1999 Bossi epura. Lega più di sinistra

1999 – Bossi epura Lega più di sinistra

Ciò che resta della Lega Nord (10,1 per cento alle politiche di tre anni fa e 4,5 alle europee di
giugno) sarà d’ora in poi più di “sinistra”. Mi spiego, attenendomi strettamente ai dati. La Lega ha
perso due milioni e mezzo di voti fra i moderati, fra i ceti medi come sostiene il prof. Miglio,
insomma al centro. Come evidente in Veneto, un sacco di questi voti sono passati alla Bonino, a
Prodi, a Berlusconi, un po’ a Comencini. Il resto, gran astensione: a Bossi hanno preferito il mare.
Già questa è un’ emorragia tutta moderata.
L’epurazione interna colpisce ora nella stessa direzione, contro quella che Bossi ha chiamato
proprio ieri la “tenia che assorbiva energie dalla Lega” a vantaggio del Polo. Via l’imprenditore
bresciano Gnutti, già ministro dell’industria leghista nel governo Berlusconi; via il senatore
vicentino Ceccato, sindaco a Montecchio con il 70% dei voti; via il deputato bellunese Bampo,
alpino e fustigatore della personalità; via Comino, capogruppo alla Camera e leader in Piemonte. In
pericolo il senatore friulano Visentin. Tutta gente con storie molto diverse, ma con un comune
peccato capitale agli occhi di Bossi: l’essere sensibili alle sirene di Arcore. Lo “gnuttismo”, per dirla
con Bossi, traducibile in Veneto con il “comencinismo”: fratelli siamesi, “moderatisti”, “moderatini
col cravattino”.
Uno studio sulla natura del voto alla Lega Nord ipotizzava un 70% orientato verso destra, un 30%
verso sinistra. Indebolito dal voto e sotto schiaffo all’interno, è per l’appunto quel 70% che paga la
crisi di Bossi, senza contare che la tradizione dei lumbard risulta da sempre più di sinistra al
contrario della veneta, più moderata. La lega epurata è ora più lumbard e meno veneta, perfino più d
i prima. In queste ore Bossi torna a marcare la solitudine politica: “Lega Nord contro Forza Roma
(Roma-Polo e Roma-Ulivo)”. Ma non è per nulla detto. Dopo aver perso il voto moderato ed
espulso i suoi presunti berluscones, la Lega è nei fatti più “di sinistra”. Bossi stima D’Alema, non
Berlusconi cui è solito chiedere: “ Sei mafioso?”. E ieri alla Camera l’ottimo intervento di Pagliarini
ha trattato con i guanti D’Alema, a sua volta molto attento in aula alla Lega Nord. Distanti nella
sostanza, collaborativi nei toni.
Una fase nuova, credo. Non l’ultima.