1966 settembre 19 …Cagliari da scudetto

1966 settembre 19 (Supersport)

… Cagliari da scudetto

Se Manlio Scopigno si trova in una località X e Luis Vinicio abita a quattro chilometri dalla località
X, Scopigno e Vinicio non possono non incontrarsi. La X, in questo caso, sta per Como.
L’occasione il Cagliari. Un saluto tra amici con un destino per molti aspetti comune. Hanno lasciato
entrambi Vicenza, la provincia, il tepore del caminetto, per tentare, Vinicio il trionfo finale,
Scopigno la conferma. Con il rischio di rimanere bruciati. Scopigno un’esperienza torrida l’ha già
subita e superata. Vinicio la sta conoscendo con tutte le esaltazioni e le ansie. « Come va con il
Cagliari? », chiede uno. « Bene, è una bella squadra: ci sto bene », risponde l’altro. Sono seduti
assieme su un divano. Entra Rizzo nella hall dell’hotel. Si avvicina in silenzio. Si siede a un paio di
metri: « Questo è Vinicio! Lasciatemelo guardare! ». E, rivolto a Scopigno: « E’ il prossimo
acquisto di novembre?! ». Manilo Scopigno ha gli occhi come fessure nel fumo della sigaretta:
« Con lui – respira -, il Cagliari sarebbe quasi da scudetto! » « E… senza?! », gli chiedo io. « Da
metà classifica… in su! »

Per Vinicio, è ovvio, Scopigno nutre oramai soltanto l’interesse del « memorialista ». Una questione
accademica. Un problema che lo diverte, per la semplice ragione che è un problema… degli altri.
Sotto tutti gli aspetti. Gli chiedo: « Secondo lei durerà il fisico di Vinicio? « Durerà?! Chieda a Fini
come lo ha trovato durante la visita che gli hanno fatto a Coverciano! Se dipendesse soltanto dal
cuore potrebbe giocare altri dieci anni! Non l’ho detto io: l’ha detto Fini a Vinicio! ». Gli richiedo
« Vinicio, sempre secondo lei, può giocare come un ala sinistra? ». « Perchè? Lui può giocare
dappertutto, a sinistra a destra al centro: basta che veda la porta! » Chiedo ancora a Scopigno: « Ma
a Vicenza aveva una posizione fissa? » « Un giocatore deve essere specializzato, saper far bene una
cosa: Vinicio sa fare i gol e sa farli fare: che importanza può avere da quale posizione? In una
squadra come l’Inter, poi, non dovrebbe aver problemi… se li mangia tutti! » Ricordo quello che mi
disse l’anno scorso Scopigno a proposito di Harald Nielsen, il centravanti del Bologna: « Ha un tiro
violentissimo, scatto, grandi possibilità, ma non ha la più pallida idea di che cosa sia un’azione
d’attacco, uno smarcamento: niente! Lui vede solo il pallone e sa solo che deve fare gol: tutto il
resto per lui non esiste! C’è un abisso con Vinicio! ».

Nielsen, Vinicio: nomi come etichette che indicano sul collo di una bottiglia le annate del vino-
Scopigno. Vicenza, Bologna… Cagliari. Questa è l’annata che Scopigno aspettava. Il « filosofo » è
intelligente. Non occorre che glielo dicano altri. Lo sa benissimo anche lui che è già, dopo novanta
striminziti minuti di gioco, uno dei personaggi più attesi del campionato. Si vuole sapere veramente
« quanto » vale quest’uomo; quali sono le sue reali possibilità. E’ una grande responsabilità. E
Scopigno per questo sa anche di non poter sbagliare. Nell’anno folle delle quattro retrocessioni, il
Cagliari non ha voluto rischiare nulla. Non ha mollato i gioielli (Rizzo-Riva) e si è rafforzato, un
uomo per settore (Reginato, Tiberi, Boninsegna). L’incubo-salvezza non dovrebbe essere nemmeno
sfiorato. Scopigno, si sa, non è allenatore dalle partenze a tutto gas, è piuttosto tagliato per
un’andatura ad accelerazione progressiva. Per cui, probabilmente, ha lavorato finora su questa
direttrice; che, in fondo, sembra aver convinto anche i giocatori. Mi diceva infatti Rizzo: « Sarà un
vero incubo quest’anno con questa storia delle quattro che devono morire e quindi non dovremo
perdere punti da cretini. Ma non penso neanche che sia conveniente cercar di far tutto subito: l’anno
scorso siamo partiti pancia a terra e abbiamo fatto diciannove punti nel girone d’andata! Poi siamo

quasi scoppiati e, in quello di ritorno, abbiamo fatto pena, ci siamo salvati per miracolo! ». Una
partita giocata, a Lecco, è troppo poca cosa perchè non si debba parlare ancora dell’anno scorso. Ed
uno degli argomenti più discussi, a proposito del Cagliari, è questo: Silvestri aveva un forte
temperamento e soprattutto comunicava in maniera diretta, incisiva, quasi « visiva » questo
temperamento. Scopigno è fatto di tutt’altra pasta: ha carattere, idee e personalità. Ma è
« antimago » per eccellenza: non urla, non insulta, non è teatrale. Cerca di essere convincente, di
parlare, di legare con i giocatori senza il velo dell’istrionismo di moda. Il salto tra la carica di
Silvestri e il self-control di Scopigno è forte: può creare degli scompensi? Questo era
l’interrogativo. Per rispondere ad esso ho interrogato proprio due gioielli, Rizzo e Riva, i giocatori
di maggior prestigio e di maggior influenza. Ad entrambi ho chiesto un parere su Scopigno, un
parere il più possibile non « influenzato » da considerazioni opportunistiche. Riva è stato deciso e
secco: « Per un certo periodo ho cercato di capire perchè non fossi finito all’Inter! Dal momento che
non ho capito nulla… non ci ho più pensato! Amen: ora sono tutto del Cagliari! Scopigno? Mi trovo
veramente bene con quest’uomo, sotto tutti i punti di vista: ti assicuro che non lo dico per
opportunismo, è forte, sono contento di lavorare con lui ». Rizzo ha cominciato da… Silvestri:
« Silvestri era stato degli anni con noi: era fatto in una maniera ben definita con una carica che
spaccava i sassi! Ti confesso che quando è arrivato Scopigno, anche se io sono un tipo che non lega
molto con gli allenatori, rimasi un po’ perplesso! Era tutto diverso, completamente: proprio due tipi
più diversi non potevano esserci! Poi ha cominciato a farsi conoscere e sono convinto che con il
tempo ci adatteremo del tutto ». E’ quanto spera Rocca che, a suo tempo, ha scelto il « bruciato
verde » di Bologna dopo aver battuto con scrupolo la piazza. E’ quanto si è posto come obbiettivo
Scopigno che, se anche non può disporre di quello che probabilmente sarà il « suo » Cagliari, è
tecnicamente e tatticamente soddisfatto.

Il Cagliari di Lecco, risultato a parte, non è ancora il vero Cagliari, dal momento che l’acquisto
vicentino, Tiberi, sgessato soltanto giovedì sera, non è ancora disponibile. Tiberi è elemento
sicuramente determinante per una scelta tattica (e di uomini) che Scopigno dovrà fare. Cera sta
terminando il servizio militare. Con un Cera quindi a completa disposizione e con un Tiberi guarito
(alla caviglia) e allenato, il volto del nuovo Cagliari dovrebbe essere questo: Mattrel (o Reginato) in
porta, Martiradonna e Longoni terzini, Vescovi stopper e Longo libero, Tiberi mediano, Cera e
Rizzo mezze ali, Nenè ala tomante, Riva e Boninsegna punte. Balza subito agli occhi l’assenza dalla
formazione di Greatti sostituito da Cera. Qualcuno può giudicare questa assenza discutibile sul
piano del rendimento, ma, conoscendo la predilezione di Scopigno per la soluzione Tiberi-mediano
(dettata dalla lunga esperienza di Vicenza) e sapendo anche che Scopigno non considera proprio
congeniali alle possibilità di Cera compiti di marcatura, non vedo un altro sbocco se non appunto il
lancio di Cera-mezzala. Non Cera libero? Non credo se è vero come è vero, che quando ho chiesto a
Scopigno di Longo, la risposta è stata: « Vescovi e Longo stanno molto bene assieme: Longo, ad
esser sincero, mi ha anche sorpreso! ». Il terzo uomo del centrocampo sarà Nenè. « Nenè starà in
una posizione più arretrata di quella di Rizzo, che sarà invece più vicino a Boninsegna e a Riva ».
« Come ha trovato Riva? », ho chiesto a Scopigno. « Favoloso! É la più forte ala sinistra che ci sia
in Italia senza il minimo dubbio! Fra l’altro mi avevano detto che era un ragazzo strano: non è vero!
Se penso che Fabbri lo ha considerato riserva di Barison…, cose da pazzi!!! Con questa storia
Fabbri deve aver fregato… anche Herrera: non avendo visto molto Riva e… guardando la
graduatoria delle ali di Fabbri, è anche comprensibile che Herrera non ci credesse molto. Ma Riva è
un asso! ». Con due assi (Riva e Rizzo) nella manica; con un buon complesso (come lo ha definito)

a disposizione; con tre portieri (« dell’abbondanza non si è mai lamentato nessuno! ») e varie
soluzioni di ricambio per quasi tutti i ruoli, il pronostico di Scopigno « da metà classifica… in
su! » diventa un impegno perentorio. E non fallibile.