2002 ottobre 20 Formula Uno

2002 Ottobre 20 – Formula Uno

Non vorrete che vada a perdere tempo con la solita Inter di Cuper, quando la Formula uno 2003
si annuncia con un colpo di scena da buongustai delle velocità. Signori, é risuscitato il Pilota con
la “P” maiuscola; dopo la dittatura della macchina torna ad essere lui il “deus ex machina” come
avrebbero detto i latini, fattore decisivo delle corse.
A 50 giorni dall’entrata in pista la F.1 si è data regole del tutto nuove per restituire i circuiti agli
dèi del volante finalmente liberati dalla schiavitù elettronica. Per farlo, i vecchiacci della
federazione internazionale sono andati a tirar fuori dalla naftalina l’articolo 61 del codice sportivo
che dice: ”Il pilota deve guidare da solo e senza aiuto.”
Fino all’anno scorso se n’erano fregati, come se lo stesso Mosè si fosse dimenticato di uno dei
suoi dieci comandamenti. Meglio tardi che mai, alleluia, anche se la riforma non risponde affatto
a un romantico ripensamento. Si sono accorti che la F.1 televisiva si stava trasformando in
Formula noia, tutto qua.
Sfido io, automatismo dietro automatismo, era finita in museo un’intera epopea di guida, da
Nuvolari a Fangio, da Lauda a Prost, da Senna allo stesso Schumacher. Basti pensare alla partenza
degli ultimi gran premi, ridotta all’emozione che può dare la timbratura del cartellino in ufficio.
Nonostante l’attimo neurologico del via, i piloti erano pacchi postali su un motore di 800 cavalli.
Avrebbero potuto telefonare alle morose; Schumacher poi si sarebbe potuto anche leggere gli
amabili epigrammi veneziani del suo compatriota Wolfgang Goethe.
Non sto esagerando. Vi leggo che cosa ha dichiarato ieri alla “Gazzetta” Luca Cordero di
Montezemolo, presidente della Ferrari: ”I sistemi di partenza automatizzata fanno diventare il
pilota una specie di accessorio.” Se lo dice lui, che dispone della macchina e del pilota più
vincenti, c’è da credergli.
Nel caso che la Federazione non cambi idea, sarà d’ora in poi una Formula uno un po’ più
manuale e un po’ meno virtuale. Il pilota riscoprirà le braccia, le mani, il piede, tutti gli arti che
il cambio totalmente automatico aveva in parte anchilosato.
E’ finita ad esempio la pacchia della curva a memoria. In parole molto rozze, quella che il
cosiddetto controllo di trazione indirizzava su una traiettoria somigliante a un binario ferroviario.
In fondo, con le nuove regole, a me pare che la macchina torni ad essere più macchina e l’uomo
più uomo. Inutile precisare che per questo non rivivranno i Nuvolari né i Senna, ma di sicuro la
gerarchia tra piloti dovrebbe riprendere parte del sapore perduto.
A prima vista, diventa paradossale che venga ordinato proprio all’automobilismo più
avveniristico di fare dietrofront verso il passato. Pensandoci meglio, trovo invece che si pretende
dall’elettronica un passo indietro soltanto per ottenere un passo avanti dello spettacolo.
Soprattutto a questi livelli, ricerca e sport, business e industria, bravura e regole, debbono tutti
mantenersi in equilibrio. A forza di tecnologia pura, sarebbe impossibile alla fine suscitare ancora
passioni popolari con “laboratori” al posto di “bolidi.”
Ho apprezzato moltissimo Montezemolo, dichiaratosi a favore di quasi tutte le innovazioni anche
se alla Ferrari converrebbe esattamente il contrario. Quando si vince, anzi si domina; quando si
dispone contemporaneamente del miglior motore e del miglior manico, l’egoismo di marchio
suggerirebbe di fare l’impossibile per tenere le cose così come stanno.
Maranello ha fatto il contrario. Si prende nuovi rischi, cerca guai competitivi, avalla una
rivoluzione che nessuno sa dire chi favorirà e chi penalizzerà. Invece di battersi per lo status quo,
la Ferrari torna in mare aperto. Brava.
Lo stesso Schumacher, che con gusto ho sentito parlare in italiano e bene, non ha fatto una piega.
I grandi fanno così, godono come lui le nuove sfide, a cominciare dalla pole position che
quest’anno sarà decisa da un solo giro di pista lanciato, con una sola vettura in pista!

Già non vedo l’ora di vedermi le prove del venerdì e del sabato. Una volta chiesero ad Ayrton
Senna quale fosse secondo lui il massimo dell’ebbrezza. Rispose: ”La pole position, quei novanta
secondi di pura velocità.”
Bentornati piloti.