1988 agosto 10 Vergogna tossica

1988 agosto 10 – Vergogna tossica
Ravenna s’oppone alla nave dei rifiuti
Scarica barile tra ministro e Governo
Lo sappiamo. Quello dei rifiuti tossici è un problema drammatico; non siamo i soli a rifarli
clandestinamente in giro per il mondo; per gente e paesi di pochi scrupoli sono anche un affare. Ciò
non toglie che nel nostro caso rappresentino una vergogna nazionale: abbiamo navi che vanno e
vengono per riportare a casa lo schifo che cercavamo di smaltire in Nigeria e in Siria. L’abbiamo fatta
franca sulla spiaggia libanese fra Tiro e Tripoli, ma altrove ci hanno preso con le mani nella marmellata
chimica.
A Genova stanno scaricando più di diecimila fusti dalla motonave siriana «Zanoobia», rispedita al
mittente dopo sei mesi di incerta destinazione. Le scritte sui contenitori fanno risalire il carico a un
sacco di ditte del triangolo industriale del Nord, Veneto compreso. Le vie del made in Italy sono
infinite e adesso il molo Duca di Galliera del porto di Genova è guardato a vista, isolato come un
bunker: lo scarico viene considerato un’emergenza.
In queste stesse ore Ravenna si sta mobilitando a tutti i livelli, istituzionale e popolare, perché non ne
vuol sapere di accogliere la portacontainer tedesca «Karin D» con le prime duemila tonnellate di veleni
restituitici dalla Nigeria. Si calcola che altre settemila, compresa la terra inquinata, attendano di essere
riportate via dalla sponda africana dove il Bel Paese – sempre amabile e spiritoso – scaricò a suo tempo
i luridi fusti con l’avvertenza di munirli dell’etichetta: «Aiuti al terzo mondo, cooperazione allo
sviluppo».
Se il colonialismo ottocentesco appartiene oramai alla storia, il colonialismo non è mai morto. Si
evolve, si camuffa, si fa più cinico anche se meno plateale. E questo che affiora dai barili tossici è
certamente tra i più spregevoli. Altro che rapporti fra etica ed economia: qui è tutta una cultura che va
rifondata, partendo dal principio che non la disponibilità dell’ambiente va venduta allo sviluppo ma la
tecnologia deve piegare lo sviluppo alla vita.
A mitigare lo spettacolo di Genova e Ravenna può riuscire o soltanto una svolta. Il problema vero non
è trovare un porto: questo lo si trova sempre, magari a Venezia. Con una laguna in tali condizioni,
prima o poi una qualche «Zanoobia» apparirà davanti a San Marco! Diranno che a Marghera ne hanno
già passate tante e che, in attesa di disinquinare da qui al Duemila, anche la Serenissima può dare una
mano a risarcire i nostri appestati di turno.

agosto 1988