1990 febbraio 26 Addio Presidente

1990 febbraio 26 – Addio Presidente!

Nasce quando l’americano Henry Ford produce la sua prima automobile;
quando l’Italia di Crispi perde con la disfatta di Adua il protettorato coloniale
sull’Etiopia. I grandi vecchi come Sandro Pertini portano inciso sulla loro pelle
il secolo che ha sconvolto il mondo, il più spropositato balzo generazionale mai
conosciuto dalla storia. Sono pezzi di lava calda, che il tempo non raffredda.
Il suo tempo Pertini l’ha vissuto tutto, perché mai si è astenuto. Ignorava le
sfumature, era sempre schierato, pane al pane e vino al vino. L’uomo in grigio
non era roba per lui, l’arte della mediazione men che meno. Ha saputo essere
lealmente amico e crudamente nemico. Ha scelto, senza ambiguità; ha pagato,
senza pentimenti.
Di una coerenza inesorabile, ha anche diviso, suscitato avversioni, alimentato
rancori residuali di un’Italia grondante settarismi, sangue, ideali e sofferenze.
Scomodo, incapace di proporsi come uomo di tutte le stagioni, Pertini è riuscito
a diventare il più popolare Presidente della storia repubblicana non per avere
alla fine piegato se stesso al consenso ma per aver testimoniato le due virtù più
aggredite dalla partitocrazia: l’onestà e la sincerità. Grandezza morale avrebbe
chiamato la prima Luigi Einaudi; trasparenza politica e umana potremmo
definire noi la seconda con un termine oggi non più in uso.
Nell’Italia degli intrighi, Pertini appariva persino stonato. Ed è stata questa la
sua forza: di non prendere posto nel coro; di dar voce alla coscienza anche a
costo di uscire dalle convenzioni e dai rituali del Palazzo. Ha interpretato la
Costituzione sostanziale più di quella formale; ha reso un servizio scordandosi
della carica. Perciò nessuno gli ha mai chiesto conto delle sue intemperanze
istituzionali: Pertini piegava lo stile alla passione civile; gli premeva baciare la
bandiera più che renderle omaggio.
Con lui il Quirinale diventò un appartamento a equo canone: per disponibilità,
non per sciatteria. Eleggendolo, il Parlamento pensava di piazzarvi una pipa
brontolona; si ritrovò un inquilino rigoroso che stava lì come se fosse stato
eletto direttamente dai cittadini.
Anche per merito di Sandro Pertini l’etica della politica non è stata del tutto
sfrattata dal nostro Paese. Addio Presidente, lei il suo dovere l’ha fatto.