1985 marzo 29 Più forte della paura

1985 marzo 25 – Più forte della paura

Poteva essere la riedizione di «Piazza Fontana», moltiplicata in vittime e orrore. Non ha molta
importanza sapere da chi e perché è stata sventata un quarto d’ora prima della strage: conta soltanto
rendersi conto che, nel gioco del timer e della telefonata che lo ferma, esiste una lucida volontà di
seminare terrore. Il terrorismo colpisce anche quando non esplode o finge di farlo.
Il terrorismo non è una provocazione, non deve servire a manipolazioni di parte che finiscono con
l’introdurre in campagna elettorale l’incubo della violenza, esattamente nella logica del tritolo e del
grilletto. Il terrorismo che rigurgita tra noi è un male apartitico, asociale, che si fa forza delle debolezze
della società e che confonde i colori per confondere noi stessi. Chi trova il coraggio di utilizzarlo,
magari attraverso il deviante metodo dell’«a chi serve», non conosce vergogna.
Il terrorismo odia la democrazia, la democrazia lo sente come la sua negazione. Di fronte al lugubre
tam-tam avvertito nel giro di 24 ore da Roma a Treviso c’è l’ufficialità di un ritorno che troppo
frettolosamente ritenevamo rimosso dalle cronache e dalle coscienze. Ma ha ragione il giudice
Calogero quando, nella risposta da dare, invoca il «principio della ragionevolezza».
La nostra libertà è più forte della paura, tanto da rifiutarne le tentazioni.

marzo 1985