2004 maggio 2 Scudetto

2004 maggio 2 – scudetto

Bravo, bravissimo; era scritto anche nelle tavole di Mosè che il Milan avrebbe vinto lo scudetto
2004. Ha fatto tutto meglio, gioco, sostanza, classe, stile, punti, schemi, preparazione, record, oltre
alla mentalità vincente come piace al suo presidente Silvio Berlusconi che gli scudetti e le coppe
non li conta più.Il Milan spende l’enormità di 152 milioni di euro a stagione per pagare i suoi
campioni, che in contropartita sono stati almeno capaci di confezionare spettacolo per quasi tutta
l’annata.
L’opposizione della Roma é stata la sola tecnicamente all’altezza, ma non poteva bastare contro una
squadra così efficiente e insieme estetica, molto organizzata in campo dall’allenatore Carlo
Ancelotti, un gentiluomo che si distingue nel calcio peggio frequentato del mondo. In un’occasione
come questa dovrei parlare solo del Milan, ma come si fa con certa gentaglia in circolazione nella
società italiana e dunque negli stadi, che ne sono il ritratto ultra-verista?
In telecronaca diretta o nelle successive cronache scritte, si sente spesso usare l’espressione più
ipocrita e falsa:”per tre facinorosi”, per colpa di “ tre imbecilli”, per “tre sconsiderati” e via
salmodiando sul nulla. No. Non sono “tre”; sono tanti, tantissimi, migliaia; non sono affatto isolati,
anzi vivono beatamente in un ventre molle di tolleranza e di indifferenza che riduce il sano,
multicolore tifo a una discarica.
Sono sicuro che ieri il nostro Paese ha portato nella neonata Europa a 25 un primato già imbattibile.
Per controllare a san Siro, già definito “Scala del calcio”, la partita tra Milano capitale economica
e Roma capitale d’Italia sono stati schierati duemila agenti, utilizzati vigilantes privati, presidiate
per la prima volta le undici torri dello stadio, inaugurati nuovi sistemi ricetrasmittenti.
E nonostante tutto i selvaggi di turno hanno bersagliato dalla curva romanista perfino la persona più
indifesa tra gli 80 mila presenti: il portiere del Milan, che ovviamente girava loro le spalle. Che fior
di coraggiosi questi che sarebbero gli eterni tre-imbecilli-tre!
Sembra quasi una parabola a futura memoria. Nel giorno in cui una squadra stravince e stramerita lo
scudetto, un grande stadio europeo si esibisce con l’anti-calcio, l’anti-spettacolo, l’anti-civiltà per
dirla con Nesta, che romano é fino nel midollo. Convivono cioè i due volti di un amore popolare
che riesce a sopravvivere solo per la bravura dei Maldini, Costacurta, Nesta, Shevchenko, Kakà,
Dida, come dei Totti e dei tanti purissimi campioni che fanno la storia del nostro campionato.
Non chiedetemi della partita di ieri, che il Milan ha tenuto in mano a volte senza fatica. La Roma é
stata la grande Roma di nerbo e di velluto per una ventina di minuti. Il Milan fiutava il gol da tutte
le parti mentre Totti sembrava contare soltanto sui calci di punizione confidando nel suo destro da
bombardiere rapido come un caccia.
In fondo, aveva ragione. Proprio su un suo calcio piazzato, ho televisto rigore di mano per la Roma,
ma credo che la faccenda conti niente.
Lo scudetto é andato a chi doveva andare. Semmai, é arrivato più tardi del previsto proprio perché
un tipo come Capello o lo elimini aritmeticamente dalla classifica o non cede.
Grande Milan, grande scudetto.E’ stato un piacere guardarti per mesi, e se lo dice un vetero interista
come me.
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