1988 agosto 06 Un urlo durato sei anni

1988 agosto 06 – Un urlo durato sei anni
Il Governo ha affrontato il Caso Sicilia e la manovra economica
Attacco alla mafia
FISCO: meno tasse dall’89
Dobbiamo ringraziare il procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, la cui denuncia ha frantumato lo
strisciante silenzio sul caso-Sicilia fino a sfidare la ritorsione «disciplinare» della corporazione.
Dobbiamo ringraziare il capo del pool antimafia di Palermo, giudice Giovanni Falcone, che è riuscito a
far capire a tutti – tranne che al Consiglio Superiore della Magistratura – come non si possa combattere
il più organizzato e feroce crimine con mezzi di ordinaria amministrazione giudiziaria.
Dobbiamo ringraziare Cossiga che, assai più attento al Governo, ha impedito che il ventre molle della
politica assorbisse nell’indifferenza la caduta di tensione e di vigilanza nei confronti della piovra.
Se oggi c’è un nuovo «prefetto» anti-mafia, nella persona di un giudice per anni in prima linea contro il
terrorismo; se vengono rafforzati in modo consistente gli organici delle forze dell’ordine; se si sta
istituendo un servizio segreto con il solo compito di occuparsi della criminalità organizzata; se la mafia
torna ad essere un’emergenza da affrontare con la mobilitazione dello Stato e della società, se tutto ciò
accade in un Consiglio dei ministri d’agosto, lo dobbiamo a Borsellino, a Falcone, a Cossiga. La
giustizia e la Repubblica sanno ancora reagire e prevalere sui ritardi, le inadempienze, l’inefficienza, le
complicità.
Le misure decise o promesse dal Governo danno implicitamente ragione, su tutta la linea, a chi aveva
reclamato più mezzi, più poteri, più specializzazione, più dinamismo, l’esatto contrario della
«normalizzazione». E’ incredibile come ritorni sempre di prepotente attualità un morto ammazzato che
allo Stato e ai suoi sordi poteri aveva spiegato tutto: Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Per colpire in alto, oltre la manovalanza, «al di sopra dei fichi d’india» come usava dire, il generale
aveva chiesto tutto ciò che oggi finalmente viene concesso agli apparati di sicurezza e a un giudice-
prefetto sullo sfondo di una Palermo lacerata ma non priva, come ha dimostrato anche il sindaco
Orlando, di coraggio e di testimonianza. Sei anni fa ai funerali di Dalla Chiesa, la gente urlò la propria
collera contro i politici presenti: soltanto oggi i politici sembrano aver sentito quell’urlo.

agosto 1988