1983 maggio 3 Juve da supercoppa

1983 maggio 3 – Juve da supercoppa
La Fiorentina a Milano perde un punto: recupero impossibile?
Minuto per minuto, gol per gol, l’appassionante testa a testa fra viola e bianconeri
Miano, e Udine sogna. Poi arriva la valanga juventina

Udinese – Juventus 1-5

MARCATORI: 1’30” Miano, 30′ Marocchino, 36’30” Cabrini, 49′ Rossi, 85′ Cabrini,
89′ Virdis.

UDINESE: Borin, Galparoli, Tesser, Gerolin, (62′ Pin), Cattaneo, Orlando, Causio,
Bacchin, Miano (58′ De Giorgis), Orazi, Muraro. (12 Cortiula, 13 Pancheri, 15
Cinello).

JUVENTUS: Zoff, Osti, Cabrini, Furino (85′ Tavola), Brio, Scirea, Marocchino,
Tardelli, Rossi (70′ Bonini), Brady, Virdis. (12 Bodini, 15 Fanna, 16 Bettega).

ARBITRO: D’Elia di Salerno

NOTE – All’83’ ammonito Osti per gioco falloso su Causio, che è dovuto uscire dal
campo. Alla partita ha assistito il commissario tecnico della Nazionale azzurra
Bearzot. L’inizio è stato preceduto dalle esibizioni della cantante Loredana Bertè e
degli sbandieratori di Cori (Perugia). Tempo bello, terreno in ottime condizioni.
Spettatori: 42 mila per un incasso di 543 milioni, primato assoluto per il campo di
Udine.

Dall’inviato
UDINE – La Juve è ritornata in media-gol: siccome da alcune settimane arrancava a
colpi di autogol e di rigori, ha pensato bene di restaurare l’immagine dei Razza
Padrona. E ne ha fatti cinque a Udine, il che in Friuli non accadeva da anni.
Io dico questo: quando una squadra, giocando in trasferta, piglia un gol dopo un
minuto appena e, ciononostante, va sull’1-3 nel giro di 49 minuti, vuol dire che è una
squadra superiore, la squadra più vicina allo scudetto 1982. Mi si potrà obiettare: bella
forza, aspetti Udine per scoprire la Juve? Nossignori: il fatto è che molte cose
parevano coordinate contro la Juve in queste ultime settimane.
Un certo riflusso offensivo; la perduta vena di Galderisi; gli smorti echi della
Nazionale; la persistente indisponibilità di Bettega; la spasmodica attesa per Paolo
Rossi; la pressione persino superiore alle attese della Fiorentina. «Non mi sono mai
sentito tanto teso come oggi. Non capisco perché ma è così»: a dirmelo era stato ieri
Tardelli mentre tastava con il destro il prato dello Stadio e mentre Loredana Bertè
esibiva bocca, labbra, seno sinistro e rauchi decibel da un’area di rigore dello Stadio
Friuli più intasato della storia: quasi cinquantamila persone e oltre mezzo miliardo
d’incasso!
Tardelli era teso perché la Juve era tesa, più che mai obbligata a vincere. É arrivato
Boniperti: su un occhio esibiva Boniek, sull’altro Platini, su entrambi l’inquietudine
di aver preso due assi d’Europa per vincere l’anno prossimo la Coppacampioni senza
la certezza dello scudetto e, quindi, del passaporto di Coppa!
Accade di rado che una partita nasca così strana, così non-partita o pre-partita,
insomma tanto esterna al gioco, quasi tutta concentrata sul prima o sul dopo. Basti
pensare al ritorno di Paolo Rossi, ai raggi x puntati dopo due anni di oscuramento. Ma

non solo a quello: in campo ieri correvano già due sicuri ex, Brady nella Juve e
Orlando nell’Udinese, due stranieri che saranno rispediti al mittente, sostituiti da altri.
Non era facile rigiocare per Rossi, non è stato facile giocare per Brady e Orlando, cui
le rispettive società hanno già notificato il libello di ripudio. Non era nemmeno facile
giocare per Causio che, occhi di Bearzot addosso, chiede ai suoi 33 anni di durare fino
al Mundial di Spagna come se fosse sempre con lorsignori, con le damazze della Juve,
non già a Udine, tra i gerani di provincia.
Udinese-Juve è nata così, a pelle di leopardo, piena di chiazze e chiaroscuri, un emulo
di casi personali, con un solo grave difetto: la sproporzione d’atteggiamento esistente
tra Udinese e Juve. La prima, già salva, non aveva più nulla da chiedere alla vita; la
Juventus, alla pari con la Fiorentina, aveva ancora tutto da conquistare.
Trapattoni aveva immaginato una partita: dopo un minuto e mezzo, ne ha scoperta
un’altra. La Juve aveva rinunciato a tentare la coppia Rossi – Galderisi, puntando a un
match di contropiede o, in ogni caso, di manovra sinfonica, sorretta al largo dalle
falcate di Marocchino. Il gol di Milano l’ha obbligata ad aggredire la sempre più
intasata area dell’Udinese dove, accanto a Paolo Rossi, forse sarebbero serviti i guizzi
di Galderisi più che le ricuciture di Marocchino o il deambulare di Virdis. Era un
handicap, ma non è bastato perché questa Juve è passata sull’Udinese come un
compressore sull’asfalto tenero. Alla mezz’ora era già pareggio, beninteso preceduto
da quattro nitide palle-gol di Virdis, Rossi, Brio, Rossi. La Juve non mollava un
attimo la presa. La sua era una pressione costante, macinata, che partiva da Furino –
Brady e scaricava gioco lungo i corridoi laterali. Nonostante un Rossi molto contratto,
nonostante l’assenza di Gentile, nonostante la presenza di un Osti abbastanza
frastornato al via, la partita era tutta della Juve. All’Udinese restava il contropiede,
non fosse che il peso di Muraro è da sempre ineffabile e che, dopo il gol, da Cabrini a
Scirea nessuno si sarebbe più fatto sorprendere dal buonissimo destro di Miano.
Non bastasse, Marocchino è riuscito a fare un numero di molti carati pareggiando con
un lungo, serrato dribbling, passato come un tagliacarne nella difesa della Juve. Dal
pareggio in poi, nessuno dell’Udinese si è più illuso, né poteva, non bastando da sola
la sapienza di Causio a contenere la Juve e tantomeno a ferirla.
C’era un mistero, di nome Paolo Rossi. Sarà ancora lui, non sarà più, quanto varrà?
La risposta dal secondo e dal terzo gol: un cross rifinito per Cabrini e un colpo di testa
confezionato di persona! C’era la Juve, c’era Paolo Rossi, c’era la voglia di scudetto,
c’era un’immensa folla da onorare. «La folla di sempre, quando ci siamo noi», mi
precisava Boniperti. E la Juve ha continuato, mettendo a fuoco negli ultimi cinque
minuti tutti i limiti dell’Udinese.
Non fa piacere perdere in casa per 5-1, ma sostengo che faranno benissimo! Già
prendendo Suriak e Edinho, l’Udinese ha capito di dover rapidamente crescere in
qualità. Il 5-1 le toglie le ultime ambiguità: dopo aver opportunamente rinunciato a
Orlando, deve aumentare in potenziale-gol. Un uomo-gol non ce l’ha; si è salvata
senza un goleador e Causio non potrà surrogarla a vita.
A guardar bene, questo 5-1 è una cuccagna per tutti.

Cronaca per filo e per segno dei sei gol… bianconeri

Dall’inviato
UDINE – Questa è la sequenza dei sei gol, uno più bello dell’altro, anche se nel
secondo tempo ha loro dato una mano la mollezza delle marcature e l’estendersi degli
spazi in area dell’Udinese.
1’30: rilancio difensivo dell’Udinese lungo il corridoio sinistro. Bacchin sospinge in

verticale il pallone servendolo, da sinistra a destra, con un bel lancio a Causio, pronto
al limite dell’area. Magistrale pallonetto di Causio che sorvola Furino e Cabrini,
smarcando al centro. Qui Miano non batte subito ma, sul ritorno di Brio e Scirea, finta
di destro e colpisce rasoterra, diagonale, nell’angolo destro di Zoff. 1-0.
30’: sulla trequarti sinistra improvviso raptus perforante di Marocchino. Scatta fuori
area, in tackle insignificante, il libero Orlando che si flette e resta surplace.
Marocchino affonda dentro l’area, passa tra due, regalando la piacevole impressione
del pallone appiccicato al piede. Con il portiere Borin in uscita, calcia un destro
rasoterra e teso. 1-1.
36’30’’: zona dell’ala destra, con azione melinata. Pallone sul vertice dell’area di
rigore a Rossi, che protegge il pallone opponendo le terga a Galparoli. Due fintine per
cercare il cross, torsione, cross di destro e parabola alta, che lo spilungone Borin
riesce a deviare appena con la punta delle dita, deponendolo a una decina di metri, in
piena area dove piomba Cabrini. Allegro come una Pasqua e più sveglio di un grillo,
Cabrini arcua il sinistro e percuote il pallone, segnando di rimbalzo. 2-1 per la Juve.
49’: su corner, Tesser di braccio ma a occhio e croce involontario. Punizione per il
sinistro di Brady: sul cross, si avventano tre juventini spalla a spalla, con emergere di
Rossi, che fa sponda secca. Gol da due passi, imparabile. 3-1.
85’: in una situazione tattica di ristagno, trova il tempo buono per sganciarsi Osti sul
centro-sinistra. Serve Cabrini (altro terzino!) andato a smarcarsi in un’area poco
presidiata perché non più concentrata: è molto bravo Cabrini che, nonostante si ritrovi
un po’ controtempo, rimedia la coordinazione e batte con il collo del sinistro,
ovviando alla balorda posizione sul tronco. 4-1.
89’: galleggia sul centro-destra Tavola, appena entrato a sostituire Furino, zoppo da
un sacco di tempo ma mai propenso a mollare. Tavola scambia con Virdis che, in
posizione di centravanti, s’infila tra due e, da un 13 metri, batte diagonalmente Borin.
5-1, e meno male che i novanta minuti sono davvero finiti.

Meglio di Pablito al «Friuli» ha fatto soprattutto un eccezionale Cabrini

UDINESE

BORIN 6 – Nonostante i cinque gol, non lo reputo colpevole. Forse, data la sua
eccezionale statura, avrebbe potuto intervenire meglio, cioè di pugno, e allontanare,
sul cross di Rossi per il 2-1 di Cabrini. Ha sventato più d’una palla-gol della Juve,
compiendo una sensazionale deviazione su destro acrobatico di Tardelli. Trafitto più
volte da tiri molto precisi e angolati.
GALPAROLI 7 – Morfologicamente è proprio il tipo giusto per marcare Paolo Rossi.
Ha tenuto il redivivo campione con molta correttezza, impedendogli sul nascere di
giocarlo in finta. Lo stacco del 3-1 lo ha colto di sorpresa in una mischia aerea molto
serrata.
TESSER 6 – Trova una certa difficoltà ad adattarsi a un attaccante di larghissimo
respiro come Marocchino. Tesser preferisce il duello agile, Marocchino lo evita con
un’andatura sorniona e palleggiata, tipica l’azione del pareggio.
GEROLIN 6 – Controlla la zona di Brady, che gli si oppone con un gioco molto
altruistico, davvero al servizio dell’ingrata… Juve. Difficile per Gerolin marcare un
regista che si libera fin troppo presto dalla palla.
CATTANEO 6 – Contrasta Virdis e, nel progressivo calare dell’Udinese, s’avventa
più volte in area della Juve cercando il gol sui corner o sui calci da fermo. Marca
Virdis niente male, anche se il sardo riesce, partendo da lontano, a giocarlo qualche

volta di troppo, e a concludere in gol un’onesta partita.
ORLANDO 6 – Sapendo di dover fare le valigie, non credo che possa giocare
nell’atteggiamento psicologico migliore. Più volte tagliato fuori, esibisce al pubblico
alcuni disimpegni di rara precisione.
CAUSIO 7 – Alcune cose molto belle, palleggi aerei, trame precise, ma il rullio
costante della Juve non gli consente di mettere a registro un qualche contropiede
dell’Udinese. Esce per infortunio, non grave.
BACCHIN 5,5 – Qualche buona folata d’attacco nel primo tempo, si vede via via
chiamato a un lavoro di tamponamento per il quale non è molto portato.
MIANO 6 – Bravissimo nell’esecuzione, puntuale e gelida, del primo gol, anche se il
procedere della partita lo taglia quasi sempre fuori. Non gli rimane che lavoro di
tamponamento.
ORAZI 6 – Costretto dalla pressione della Juve, e di Tardelli su Bacchin, a giocare
quasi tutta la partita sulla difensiva. Ricordo rarissimi sganciamenti verso cosiddette
punte quasi mai smarcate.
MURARO 5 – O per infortuni o per inadempienze in zona-gol, non ha potuto aiutare
molto l’Udinese quest’anno. La Juve sembrava poter offrire stimoli particolari al
Muraro nerazzurro, ma è stata vana speranza. Brio gli ha lasciato pochissime palle.
DE GIORGIS 5 – Giocatore da panchina e da tre-quarti campo, l’area di rigore è
un’altra cosa.
PIN 6 – Sostituisce dopo un’ora abbondante Gerolin e governa a metà campo in una
partita oramai del tutto segnata.

JUVENTUS

ZOFF 6 – Nulla da fare nemmeno per lui sul destro radente e angolato di Miano. Dopo
di che non rammento interventi davvero preoccupanti.
OSTI 6 – Il terzino veneto aveva il compito non facile di far scordare l’assenza di
Gentile. Si è dedicato a Causio, senza la minima rudezza. É parso abbastanza fuori
giri nella prima parte della partita, quando il forcing obbligato della Juve rendeva un
po’ spericolati i suoi spazi difensivi. Più di nerbo che di stile, ma con efficacia, ha
trovato, via via, un passo discreto.
CABRINI 8 – Forse perché è ritornato Paolo Rossi, che con lui fece la magnifica
coppia del mondiale 1978, Cabrini è parso in salute splendente. Nonostante lo choc
del primo gol di Miano, ha rioccupato la zona con veemenza, slanciandosi
ripetutamente in attacco. Ha segnato, entrambi di sinistro, due gol molto belli e
possenti, scaraventando a rete con gesto liberatorio.
FURINO 7 – Nonostante gli anni, le botte e l’assuefazione da calcio, il vecchiaccio
rende sempre moltissimo e tiene il campo come una sicura pietra miliare.
BRIO 6 – Lo stangone gioca sempre più disinvolto, anche se di sola potenza. Quando
c’è da sventare un pericolo aereo, sbuca sempre lui, magari per marcare lo stopper
avversario.
SCIREA 6+ – Partita molto ordinata, parecchio a ridosso del centrocampo, che va a
sorreggere con pronta geometria.
MAROCCHINO 7 – L’aria di Udine gli deve sempre far benissimo. Ha giocato una
delle sue migliori partite. Importante per coordinazione e dribbling il suo primo gol.
Sostiene ripetutamente, dai lati, la percussione della Juve.
TARDELLI 7 – Va in campo con molto nervosismo, se ne libera presto. Diventa
passaggio obbligato della trama juventina, tenuta a costruire per l’intera partita, quasi
mai a rompere.

ROSSI 7,5 – Gioca esattamente settanta minuti. Tenuto conto dell’assenza per ben due
anni, meriterebbe forse un voto superiore. Giudicato freddamente, soltanto per quel
che ha fatto, è stata perfino una piacevole sorpresa, a cominciare da Bearzot. Non
allarga ancora il gioco per timore di fondere, e si rifugia in movimenti molto razionali
e meditati.
BRADY 6,5 – Lo hanno liquidato, ma non ne risente, da serio professionista. A Udine
sembra non voler volutamente emergere, ponendosi al servizio del collettivo. Un
modo molto raffinato di congedarsi.
VIRDIS 7 – Un gol in zona Cesarini. Qualche incomprensione con Rossi, del resto
naturale visto che in fondo quella di ieri è stata in assoluto la prima vera partita con la
Juve di Paolo Rossi.
BONINI 6 – Una ventina di minuti, quando Rossi non ce l’ha più fatta.
TAVOLA n.c. – Soltanto pochi minuti, quel che gli è bastato per servire a Virdis il
quinto gol.