2000 Ma al gioiellino della Juve manca il sorriso di Altafini

2000 – Ma al gioiellino della Juve manca il sorriso di Altafini

Gli italiani piombarono nello sconcerto più brusco quando Gianni Agnelli definì
“Pinturicchio” il suo interno di punta Alessandro Del Piero, veneto della collina
trevigiana. Ma chi era ‘sto Pinturicchio? I giornali si affrettarono a raccontare di un
fine pittore perugino, e allora fu finalmente chiaro a tutti perché l’Avvocato
assimilasse piedi a pennelli, affreschi ad assist. Del Piero ringraziò sentitamente, ma
non si commosse con il mecenate. Se a un’asta d’arte il vero Pinturicchio può valere al
massimo due miliardi, il suo sosia in campo costa alla Juventus dieci miliardi netti
all’anno e altri tre ne riceve da un pugno di sponsor. I contabili del ramo hanno
calcolato che 13 miliardi a stagione fanno 500 lire al secondo.
Ho riflettuto sugli schéi, e sulla loro accettata normalità. L’altra sera contro gli
svedesotti, a guardar bene Pinturicchio ha inventato un gol da 2.500 lire in tutto, cioè
cinque secondi di lavoro eseguito alla perfezione, e quel suo sinistro perugino stava
già sul tabellone luminoso come un’icona. La follia del calcio sta tutta qui: ogni gesto
sembra valere da solo l’intero ingaggio di un anno. È un eccesso su vasta scala, e il
gol ne rappresenta il multiplo per eccellenza: bastano cinque secondi, tutto compreso,
a far tornare i conti. La sua razionalità coincide con la sua follia. Non so voi
telespettatori quanto me, io trovo che a Del Piero, per sbarazzarsi della staffetta e del
mezzoservizio, manca qualcosa. Nulla tecnicamente, e nemmeno la voglia; gli manca
una risata, questo è. A volte sembra vivere la partita come una penitenza. Se si
potesse, a Pinturicchio servirebbe un innesto di José Altafini, che a 34 anni e mezzo
incantava ancora la Juve a suon di gol. Il medico, dottor La Neve, diceva di lui che
era bradicardico con 44 pulsazioni al minuto e che disponeva di muscoli
straordinariamente tonicotrofici. Ma aggiungeva: “È ottimista, allegro, è giovane
dentro. Per questo, anche, dimostra clinicamente otto anni di meno”. A Ronaldo, per
irrobustirsi nel carattere, uno scrittore brasiliano ha consigliato di leggere Hegel.
Molto più gradevolmente, a Del Piero consiglierei di frequentare José.