1975 marzo 24 È Cuccureddu l’uomo scudetto della Juve ’75

1975 marzo 24 – E’ Cuccureddu l’uomo scudetto della Juve ’75

E’ di Alghero e cominciò a giocare nel Torres il mediano
specializzatosi nel segnare i gol-scudetto della Juve: Antonello
Cuccureddu, 26 anni, il cognome che pare un gorgheggio, la
falcata ingobbiata, il mento alla Totò, quando calcia a rete è come
se tirasse delle sassate.
Nel ’73 segnò una volta soltanto in tutto il campionato. Ma gli
accadde a Roma, negli ultimi minuti dell’ultima partita, e quel gol
spaccò i transistor di tutta l’Italia, ingrossò l’aorta di milioni di
persone: quel gol valeva infatti lo scudetto, era un po’ come l’ultimo
slalom di Thoeni in Val Gardena, un’intera annata in un momento.
Ora Cuccureddu si è ripetuto. Il suo destro ha battuto l’Inter proprio
nel momento in cui la Juve cominciava ad entrare in turbolenza,
rarefatta nel gol, chiacchierata nei rigori, stressata in coppa,
squalificata in Gentile, immalinconita in Anastasi.
Arriva Cuccureddu e la Juve ritorna dov’era, con quattro punti di
vantaggio. Nell’organizzatissimo ma per certi versi tribale calcio di
casa nostra, si racconta che Cuccureddu non fosse da qualcuno
ben visto alla Juve perché menagramo, un professionista da
scongiuri, una faccia che non piaceva alle fattucchiere.
Il mediano di Alghero ci ha sempre riso sopra alla storiella e ha
dimostrato alla lunga d’essere per la sua Spa un ramo d’olivo
pasquale.
Il Napoli è grande ma non sa vincere, non l’ha mai fatto, in
trasferta. Il Torino continua a restare un amore prima che una
realtà. Anche per questo, nel bene e nel male, la Juve rimane
protagonista quasi solitaria del ’75. Un anno che, se ha rimesso
Antonello Cuccureddu sul mirino del gol, sta facendo a pezzi il mito
di Rocco: Firenze ha inventato la lingua italiana, non sopporta i
dialetti. Nemmeno quello di Nereo.