2003 maggio 12 Intervista

Formula 1

Intervista a senna??

questo mestiere, o lo affronti da professionista, in modo distaccato o altrimenti lasci perdere e
smetti e si da il caso che io ami troppo quello che faccio per lasciare semplicemente perdere;
non posso è parte della mia vita.”
“La motivazione più grande è sapere che c’è una squadra di due – trecento persone che lavorano
con me. Sono là per me, credono in me, sanno che arriverò là in orario e che non li deluderò.”
“Oggi, o tra dieci anni, se ci sarà ancora la Formula 1, il pilota sarà sempre al centro
dell’attenzione, perché il pubblico va alle corse per vedere i piloti piuttosto che le macchine. Il
pilota verrà sempre prima della macchina.”
“La cosa importante è la gioia che mi dà ogni vittoria, il piacere che offre, al pari di una grande
conquista, un’enorme sfida, come combattere e vincere una battaglia. Senza queste emozioni,
tutte queste emozioni, correre non avrebbe senso.”
“Durante una gara dipendi da una vettura che è molto complicata, che può sempre darti dei
problemi. Non è una semplice racchetta da tennis con cui colpisci una palla. Dipendi da una
squadra intera che collabora, da un insieme di forze e di persone che lottano per un obiettivo
comune. È molto complesso. Se fosse facile, saremmo tutti campioni.”
“In parte perché ho ancora tempo davanti a me, sono certo che un giorno guiderò una rossa
Ferrari, è uno dei miei sogni.”
“Sì, ho mandato a monte una vittoria certa. Ma competere non è solo stare davanti, in testa per
tutta la gara e raggiungere la bandiera a scacchi, o partire dietro e aspettare che gli altri facciano
un errore o rompano il motore, sperando così di vincere. Il mio stile è differente: io voglio
aggiudicarmi ogni vittoria per merito mio. È questo il vero piacere di correre e vincere. Se non
si fa altro che aspettare gli errori degli altri, si coglie solo una frazione del piacere, e io corro
per il piacere di vincere.”
“Ogni qualvolta ti alleni o gareggi in un Gran Premio, si crea una forte tensione, dato che ci
sono molte responsabilità e rischi, che contribuiscono a creare una situazione di stress. Ma, con
il tempo, si impara a controllarsi meglio, ma mai fino in fondo.”
“Credo che poche persone tengano in considerazione questo fattore. Da quando sono un pilota
di Formula 1, in realtà sin dai tempi del go-kart, fatta eccezione per il 1984 in Formula 1, sono
sempre partito davanti, non sempre in pole position, ma in prima fila, primo o secondo posto.
Se si parte sempre davanti agli altri, è più probabile che ci si trovi coinvolti in battaglie, perché
chi sta davanti è lì per vincere, non per scherzare.”
“È chiaro che io abbia pensato di abbandonare, andarmene a casa e non venire qui. Sono un
professionista ma anche un essere umano e i miei valori di vita sono più forti del desiderio di
molti d’influenzarli e di distruggerli. Ecco perché oggi sono qui, correrò al massimo, perché
tutti noi, come voi della stampa, tutti quelli che contribuiscono, direttamente o indirettamente,
all’automobilismo (applauso) hanno responsabilità nei confronti di questo universo di tifosi e
dei milioni di telespettatori che ci guardano in televisione. Bisogna fare attenzione a non essere
usati, evitare di pubblicizzare valori sbagliati oppure concetti errati. Sfortunatamente, questo
accade di frequente.”
“Quando una persona si trova in una posizione di forza e gode di credibilità, non esiste denaro
che possa comprare questa credibilità – possiamo solo vincere o perdere.”
“Quando c’è uno spiraglio, durante una competizione di alto livello, con le vetture così vicine
l’una all’altra… quando si hanno gli stessi cavalli di potenza, la stessa tenuta di strada, lo stesso

carico aerodinamico… sappiamo tutti quanto sia difficile sorpassare. Questo accade perché i
circuiti non sono costruiti correttamente per le manovre di sorpasso. Non c’è scelta; o ti dedichi
totalmente ad essere un pilota professionista che vuole vincere, oppure… arriverai terzo, o
quinto. A me non interessa arrivare secondo o terzo. Io corro per vincere, per quanto è
possibile. Può anche succedere che commetta un errore, certo. È impossibile fare sempre la
cosa giusta. Ma io corro … per vincere.”
“Nessuno è immortale, la differenza tra i piloti e la gente comune è che noi siamo più esposti ai
rischi. Che cosa ci puoi fare? Siamo esposti ai rischi. Potresti smettere di correre… e pensare di
essere al sicuro, ma poi può capitarti un incidente per strada. Credo che faccia parte della vita
stessa. La cosa importante è aumentare il più possibile la sicurezza, non solo sui circuiti, ma
anche sulle vetture. Fortunatamente, ho avuto… ho… una vettura molto solida, progettata molto
bene, che mi ha salvato la vita, questa volta, ma posso assicurarvi che la prossima volta che
passerò in quel punto, farò la stessa cosa, perché darò tutto gas. Non ho altra scelta. O corro a
tutto gas oppure non corro per niente. Un pilota deve essere pronto a un’eventualità del genere,
ma dovremmo avere uno spazio di fuga migliore alla fine del rettilineo, senza gomme di
protezione.”
“Ok, hanno cercato di fregarmi, dandomi il posto sbagliato (sulla griglia)… perciò, se Prost
riesce a partire in testa, alla prima curva io non mollo. Sarà meglio che non si trovi davanti a me
alla prima curva, perché non ce la farà’. Ed è proprio andata così. Avrei tanto voluto che non
accadesse. Avrei tanto voluto partire meglio, perché, in quel caso, sarei stato in testa e avremmo
potuto combattere in un modo più pulito”.
“Certo. Proprio così. Non ero disposto a permettere che quel tipo arrivasse alla curva davanti a
me. Doveva solo lasciarmi passare. Aveva la possibilità di passare lui per primo. Pensò di farlo.
Ma non gli riuscì perché volevo farlo io. Non mi importava se ci saremmo scontrati. Spinsi a
fondo la macchina, lui si spostò verso l’interno – e ci scontrammo. “Perché provocai l’incidente?
Perché ero stato rovinato dal sistema. Se questo succede ogni volta che cerchi di fare il tuo
lavoro in modo trasparente e giusto, cosa devi fare? Tirarti indietro e dire, ‘grazie, sì, grazie’? È
chiaro che non è possibile!”
“Puoi aver torto o ragione, ma devi combattere per quello che ritieni giusto. Pensai di lottare per
una cosa che ritenevo giusta, perché mi avevano rovinato l’anno prima e durante l’inverno. Poi
mi hanno rovinato qui quando ho ottenuto la pole position e avrei dovuto partire dal lato giusto.
Posso garantirvi che, se la pole position fosse stata assegnata in maniera corretta, non sarebbe
accaduto alcun incidente, perché avrei avuto un avvio migliore. Sarei stato in testa alla prima
curva, senza alcun problema. Tutto questo accadde a causa di una decisione sbagliata,
influenzata da Balestre (Senna dava dei colpi sul tavolo per enfatizzare ogni singolo passo del
discorso). Tutti lo sanno ora e tutti ne conosciamo il motivo. Il risultato fu la collisione alla
prima curva. Contribuii all’accaduto, sì, ma la responsabilità non fu mia.”
“Credo si possa correre a 300 all’ora limitando il rischio al minimo. Occorre sedersi ad un
tavolo insieme ai rappresentanti della federazione e ai costruttori. Bisogna impegnare uomini e
soldi nella ricerca del migliore compromesso tra sicurezza e spettacolarità. Nessuno ci ha
ordinato di correre in F1, ma non siamo pagati per morire.”
“Non è un pilota da corsa, è un idiota” (riferito a Irvine)
“È la voglia di vincere che mi spinge ad andare avanti. È questa la mia maggiore motivazione;
la voglia di vincere è ciò che mi spinge a gareggiare.”
“La pole position è come una gara di cento metri. Dai tutto quello che hai, in quel minuto,
minuto e mezzo, trattenendo il fiato in certe curve, non respirando per bilanciare meglio la
vettura, per aumentare la sensibilità. La carica di adrenalina è incredibile, da un secondo
all’altro. Credo che sia il momento più grande, il più forte, il più alto… Ne ho già ottenute 52 e

spero di conquistarne ancora. Ogni volta che ottengo una pole position, mi sento rinascere e
voglio accaparrare la prossima, anno dopo anno, pole dopo pole .”
“Nessuno può mettere in dubbio che Prost sia un grande pilota; i suoi risultati parlano da soli;
ma non c’è nient’altro in comune tra noi.”
“Tutti noi vogliamo vincere ma c’è soltanto un posto per la vittoria, c’è soltanto un numero
uno!”
“Vorrei che nel 1993 ci fossero tre Williams, una per me, una per Mansell, una per Prost.”
“Quando correvo con le FF1600 avevo qualche problema di guida. La FF2000 mi è sembrata
molto più facile, più leggera, più naturale da guidare. Con la Ralt F3 mi sono trovato ancora
meglio. Credo che questo sia molto importante: mi trovo meglio man mano che la potenza
aumenta.”
“Ho iniziato di recente a curare la mia preparazione fisica in vista di gare più dure di quelle che
ho fatto finora in F. Ford.”
“Credo che sia molto importante per un pilota vincere un campionato dimostrando una netta e
indiscutibile superiorità.”
“A me piace molto guidare e vorrei poterlo fare sempre senza altre preoccupazioni.”
“Forse sono un pilota d’attacco per il fatto di essere giovane ma questo non basta. Un attaccante
fa cose eccezionali 1 volta su 10. Un tipo freddo, più calmo, potrà arrivare a risultati 4-5 volte
su 10.”
“Quello che posso dire è che la Ferrari per me resta un mito.”
“La realtà è che ho imparato molto. E deve essere così. Se un giorno smetti di imparare sei
finito, la parabola discende. Non mi sento arrivato.”
“Le vetture diventano ogni giorno più veloci; i circuiti restano sempre gli stessi e molti non
sono più adeguati già da qualche anno.”
“Quando correvo nelle categorie minori era puro “feeling” era solo un piacere. Ora è tutto più
duro, molto più difficile. C’è molto meno spazio per il divertimento per ciò che faccio.”
“La spinta ad essere più competitivo è una cosa molto stimolante per me, non saprei, almeno
adesso, come farne a meno.”
“Non è solo una caccia al titolo mondiale: è una passione molto più vasta. E che richiede un
enorme concentrazione.”
“Io voglio avere la macchina migliore possibile, per poter vincere.”
“Io non potrei mai, una volta smesso di correre, avere un futuro in F1, come hanno fatto molti
miei colleghi. Ho troppe cose buone dall’altra parte della mia vita per scegliere di restare
sempre in F1”
“Mi piacciono i circuiti cittadini perché ti obbligano ad una guida molto pulita, costantemente al
massimo della concentrazione.”
“Per gareg Formu