1990 maggio 9 Più insieme Dc e Psi

1990 maggio 9 – Più insieme Dc e Psi

Il Nordest è la parte più verde d’Italia: con punte oltre il 10% a Trento, Venezia,
Vicenza. Il territorio delle grandi lagune, del lago di Garda, delle Dolomiti, del
Po e dei boschi, esalta l’ambientalismo anche se la sua cultura si elabora
soprattutto nelle città.
Il Nordest è sempre più socialista. A Trento e nel Friuli, il Psi ha superato di
gran lunga il Pci: a Udine e Pordenone, la quota socialista tocca oramai il 20%.
Il che significa che i rapporti con la Dc entreranno in fibrillazione quasi
parossistica se sul dovere di governo prevale la libido di potere.
Anche nel Veneto, i socialisti accelerano la fase di sorpasso nei confronti del
Pci: sono già il secondo partito in quattro province su sette; i comunisti tengono
la posizione soltanto a Venezia, Padova e Rovigo nonostante robuste perdite. É
un Veneto più omogeneo all’Italia, cioè meno democristiano e più spezzettato:
ne esce caratterizzato quasi come la Lombardia dal rilancio in grande stile della
Liga Veneta, ma la fine del monopolio democristiano apre una fase nuova dal
dopoguerra in poi, più scomoda e insieme più dinamica.
Il voto veneto segnala alcune peculiarità provinciali. Venezia è la più verde;
Verona la più autonomista; Belluno la più socialista; Rovigo la più tradizionale;
Treviso la più stabile e astenuta; Vicenza la più pronta a un secondo partito dei
cattolici; Padova la più liberale nel declino quasi generalizzato dei laici.
Il voto del Comune di Venezia era particolarmente osservato perché carico di
personalizzazioni (De Michelis), di temi estesi a tutto il Veneto (Expo del 2000)
e di fratture nel tessuto dei partiti (lista civica del senatore socialista Rigo). De
Michelis ha ridotto al minimo la presa di Rigo e ha mantenuto intatta la forza
del Psi a Venezia, ma la campagna rambista del ministro degli Esteri ha
radicalizzato in maniera estrema la politica veneziana. Quasi una linea del Piave
lungo la quale i pro-Expo e gli anti-Expo si ritrovano oggi incapaci di un
qualsiasi approccio al problema che non sia o fazioso o interessato.
Per un altro verso, l’esito del voto comunale di Venezia prolungherà i suoi
effetti anche sul Veneto e, molto probabilmente, avrà riflessi nazionali. La crisi
del Pci qui ha messo clamorosamente a nudo anche il conflitto insanabile tra il
vecchio partito e il nuovo che dovrà in qualche modo nascere: il più innovatore
dei post-comunisti, il filosofo Massimo Cacciari, si può dire che abbia corso
soprattutto «contro» il suo partito.
Il caso-Venezia, così ambiguo e dissimulato, diventa fin d’ora il simbolo della

costituente di Occhetto. Che ne sarà della sua incertissima «Cosa»?