2004 luglio 20 Armstrong

2004 luglio 20 – Armstrong

Perfino Domenica-in, emblema della televisione in famiglia, può fare danni ai bambini fra i sette e i
tredici anni. Stando al codice di autoregolamentazione del piccolo schermo, i minori subiscono
immagini negative anche dai varietà, dalla fiction, dalla pubblicità, a volte dai telegiornali. Trovo
sorprendente che, fra certa spazzatura, non sia stato censito anche qualche spezzone di sport, in testa
il calcio.
Mi spiego. A costo di andare incontro a sanzioni dell’Europa sulla libera circolazione, l’Italia ha
deciso adesso di potenziare i vivai per ridurre, nel giro di qualche anno, la presenza degli stranieri in
campionato. Misura disperata dopo la figuraccia della Nazionale, con i bilanci delle società
scandalosamente in rosso e la reputazione complessiva ai livelli minimi.
Forse funzionerà, forse no, ma in televisione e sui giornali i minori continuano a vedere e a sentire
cose dell’altro mondo. Altro che vivai: narcisismo a tonnellate; ricerca maniacale della “bomba”
miliardaria; fair play vanificato dall’aggressività; stadi sempre più intolleranti, militarizzati, anzi
politicizzati nel tifo. Esattamente il contrario di ciò che servirebbe per allenare i ragazzini a un po’
di cultura oltre che al gol.
Ho però l’impressione che non importi niente a nessuno; in fondo, se ne fregano. Quando Crespo va
al Milan, Del Piero promette sfracelli alla Juve e Vieri si mostra sorridente con l’Inter, ogni guaio
ritorna di colpo in archivio. Non ci sono vivai, minori o buoni propositi che tengano: la scena passa
allo spettacolo e non se ne parla più.
E’ sempre stato questo il cruccio di Sergio Campana, l’avvocato di Bassano che guida
l’associazione dei calciatori. Il giorno in cui uno come lui andrà in pensione anche per overdose di
disillusioni, il calcio avrà perso forse l’ultimo esemplare di dirigente senza fine di lucro.
In fondo, la televisione non fa che mostrare ai minori lo sport degli adulti, il mondo reale in
pazzesca trasformazione. Basti pensare al doping, che si insinua ovunque fino a diventare in queste
settimane anche argomento olimpico per Atene.
Tempo fa un ciclista ha dichiarato al settimanale “Espresso” che se non assumeva l’Epo, per
aumentare la quantità di globuli rossi, gli avrebbero negato il rinnovo del contratto. “ Visto che
adesso ci sono anche i mondiali juniores – aveva aggiunto – ci si dopa anche sotto i 18 anni.”
E’ così, anche i messaggi dello sport sembrano a volte fatti apposta per confondere i minori.
Secondo me proprio la confusione fa i danni maggiori, spingendo i ragazzi a credere che non ci
siano alternative; che il modello sia uno solo; che il risultato sia sempre finto. Quando ad esempio
un arbitro fa risultato a tavolino, non esiste più gioco e , assieme alle regole, decade anche l’anima
della partita, la verità dello spettacolo.
E pensare che siamo nati con la camicia, avendo a disposizione con la televisione uno strumento
fantastico che pare inventato su misura per lo sport. Basta seguire le pedalate di Armstrong e Basso
al Tour oppure le curve futuriste di Biaggi e Rossi in moto per rendersi conto di quanto progresso è
stato fatto in pochissimi anni nello svelare ogni minimo dettaglio del gesto sportivo.
Prima eravamo ciechi, oggi vediamo troppo. Il segreto degli adulti e dei minori consiste in una
brutale voglia di selezionare.
Via il nulla, teniamoci il tanto.