1995 settembre 6 – Ma nessuno ha chiesto mai scusa

1995 settembre 6 – Ma nessuno ha chiesto mai scusa

Un Paese fazioso affronta gli scandali dividendoli in scandali di destra e scandali di sinistra. E’ la
vecchia tecnica della reciproca delegittimazione: si evita di entrare nel merito contestando in via
preventiva la fonte.

Tu avrai anche ragione ma poiché sei tu, hai torto. La legge dell’”a chi serve?”. Se serve
all’avversario, non vale.

Un Paese serio prende invece gli scandali per quel che sono, spersonalizzandoli. Conta la cosa, non
il chi e – semmai – il chi viene dopo, dopo aver messo a nudo i meccanismi dello scandalo, il come
e il perché.

Siamo faziosi, non seri. Sicchè lo scandalo delle case si sviluppa come un affare di schieramento più
che di moralizzazione. Già, la “moralizzazione”, la “questione morale”: ma non erano proprio questi
i cavalli di battaglia della sinistra? E, allora, perché tanto malcelato fastidio e impaccio e imbarazzo
soltanto perché il colpo è partito dalle pagine di Vittorio Feltri, sotto una testa di proprietà di Paolo
Berlusconi?

Gli scandali vanno affrontati a viso aperto, per uscirne tutti assieme, con vantaggio collettivo. Anche
quello delle case è uno scandalo culturale più che politico, segnala la decadenza di un ceto dirigente
più che il suo privilegio. O, meglio, il privilegio fotografa la pochezza del potere, non la sua forza.

La prova sta sotto gli occhi di tutti, impressionante. Nessuno ha sentito il bisogno di chiedere scusa.
Scusarsi per l’assegnazione in corsia preferenziale; scusarsi per la pigione non congrua; scusarsi per
aver avvallato un sistema di favori pubblici da parte di enti pubblici a uomini pubblici. Scusarsi
perché, nonostante tutto fosse dalla A alla Z pubblico, la regola di condotta era tassativamente privata.

Di questo si tratta, senza distinzione tra sinistra e destra, tra politici e sindacalisti. Che nessuno, non
uno, si sia ancora scusato è lo scandalo più scandaloso.

D’Alema ha compiuto il gesto giusto nel modo sbagliato. Abbandonare quell’appartamento con la
“coscienza a posto”, sa di vittimismo non richiesto; se lo lascia, evidentemente, in qualcosa ha
sbagliato. E allora lo dica chiaro, senza fare il doroteo. Su, coraggio.