1966 maggio 9 La contromedia di Don Helenio

1966 maggio 9

La contromedia di Don Helenio

Di attimi a sensazione non se ne sono visti molti, ma quadretti curiosi sì. Ricordo un tunnel di
Corso in marcia indietro a Boninsegna. Curioso era il « 10 » sulla schiena del veronese: c’era uno
spagnolo in tribuna, un amico di Suarez. « Quella è di Luis », diceva, come per mettere i numeri al
posto giusto. Ricordo Combin che stoppa un pallone con il naso! Ricordo Cappellini che non si
vede e quando si vede, per la prima volta, sfonda la rete. Ricordo Guarneri, sí Guarneri, che avanza
all’attacco non dieci ma venti volte e passa la palla con esattezza, scambia senza darla all’avversario.
Ricordo il libero del Varese, Beltrami, favoloso: quattro lisci mai visti, in piena area. E quattro non
sono pochi. Tanto più se l’altro libero, Picchi, gioca sorridendo, cantando canzoni livornesi e, en
passant, salva sulla linea, al volo, un gol fatto di Ossola. Non è molto per una partita durata tutti i
novanta minuti. Eppure c’era troppa valle in mezzo tra i due schieramenti, troppa differenza tra la
determinazione dell’Inter e la fiacca smarcatura del Varese. Troppa. Tanto che Helenio Herrera,
radioso per il ritrovatissimo Corso, per il gol del Cappellini e per la vena di Guarneri, ha chiuso
successivamente la mascella. Secondo il Mago (ed è vangelo!) un gol (quello di Ferrario), una
traversa (quella di Maroso) e un salvataggio sulla linea (tiro di Ossola) sono stati una concessione
eccessiva a quel Varese. Si è ripetuto in sostanza quello a zero sul tabellone contro la Lazio: che era
successo anche a Roma, a tre l’Inter si ferma, digerisce il risultato, si appaga e subisce la reazione
d’orgoglio dell’avversario distrutto. Il Varese ha potuto tenere il gioco per dei minuti: i minuti che
l’Inter considerava persi. « Io non voglio — diceva il Mago incrociando le mani per spiegar meglio
che si faccia melina o che si umilia la gente con valanghe di gol, per il gusto di umiliare. Io voglio
che i miei uomini giochino tutta la partita, anche se va cambiato il passo secondo le circostanze. Io
non posso vedere che si subisce passivamente: se si devono fare i gol si fanno: oggi si poteva
segnare altri otto gol, bastava che se spingeva ».

« Allora non è del tutto soddisfatto? », ho chiesto al Mago.
« L’Inter ha preso quello che voleva, i gol e io risultato, ma quando è in vantaggio, anche di tre

gol, deve continuare il suo giogo ».

« Pensa che le assenze siano state assorbite come previsto? ».
« Come previsto, exactamente! Abbiamo avuto la sfortuna di incidenti gravi a due grandi
giocatori come Suarez e Jair, ma l’Inter dimostra sempre di saper superare la sfortuna con la sua
forza e con tutti i giocatori: i miei giocatori sono sempre pronti ».

« E di Corso…? »
« Anche la passeggiata era prevista? »
« Io non parlo mai di passeggiate, ma siamo in media, anzi, in contromedia: pareggio in casa e

vittoria fuori!!! ».