglioso comunque assolve in pieno la squadra.

Il Foggia ha fatto catenaccio ordinato nel primo tempo, epico nel secondo. Abbiamo contato
anche quattordici uomini nella sua area, rimpalli in mischie rugbystiche. Ma ha il grosso merito di
averlo fatto 1) con un contropiede nitido, piacevole, con Oltramari e Traspedini; 2) senza fallosità;

3) in condizioni di quasi-inferiorità numerica. Diciamo quasi perchè al 12′ del primo tempo, il
libero Pirazzini riceveva in levazione con il suo portiere un forte colpo alle reni e allo stomaco.
Andava all’ala sinistra per tutta la partita non riuscendo a contrasta re il terzino Panisi (ex-mediano)
che, in tutto il secondo tempo, ha fatto in pratica l’ala destra del Padova. Non solo, ma l’infortunio
costringeva Montanari a retrocedere Gambino (che marcava Nimis) a libero, mentre l’ala sinistra
Rolla veniva retrocessa a centrocampo.

E’ anche per questo che non si può contestare nulla al Foggia. Una squadra ben preparata, che
riflette la sua classifica. Il discorso è questo: con una squadra appena appena più fragile, il Padova
avrebbe vinto nonostante Picasso e gli errori nelle conclusioni. Ma in questo, il Foggia, che c’ entra?
Nulla.

Nonostante il forcing del Padova (Visentin e Panisi costantemente in avanti, sulla destra), la
partita è nata al 21′ e, sul piano del risultato, è morta al 42′. Gli episodi sono quattro, tutto nel primo
tempo.

1) 21′. Visentin (anni 32 ma non li dimostra in campo) scende a destra e crossa verso Morelli al
centro dell’area. Il cross diventa invece un tiro e Pinotti, in contropiede, para all’indietro, sul palo
sinistro: nel ricadere la palla gli sfugge, la riprende, ma siamo sulla linea bianca. Morelli alza le
mani urlando gol; il pubblico (dietro la rete) idem; il segnalinee sta fermo; tutti gli altri, arbitro
compreso, non fanno una piega. Era gol? Dalla tribuna non si poteva assolutamente controllare.
Abbiamo avuto una sensazione, solo quella (che non lo fosse) e nell’intervallo siamo scesi a
interrogare i fotografi padovani che stavano dietro la rete. « Il pallone era quasi tutto oltre la linea »,
rispose uno. « Questione di secondi », (!) rispose molto umoristicamente un altro. Non va
dimenticato che, per essere gol, bisogna che « tutto », proprio tutto, il pallone sia oltre la linea. Se lo
è per il novanta per cento, non è gol. Data l’impressione personale, la testimonianza dei fotografi e
le reazioni in campo, pensiamo, su indizi, che l’arbitro, in quella circostanza, abbia deciso
giustamente. Probabilmente la palla è stata agguantata sulla linea. L’episodio comunque funziona da
eccitante. Picasso comincia con l’irritante abitudine di fare comizio ogni due secondi e di sprecare
ammonizioni senza sensibilità.

2) 37′. Cinque minuti prima, su cross da destra di Panisi e deviazione, Vigni, a porta vuota, ha
alzato di testa sopra la traversa, ma è il Foggia, al primo tiro, che va in vantaggio. Triplo dribbling
di Oltramari in area, tocco a Zanardella, sinistro secco: 0-1. Presagi lugubri tra il pubblico.

3) 40′. Quintavalle, finalmente a destra, mette in area verso Morelli. Ci sono tre del Foggia, più il
portiere; danza dei « ciompi », ma nessuno riesce a calciare lontano. S’infila in mezzo un Morelli-
anguilla e di destro, non forte, spiazza il portiere (sulla sua destra). 1-1. Il pareggio è fortunoso, ma
non immeritato.

4) 42′. L’incredibile. Azione Traspedini-Rolla. Quest’ultimo entra in area centralmente, in coppia
con Traspedini. Lo stopper Sereni accenna un movimento di spalla senza conseguenze visibili tanto
che Rolla si allunga la palla e finisce in faccia al portiere che gli si butta sui piedi. L’arbitro ha
fischiato. Noi pensiamo allora che abbia dato un fallo in favore del Padova per carica di Rolla, di
piede, sul portiere. Ma è rigore, tra l’incredulità dei giocatori del Foggia che (come Majoli) si
scusano allargando le braccia con quelli del Padova. Cosa ha fischiato Picasso? Non lo sapremo mai
anche perchè non era accaduto nulla. Ad essere pignoli fino al midollo, il contatto (non riusciamo a
definirlo in altro modo) tra Rolla e Sereni si sarebbe potuto giudicare al massimo fallo di ostruzione
di lieve entità. Non è un luogo comune, la solita frase: un rigore così, è la verità, non l’abbiamo mai
visto.

La conferma, anche se non confessata, è venuta proprio dallo stesso arbitro che per tutto il
secondo tempo ha concesso al Padova una serie innumerevole (a volte esilarante) di vantaggi e di
punizioni a favore inventate. Che cosa aveva da farsi perdonare se non quel fischio assurdo
« scappa-togli»?
Il secondo tempo è questo: 1) per il Foggia un colpo di testa in tuffo di Pirazzini (l’infortunato) e
uno sgambetto a Rolla lanciato a rete; 2) per il Padova 40 minuti di pressione ininterrotta anche se
lucida soltanto in Fraschini, purtroppo non imitato: e una serie ininterrotta di palle-gol dilapidate o
sbagliate di poco. Da Panisi (18-32-35), da Gatti (28-44), da Morelli che colpisce il palo al 36, a
portiere ancora battuto, da Sereni (di testa al 42). Il Padova non è crollato sul piano atletico,
sprecando anzi un mare di energie con troppo orgasmo. Ma, nonostante l’impegno, il rendimento di
alcuni giocatori è stato incerto. Solo Bertossi, Panisi, Visentin, Sereni, Morelli e soprattutto
Fraschini non hanno colpe. Il rigore ha frantumato il pareggio raggiunto ed ha stravolto la partita.
Ma ora a quota 25, a tredici partite dalla fine, il Padova deve dimenticare. Pensare a Picasso non
serve più. Rosa e i giocatori hanno altro da risolvere.