2003 Heriberto Herrera

2003 – Allenatori Inter

Heriberto Herrera era un paraguaiano che, come oggi l’argentino Cuper all’Inter, arrivò alla Juve
dopo aver allenato un po’ di squadre spagnole. Nei titoli diventava H.H.2 per distinguerlo da H.H.
cioè Helenio Herrera, l’Herrera vero dicevano gli interisti. Nel 1967 vinse uno scudetto preso per i
capelli, ma sempre scudetto.
Alto e magro, aveva la faccia di una prugna secca e parlava uno spagnolo più duro del tedesco. La
sua fede tattica era il “movimiento”, correre obbedire e combattere.
Da mistico della preparazione atletica e da collettivista degli schemi, Heriberto finì ben presto a
pesci in faccia con l’argentino Omar Sivori, uno dei più lucenti assi di tutti i tempi e uno dei più
renitenti ai caporali di panchina. Tra i due era un conflitto di pelle, non si sopportavano proprio.
Ogni volta che vedo o sento Cuper, ripenso in qualche modo a Heriberto. Uomini per bene, tecnici
seri, grandissimi lavoratori, su questo non ci piove. Però.
Però un po’ fanatici, forniti dell’elasticità di un paracarro, psicologicamente fermi all’età della
pietra. Nel guidare un gruppo di super professionisti, avrebbero sempre ragione da vendere quando
privilegiassero “la squadra”, ma a patto di riconoscere da parte loro che i campioni non sono fatti in
serie né funzionano esattamente come pezzi di ricambio.
Il talento va assecondato. Arte quest’ultima nella quale eccelsero ad esempio Nereo Rocco
(campione d’Europa) e Enzo Bearzot (campione del mondo).
Se è ridicolo trattare i giocatori di maggior classe come tanti cocchi di mamma, sarebbe ottuso
scambiarli per tanti anonimi robot. Con tutto il rispetto, Schevcenko non è Gattuso e Del Piero non
è Juliano, come Vieri non è Kallon o Signori non è Paramatti né Montella è Cufrè.
A volte, soprattutto il gol è uno stato d’animo.
Cuper poi ha una specialità. A torto o a ragione, far girare le balle ai migliori centravanti di volta in
volta a sua disposizione. Prima Ronaldo, adesso Vieri!
Per una scemenza o per l’altra, il risultato è sempre lo stesso. Caporalato di giornata.
Se perfino uno come Vieri può diventare una scocciatura logistica per Cuper, forse Heriberto Cuper
diventerà un problema per l’Inter. Meno male che Massimo Moratti si sente protetto da Padre Pio.