1983 maggio 29 Ecco perché Bearzot “spera” nei suoi 11

1983 maggio 29 – Ecco perché Bearzot “spera” nei suoi 11

Qualcuno sospetta che quelli della Juve siano stanchi. Bearzot non ci sta: “Se sostenessimo che
degli atleti non possono reggere un’altra partita dopo quattro giorni, faremmo ridere tutto il
mondo!”.

Piuttosto il problema è un altro: “Gli stimoli personali”, ha aggiunto, è su questi che il Ct punta. Un
giornalista milanese dubita di Rossi e lui di rimando: “Guardate che è capocannoniere della Coppa
Campioni 1983, mica del 36’! Datemi per esempio il Rossi di Birmingham e poi ci vediamo”. Lo
stopper svedese Dalqwist è uno come Brio, un gigante che sui palloni alti smista meglio di una torre
di controllo, però è timido a terra.

Il primo a non funzionare tra Graziani e Rossi vedrà sollevarsi dalla panchina Altobelli e capirà
tutto. Ma, forse temendo di essere equivocato per un Trapattoni-bis, Bearzot ribadisce un vecchio
concetto: “I miei cambi si riferiscono a un episodio, non al giocatore in sé”.

A un anno scarso dal Mundial, gioca la formazione in fondo più scontata eppure la più tormentata.
Vista da destra, sembra mettere assieme un blocco di sconfitti (i sei della Juve) e un gruppo di
demotivati (gli altri cinque dell’Inter e della Fiorentina). Sempre con l’occhio catastrofico, il settore
più in forma sembrerebbe ad occhio e croce la panchina, dove sta seduta gente che ha finito il
campionato in piedi.

Vista da sinistra, è invece una Nazionale che ha la possibilità di esasperare il meglio di ciasciun
giocatore con Bearzot nel ruolo di provocatore, l’amico che ti sussurra all’orecchio tutte le buone
ragioni che ciascuno ha di tirar fuori finalmente una reazione seria. La Nazionale di Goteborg come
turbolento mosto di questioni private; vincere quasi a titolo personale. Perché? Vediamo:

1) Né la Juve né Zoff hanno ancora deciso che fare in avvenire ma, soprattutto a quarantun

anni, non è mai piacevole lasciare una professione sulla spinta di patetiche sconfitte.

2) In base alla legge sullo svincolo, Gentile sarà libero il prossimo anno. Nessuno lo discute ma

(vedi l’allenatore svedese) crescono all’estero le obiezioni al suo roller-ball.

3) Cabrini è giovane, ha più avvenire di tutti. È stato il migliore ad Atene ed è sorretto da molta

ambizione, odia perdere.

4) Orali ha appena firmato con la Fiorentina un ingaggio d’oro. Ha addosso molti occhi e si
trova per la prima volta nel ruolo di chi, rifornendo Antognoni, inaugura una coppia del
campionato 1983 – ’84.

5) C’è un giocatore letteralmente incalzato nel suo ruolo: Collovati da Vierchowod, il muro

considerato da Liedholm altrettanto importante di Falcao per lo scudetto della Roma.
6) Dopo le cadute in Campionato e Coppa, Scirea affida alla Nazionale la restaurazione

dell’immagine di “miglior libero del mondo”.

7) Sarà la prima volta azzurra di Conti con scudetto
8) Tardelli è il giocatore che, per libido interiore, più macina la voglia di reagire, quasi una

9) Di solito Rossi ha il senso storico di interrompere con improvvisi ritorni-gol i suoi

10) Antognoni ha il fantasma di… Platini con cui confrontarsi. “La Juve è più forte della

Nazionale”, disse il francese alludendo.

11) Ha lasciato la Fiorentina ma non ha ancora un nuovo ingaggio: se c’è uno che di stimoli ne

vendetta contro ignoti.

oscuramenti

ha, questi è Graziani.

Tirate tutte le somme, non è un matto Bearzot nello sperare che Goteborg gli procuri almeno
un po’ di polvere di stelle del Mundial. La speranza è un obbligo, vedremo stasera se è
anche un investimento che distribuisce dividendi.