2003 maggio 26 Donne Francoise Giroud

2003 maggio26

LUNEDI’ 19

Donne

Francoise Giroud, fondatrice del settimanale francese “L’Express”: “ Il giornalista é colui che toglie
il velo.”

MARTEDI’ 20

Cani

In un paese della provincia di Treviso un uomo impicca la sua cagnetta. Per deformazione
giornalistica, confesso che a una notizia come questa sarei stato tentato di fare il seguente
titolo:”Una bestia impicca un cane.” Crudeltà contro crudeltà.
Interessa poco o niente sapere se la cagnetta avesse fatto fuori una gallina oppure combinato
qualche altro guaio casalingo. Il gesto é privo di giustificazione in sé.
Poi rifletto, perché non mi torna del tutto il conto dell’episodio. Penso alla cosa più banale, e cioè
che quella persona possedeva un cane, in fondo. Alla fine lo ha brutalizzato che peggio non si
poteva, ma un cane per amico un giorno se lo era pur portato a casa.
Intendo dire che ci deve essere stato per forza il momento in cui ha voluto proprio un cane con sé, e
lo ha accudito, nutrito, curato. Un cane o un gatto non é un soprammobile né un cuscino da
poltrona; gli animali sono nella vita delle persone, e la cambiano umanamente in meglio.
Non si tiene un cane per caso o controvoglia, e nessuno pensando che un giorno lo impiccherà. Se
un giorno lo fa, non deve aver perso la testa, ma fermato il cuore.
Mi é facile giudicare, mi é difficile capire. Forse, chi possedeva il cane non ne aveva afferrato il
senso.
Con la sua limpida penna, lo scrittore vicentino Goffredo Parise – uno dei grandi della letteratura –
raccontò la giornata errabonda di un bastardo che assomigliava a un setter, senza fissa dimora e
senza famiglia ma pieno di compagni di strada, che considerava suo padrone l’uomo che gli aveva
sistemato da qualche parte uno scatolone della pasta Barilla. Il suo canile di fortuna gli impediva di
sentirsi orfano e lo rendeva orgogliosamente libero.
“Bobi”, così lo chiamavano, un giorno finì sotto una motocicletta ma ebbe la forza di trascinarsi
ferito fino allo scatolone, e lì, accucciato dentro la sua casa, morì. Quello che “ Bobi” considerava il
padrone acquisito se ne accorse il giorno dopo, passando quasi per caso. Lo guardò in silenzio, e
pensò una sola cosa:”I cani hanno l’anima.”
Spesso ne danno esempio agli stessi uomini.

MARTEDI’ 21

Magliette

“Il Paradiso é dove i poliziotti sono inglesi, i cuochi italiani, i meccanici tedeschi, le amanti francesi
ed é tutto organizzato dagli svizzeri. L’Inferno é dove i poliziotti sono tedeschi, i cuochi inglesi, i
meccanici francesi, le amanti svizzere ed é tutto organizzato dagli italiani.”
(Scritta apparsa sul retro della T-shirt di un motociclista americano)

MERCOLEDI’ 22

Pentiti

Quando, ricordando i magistrati Falcone e Borsellino, penso a killer mafiosi come i fratelli Brusca,
mi viene in mente soltanto la pena di morte. Tutto il resto mi pare inadeguato.
Ma sappiamo che tutti i magistrati anti-mafia considerano i pentiti la loro arma numero uno, non per
nulla la più temuta dai boss di tutto il mondo. In una stanza blindata, Falcone passava notti e notti
per controllare cento volte le dichiarazioni dei pentiti.
Citava molti casi, Buscetta compreso, in cui erano state le donne a spingere i propri uomini a
collaborare con la giustizia . Su circa 18 mila affiliati alle quattro criminalità organizzate, i pentiti
sono oggi più di mille.
Senza, non si combatte più la mafia né in Italia né altrove, come hanno dimostrato per primi gli
Stati Uniti contrattando con i criminali informazioni e pene. Tanto per citare un esempio, a un
autore di 18 omicidi é stata inflitta la miseria di 5 anni di carcere per aver detto un sacco di cose
utili ad arrestare altri 40 tra padrini e picciotti.
La regola é brutale. Non importa che i criminali si pentano; basta che servano alla giustizia
colpendo le mafie dal di dentro. Il “premio” va alle informazioni fornite, non agli orrendi
personaggi che decidono di passarle allo Stato.
Con le sue forze , lo Stato non ce la fa. Pur di farcela, paga ogni pentito 1.500 euro al mese
pagando un prezzo assai più alto alla comune nozione di giustizia. E’ un cinico baratto per causa di
forza maggiore
Con Cosa Nostra, ogni criterio morale va rimosso. Se si applica il metro etico, tutto diventa
intollerabile. Solo tenendo sempre e soltanto presente il fine si possono, sia pure a fatica, tollerare i
mezzi per raggiungerlo.
Enzo Chiodo, che strangolò materialmente il piccolo Giuseppe Di Matteo di 15 anni, non ha fatto
nemmeno un giorno di carcere. Enzo Brusca, che lo fece scomparire nell’acido e che confessò
l’assassinio di altre sette persone, gode adesso degli arresti domiciliari dopo qualche anno di galera.
La genia dei Brusca ha premuto il detonatore della strage di Capaci, ma é stata molto utile ai
magistrati che continuano il lavoro di Falcone con la tecnica dei pentiti da lui stesso patrocinata . Su
certe connessioni del fato, sembra di leggere le pagina di una arcaica tragedia greca.
La nostra coscienza ha il diritto di vomitare non vedendo la genia dei Brusca minimo all’ergastolo. I
politici no.
I politici che due anni fa, con il solitario voto contrario di Antonio Di Pietro, approvarono
all’unanimità queste leggi-premio per i collaboratori di giustizia, hanno soltanto il dovere
istituzionale di spiegare ogni volta una scelta impopolare ma necessaria. L’esperienza insegna che
solo attraverso i cosiddetti pentiti la mafia mangia la mafia.
Non é un bello spettacolo, ma funziona. Parola di Giovanni Falcone.

GIOVEDI’ 22

Nordest/1

Mario Carraro, industriale veneto:”A Nordest esiste una ‘genialità diffusa ’ che non é più
sostenibile con le sole risorse della famiglia.” (da “La cultura dell’eccellenza”, editore Isedi).

VENERDI’ 23

Nordest/2

Piero Della Valentina, industriale friulano:” Il Friuli-Venezia Giulia é un microbo rispetto al Veneto
, ma lo é anche il Veneto in un’ottica globale. E’ triste, quindi, che non si riesca a ragionare in
termini di macro-area.” (da “L’aquila tradita” di Ragogna e Polzot, edizioni dell’Immagine)

SABATO 24

Rapine

Ma che bravo il buon prefetto di Milano. Lui sa a menadito quando e come si deve usare un’arma
regolarmente denunciata da un cittadino. Lui conosce la gelida arte della “misura” e, manco a dirlo,
dell’”equilibrio” faccia a faccia con un rapinatore armato di pistola e di violenza. Lui sa meglio di
un asettico manuale di diritto penale se la reazione di un rapinato sia “commisurata” all’offesa del
rapinatore.Ed é in grado, a sangue freddo come la burocrazia, di mettere a fuoco in pochi secondi
di umanissima paura i requisiti della legittima difesa, la proporzionalità della reazione e la
fattispecie dell’eccesso di legittima difesa. Lui sa sempre come si fa. Forse trascura una sola cosa ,
ma vecchia di secoli: che l’aggredito, come diceva un giurista, “non ha una bilancia in mano”, é in
stato di necessità, va giudicato non sulla carta ma al momento, non in astratto ma in concreto, in
quelle circostanze non a tavolino. Soprattutto, aggiungo io, se vittima della seconda, terza, magari
quarta rapina sul posto di lavoro, mentre su di lui precipitano insieme e nello stesso attimo
l’inquietudine quotidiana, la voglia di difendere un diritto minacciato e la percezione di essere
lasciato solo dallo Stato. Se in via Anelli a Padova si sentono impotenti i poliziotti, può sentirsi
perduto un tabaccaio rapinato a mano armata a Milano? Il prefetto saprà di sicuro dare una risposta
commisurata.
Pratica archiviata.

DOMENICA 25

Cultura

Prof. Massimo Cacciari:” I classici inquietano, non consolano.” (da “Repubblica”).

———————————–(Citazione a parte)

Ernest Hemingway, scrittore americano, premio Nobel 1954 per la letteratura, da “Addio alle armi”,
editore Utet.
“ Tutte le altre cose erano irreali. Ci addormentavamo quando eravamo stanchi e se ci svegliavamo
si svegliava anche l’altro e così non eravamo più soli. Spesso un uomo desidera esser solo e anche
una ragazza desidera essere sola, e se si amano sono gelosi di questo l’uno dell’altro, ma io posso
dire sinceramente che per noi non é mai stato così. Potevamo sentirci soli mentre eravamo insieme,
soli contro gli altri. Mi é capitato così soltanto una volta. Sono stato solo mentre ero con altre
ragazze e questo é il modo in cui si può essere più soli. Ma noi non eravamo mai soli e non
avevamo mai paura quando eravamo insieme.”