1967 maggio 26 Sivori non basta

1967 maggio 26

Sivori non basta

BERGAMO – Trenta minuti prima della partita, Bruno Pesaola mi aveva detto: « E’ la prima
volta che il Napoli gioca con un campo fradicio di pioggia, con il fango: sono preoccupato! »
Pesaola non sbagliava ad essere preoccupato, perchè il Napoli, che al ventotto era già in
vantaggio con un destro cronometrico di Omar Sivori, è letteralmente scoppiato nella ripresa.
Non c’era più fiato, nè tenuta, per ragionare, per conservare il vantaggio, per vincere di
misura ma senza drammi. L’Atalanta, trascinata con violenza da un grandissimo Savoldi (19
anni, bergamasco, centravanti) ha saltato il centrocampo stringendo il Napoli tutto addosso a
Bandoni. Il pareggio di Salvori è venuto dieci minuti dopo una grande traversa di Braca
crossato-Sivori, ma ancora nel primo tempo Danova aveva colpito il palo e al sessantacinque
Sbardella gli aveva negato un rigore netto.

La svolta decisiva della partita si è avuta al 65′. E’ successo questo. Un’azione dell’Atalanta sulla
sinistra; Danova che entra in area al vertice sinistro: con un super-dribbling farcito sei volte come
solo a lui riesce, evita due difensori, quasi salta anche Girardo a otto metri dalla porta, … Girardo
mette il legno e falcia. Danova cade: è rigore netto. Sbardella fa segno: glissons!, non è nulla. In
questo preciso istante si capisce che il Napoli non vincerà la partita, ma che, al massimo, riuscirà a
far valere un punto il gol di Sivori. Si, perchè l’Atalanta, incattivita dal mancato rigore, frustrata e
rabbiosa non concederà più nulla al Napoli, lo braccherà senza sosta, lo schiaccerà nella sua area,
sicura oltretutto di essere in « credito » con Sbardella e quindi di poter « entrare » senza complessi
avendo nello stesso tempo la quasi-certezza di essere protetta per « compensazione ». Dopo il 65′
infatti la squadra di Bruno Pesaola si sfalda senza colpo ferire. Basta citare qualcosa di quello che è
successo nei minuti successivi. Neva in piena area stoppa la palla tranquillo e tira una botta mai
vista che Nardin incoccia in corner con lo stinco; Savoldi uncina di sinistro dal limite, la palla passa
in mezzo a cinque giocatori, ma Bandoni vede lo stesso e stringe all’indietro il tiro-gol; e ancora un
gran colpo di testa di Nova. Tutto questo in sei minuti, dal 65′ al 71′. Un minuto dopo, il gol del
pareggio! Ancora un fallo di Girardo su Danova; la punizione è di Pelagalli, sulla quale saltano
insieme Savoldi, Nova e Salvori: notata l’assenza dei difensori napoletani! Colpisce Savoldi
traversa! Riprende Salvori: gol! E’ la fine fatale, inevitabile della partita. Perchè fatale? Crollo del
Napoli aggravato dalla pesantezza del fondo, ritmo spaventoso imposto dall’Atalanta per novanta
minuti consecutivi con accelerazione alla distanza: la maggior classe di una squadra che aveva oggi
soltanto un gol e il cervello di Omar Sivori non poteva che pareggiare, in queste condizioni
atletiche.

Pesaola preoccupato

Bruno Pesaola era preoccupato. Aveva smaltito l’irritazione della profezia di Helenio Herrera
soltanto perchè aveva letto sui giornali del mattino la smentita del Mago. Era preoccupato solo dal
fondo del terreno, ma credeva fortemente nella vittoria del Napoli. Non so se questo pareggio, al
difuori delle dichiarazioni diplomatiche, lo abbia deluso. Date le premesse, data la forza dimostrata
dall’Atalanta, un punto preso a Bergamo è buono. Ma resta pur sempre il fatto che l’Inter, quindici
giorni fa, aveva fatto… cinque, resta pur sempre il fatto che tutto si era svolto nella maniera migliore

possibile con la squadra che va in vantaggio quasi subito e che quindi può serrarsi e giocare di
rimessa senza ansia. In questo senso credo che Bruno Pesaola non sia soddisfatto e che, seppur il
Venezia fa domenicalmente incetta di gol, non sia neppure del tutto tranquillo per la trasferta di
domenica. « L’anno scorso — ha commentato nello spogliatoio — avevamo perso a Bergamo con
una punizione sulla quale Bandoni non ha voluto la barriera! Quest’anno le barriere c’erano, ma
abbiamo ugualmente regalato il gol: non si può fare saltare tre avversari a centro area senza il
minimo contrasto! ». « Il pareggio è sostanzialmente giusto però… », abbiamo osservato. « Alla fine
è giusto, ma potevamo chiudere subito la partita e anche nel secondo tempo, dopo quindici minuti,
abbiamo avuto con Braca la grande occasione di andare sullo zero a due! Allora avremmo vinto sul
serio! Pazienza! ».

« Pazienza si, ma non è stato in ogni caso un bel Napoli… ».
« La nostra è una squadra tecnica: su quel fondo era più difficile per noi che per loro imporre il

« Qualcuno sostiene, nonostante i risultati, che quest’anno il Napoli sia meno forte dell’anno

gioco… ».

scorso! ».

« E chi è questo pazzo?! Abbiamo vinto due partite in casa negli ultimi minuti, ma giocando
molto bene: l’anno scorso eravamo partiti con una valanga di gol perchè Canè era in un periodo
favoloso di forma, non perchè la squadra fosse più forte! Del resto, subito dopo, a Roma abbiamo
dato spettacolo e con il Milan il risultato giusto era quattro a zero! ». Pesaola quindi nega che ci
siano dei grossi problemi per questo Napoli, ma la partita con l’Atalanta, a mio parere, ha fatto
avvertire « qualcosa che non va ». E deve essersene accorto anche Sivori se è vero, come lo è
infatti, che nel secondo tempo si è ritirato nei suoi appartamenti, riducendo al minimo
indispensabile le puntate in avanti e limitandosi invece a selezionare qualche palla a centrocampo
dove era solo, tremendamente, incredibilmente solo.

E qui tocco il primo tasto di quel «qualche cosa che non va » o che almeno a Bergamo non è
andato: Bianchi. Nemmeno Juliano è stato all’altezza delle sue possibilità e dei suoi compiti
sbagliando nella prima mezz’ora almeno dieci passaggi consecutivi, ma Bianchi è stato addirittura
penoso. Su un campo adatto alle sue caratteristiche muscolari e di potenza, Bianchi non è riuscito in
nulla: nè a contrastare a centrocampo il mai-stanco Salvori, nè a concludere qualche azione
offensiva in maniera decente. Una volta che ci ha provato, è finito sul fondo senza convinzione.
Forse c’è un alibi alla più che scialba partita di Bianchi e a quella anemica di Juliano: la presenza in
tribuna di Ferruccio Valcareggi. Juliano e Bianchi, per quasi una settimana (dal giorno di Inter-
Torpedo) hanno letto sui giornali di mezza Italia che la Nazionale per la imminente partita con la
Russia dovrebbe essere fatta dall’Inter più Bianchi mediano e Juliano « mezzala-Suarez ». E’ quindi
possibile e umanamente comprensibile che i due, osservati dal C.U. Valcareggi, abbiano subito la
situazione, reagendo negativamente alla « sorveglianza speciale ». Questo può essere un alibi
valido, ma non giustifica fino in fondo la partita della coppia che dovrebbe faticare con ordine per il
cervellissimo-Omar e che al contrario, nell’umido pomeriggio di Bergamo, non ha funzionato
nemmeno un minuto. Il Napoli per questa grossa falla non ha potuto strappare tutto il risultato nel
primo tempo.

Bianchi giornata-no

Sivori nella prima mezz’ora aveva fatto tutto il possibile. Al quarto minuto, su uno stupendo cross
di Canè, avrebbe potuto segnare: ne uscì un tocco centrale su Cometti. Ma trenta secondi dopo

lanciò stupendamente Bianchi che fallì: Bianchi ha già segnato due gol in campionato: se avesse
fatto questo gol si sarebbe fatto perdonare la giornata-no al cinquanta per cento. Per questa volta il
gol lo fece ancora Omar Sivori (il secondo, dopo quello che ammazzò Pugliese all’Olimpico), al
ventottesimo. Su un’azione Juliano-Girardo e cross di quest’ultimo, Orlando deviò di testa la palla
su Sivori. Il cabezon con un colpetto d’anca sottile tagliò Pelagalli, fece un passo e con la palla sul
destro, passò via Cometti in uscita a pesce. Sivori insomma, oltre ad essere il regista, l’unico a
centrocampo che usasse il lancio di venti-trenta metri come arma moderna di offesa, riuscì ad essere
l’uomo-gol, secondo una tradizione che quest’anno ha tutta l’aria di ripetersi con frequenza. Ma
Sivori, ancora una volta non è bastato a conservare per la vittoria il suo gol contro un’Atalanta che,
a parte una traversa colpita da Braca al 17′ della ripresa (lancio alto, stupendo di Sivori sulla testa
della giovane ala), ha progressivamente preso in mano la situazione senza via di scampo per il
Napoli.

Savoldi strepitoso

Sivori ha avuto un solo torto: quello di non aprire mai o quasi mai su Braca che più di una volta era
smarcato, ma invano. Non come Orlando che in nessun caso al mondo varrà Altafini. « Josè è
guarito, ha sorriso Carlo Ingarami, medico del Napoli. E’ la testa che non funziona!!! ». Neuro-
psicologia a parte, il rientro imminente di Altafini non potrà che essere positivo, in qualsiasi
posizione Pesaola decida di schierarlo. Perchè a Bergamo di centravanti se n’è visto uno soltanto:
Savoldi! Spettacoloso in ogni azione! Ha svirgolato una palla in novanta minuti! Dino Panzanato
non l’ha mai visto in faccia, sempre alle spalle! Ha diciannove anni, eppure dimostra un mestiere da
anziano: è stato lui più di ogni altro, più dello stesso ottimo Salvori e dell’inesauribile Pelagalli (che
marcava Sivori) a trascinare all’attacco, al pareggio, la Atalanta più potente, più atletica e decisa
degli ultimi mesi. La vittoria in casa-Mannocci non era un terno al lotto evidentemente. Anche
questo ha dimostrato una partita tiratissima e colorita che oltretutto ha regalato alcuni « flash »
curiosi. Come Orlando «’o capoccione », che rimane a terra groggy per aver colpito con la nuca
anzichè con la fronte; Cella che con un calcio solleva venti centimetri quadrati di tappeto verde;
Pesenti che entra costantemente a gambe unite, stile-teutonico; Baridoni angosciato che respinge di
pugno schiacciando la palla… a terra! e Sbardella che ammonisce Canè, polemizza con Sivori,
sistema Angeleri in panchina e allontana i fotografi assiepati dietro la porta di Cometti. Amen.

Stenti al Milan

Con nove virgola nove probabilità su dieci il Napoli cederà Amedeo Stenti al Milan. Una settimana
fa, quando il Milan giocò a Fuorigrotta, ci fu già un incontro tra i presidenti Carraro e Fiore, ma, di
comune accordo, fu deciso di tenere la trattativa assolutamente segreta. Il quadro della situazione è
comunque talmente completo che soltanto un fatto imprevedibile potrebbe far fallire la più
probabile e grossa cessione di novembre. Con questa cessione oltretutto, il Napoli si libererebbe di
un uomo che, stando alle scelte di Pesaola, non gli serve più e che, se anche gli servisse, è oramai
con il morale a pezzi, completamente tagliato fuori dalla squadra. Quanto al Milan, a parte i
tentativi degli anni scorsi per avere dal Vicenza Stenti, risolverebbe finalmente e nella maniera
migliore possibile il problema del libero. Con Noletti e Schnellinger terzini con Rosato stopper e
Stenti libero, la difesa rossonera sarebbe sistemata per molto tempo. Tra Stenti e il Napoli, a

prescindere dall’accordo Carrara-Fiore, la rottura è ormai completa. Le prove evidenti sono molte e
non smentibili.

1) Stenti non partecipa più agli allenamenti della prima squadra, ma , altri quattro

« indesiderabili » è tenuto in disparte.

2) Stenti ha avuto un colloquio con Fiore per chiedere spiegazioni generali e particolari riguardo
una eventuale cessione. Fiore gli ha risposto: « Io non sono d’accordo del tutto con chi cederti, ad
ogni modo vedremo! ».

3) Stenti non parla da un pezzo con Bruno Pesaola.
4) Stenti domani, chiederà un altro colloquio a Fiore in relazione alle dichiarazioni rilasciate
sabato da Pesaola al « Corriere dello Sport »: « E’ possibile che Stenti venga ceduto. Un giocatore
che non sta volentieri a Napoli può andare altrove, ma sempre perché è lui a desiderarlo ».

5) Stenti, richiesto di rispondere a queste dichiarazioni, mi ha detto: « E’ assolutamente falso che
io non stia volentieri a Napoli! Mi sono affezionato a questa città ed ho molti, molti amici, ma io
voglio giocare e credo di averne il diritto. Siccome però vogliono cedermi, tentano di far credere
che lo faranno per colpa mia, contro la loro volontà! Ho giocato a Brescia, secondo il parere di tutti,
la più bella partita del precampionato, ma in silenzio mi hanno tolto di mezzo facendo pensare che
io non stessi bene: la verità è che era tutto preparato! Ronzon ha sette anni più di me e non sta
giocando bene: ma non serve a nulla tutto ciò. Non mi resta che aspettare che questa sfortunata
avventura finisca presto, che mi cedano a una squadra che mi ritenga utile. Il Milan? Sarebbe un
sogno! ». A questo punto e date le circostanze, chi dei tre (Milan, Napoli e… Stenti!) potrete aver
qualche interesse a non concludere l’affare? Nessuno. Roberto Fiore ha posto una sola condizione:
« Se lo vendo, voglio una barca di soldi! » Sic.