2004 gennaio 12 Inter buonista

2004 gennaio 12 – Inter buonista

L’Inter ha un cuore grande come il Duomo di Milano, é buona quanto il panettone meneghino, va
più veloce della Croce Rossa in soccorso di chi se la passa male. In soprappiù, respira anche la
tradizionale generosità della famiglia Moratti, dal padre petroliere e mecenate Angelo ai figli:
Gianmarco finanzia e sostiene da sempre la comunità di San Patrignano, fondata da Vincenzo
Muccioli per il ricupero dei tossicodipendenti; Massimo coltiva la sua passione nerazzurra come un
lascito di famiglia a fondo perduto.
Ci volevano una squadra e una società così per andare a giocare a Parma proprio nel momento del
drammatico crack della Parmalat e della patetica uscita dei signori Tanzi dal calcio, prodotto
presente da anni nel bilancio dell’azienda assieme al latte e alla truffa del secolo.Ci voleva in parole
povere una squadra tatticamente deamicisiana, che sapesse capire al volo la situazione: da questo
punto di vista l’Inter é stata perfetta; ha fatto fare festa grande al Parma; ha giocato come se sabato
sera non fosse stato importante vincere, ma soltanto partecipare con signorilità al gramo destino
altrui.
Simbolo di questa Inter solidale é stato il portiere Toldo, Francesco di nome e francescano di fatto.
Lui che di solito esce sul pallone soltanto se glielo ordina il dottore, a Parma si é fatto la sua bella
passeggiata fino al limite dell’area di rigore, dove ha incontrato tutti, compagni di squadra e
avversari fuorché lui. Appunto, il pallone decisivo di una partita che il Parma ha vinto con il crack
nel cuore e che l’Inter ha perso come un molle atto dovuto.
E’ evidente che sto esagerando, ma l’aria era inconsapevolmente questa. Sta di fatto che, dopo la
tiritera di Parma, l’Inter ritorna a cuccia in classifica, distante dalla Roma quanto Marte dalla Terra.
Fuori l’Inter, fuori la Lazio, l’area dello scudetto si semplifica con Roma, Milan e Juve.
Le distanze sono fatte di punti, ma anche di schemi. Ho visto l’Inter attaccare con tre centravanti (
Vieri, Cruz, Martins) in cinque metri quadrati e, in compenso, priva del minimo respiro lungo i
corridoi laterali. Sicché alcuni spazi risultavano soffocati, altri deserti.
Personalmente, consideravo Cuper peggiore dell’Inter che aveva e considero tuttora Zaccheroni
migliore dell’Inter che ha. Detto ciò, non si capisce in che cosa si alleni la squadra se poi va in
campo con un branco di simpatici puledri senza alcuna disciplina. Zaccheroni fa giocare meglio di
Cuper, ma non basta: in testa alla classifica si viaggia con una marcia in più.
Ci vorrebbe ben altro che un’Inter appena decorosa. Al massimo può festeggiare i 100 gol di Vieri;
chi si accontenta gode.
La Juve prepara la primavera.Vinca o perda, quando gioca il Milan si vede sempre una struttura in
campo.Quanto alla Roma é altrettanto costruita, e del resto i gusti di Capello spiegano tutto. Quando
da giovane centrocampista giocava alla Spal di Ferrara, il suo ideale era Luis Suarez:” Studiavo i
suoi movimenti – ricordava un giorno – per capire come facesse ad essere sempre libero.” Cioè
l’arte di smarcarsi, che é forse il segreto numero uno delle grandi squadre come la Roma.
Parlando di scudetto, mi accorgo di aver sbagliato articolo. Avrei dovuto occuparmi piuttosto del
presidente federale Franco Carraro che finalmente dichiara:“ Vedo tanti club a rischio fallimento”.
Ma é una notizia?