2002 settembre 8 Donne Sophia Loren

DOMENICA 1

Donne

Sophia Loren, 68 anni, attrice:”Io non sapevo come si educano i figli, perché io stessa non ero stata
educata:mamma e nonna non avevano tempo, imparavo a vivere guardandole arrabattarsi per
rimediare agli stenti. La mia infanzia è stata un’esperienza negativa, con la guerra, i marocchini, la
povertà, la mancanza di un padre. Però tra noi c’era molto amore, così non sono diventata una
persona amara.” ( a Natalia Aspesi, “Repubblica”)
Maria Callas, soprano,1923-1977:”Volevo dei figli, e i miei figli sono stati quelli di Medea e di
Norma.”( a Gaetano Afeltra, “Corriere”)
Paolina Bonaparte, duchessa, 1780-1825:”Bambini? Preferisco cominciarne cento piuttosto che
finirne uno.” (da “Focus”)
Margaret Mazzantini, scrittrice:”Poiché il mondo è scadente si stampa una gran quantità di libri
scadenti.” (da “Il Venerdì”)
Etty Hillesum,ebrea di Amsterdam, morta a 29 anni a Auschwitz:”Non siamo nient’altro che botti
vuote in cui si sciacqua la storia del mondo.” (da “Diario 1941-1943”, editore Adelphi)

LUNEDI’ 2

Fenice/1

Il sindaco di Venezia, Paolo Costa, mi conferma:” Fenice a posto a Natale del 2003”. Gli voglio
credere.

MARTEDI’ 3

Scandalo/2

“Film scandalo a Venezia”. Nemmeno l’acqua alta è così puntuale.

MERCOLEDI 4

Punto primo

Negli ultimi 50 anni la popolazione mondiale è più che raddoppiata, superando la soglia dei 6
miliardi di abitanti. Nel 1937,anno cui sono anagraficamente affezionato, i cinesi erano 452
milioni; adesso la Cina si dichiara contenta se nei prossimi 50 anni ce la farà a restare entro il
miliardo e mezzo di popolazione. ( Fonte:Atlante del Novecento,Utet)
Per limitare la bomba demografica, i cinesi praticano da tempo il controllo delle nascite. Dura legge
ma legge.
La coppia europea fa in media un figlio e mezzo a testa, facendo sì che il vecchio continente sia
ancora più vecchio. Oltretutto, gli studiosi documentano che nel 1900 una persona su quattro al
mondo era europea mentre ,nel 2000, una su otto ma c’è chi predice che, stando ai dati tendenziali
di oggi, nel 2050 sarà forse una soltanto su 16.
Una rivoluzione; anzi, un altro mondo.
Secondo un’altra stima, nello stesso anno 2050 metà degli italiani potrebbe avere più di 58 anni
mentre, ad esempio, metà della popolazione irakena meno di 33. I Paesi industrializzati hanno

crescita zero;i Paesi in via di sviluppo stanno anch’essi riducendo il numero medio dei figli per
coppia ma hanno ancora tante/troppe mamme, se così si può dire.
Per questo, pur diminuendo quasi ovunque la fecondità, cresce tuttora la popolazione mondiale. Ma
che siamo già in troppi è simboleggiato anche dal numero dei rappresentanti dei 189 Paesi al
Vertice di Johannesburg sulla Terra: 60.000, dico sessantamila. Tra delegati, accreditati e
partecipanti, è il doppio degli abitanti della mia Castelfranco, non so se mi spiego.
Forse servirebbe una grande campagna globale di contraccezione sotto l’egida dell’Onu per
inchiodare alla crescita-zero almeno le delegazioni! Spiritosaggini a parte, mi domando perché non
si metta mai al primo posto dello sviluppo globale la pillola gratis,il preservativo gratis,
l’educazione sessuale gratis, tutto ciò che favorisce la fecondità responsabile e la maternità
sostenibile. Gratis.
L’eco-scrittore Gianfranco Bettin dà una risposta. A Johannesburg i conservatori delle Chiese, con
in testa cattolici e islamici, sono riusciti a far bocciare anche un tiepidissimo documento sul
controllo delle nascite.” Lo si fa – precisa Bettin- ma non lo si dice.”
L’ipocrisia è l’arma dei reazionari, sia religiosi che laici. Ci sono chiese o fette di chiese
lungimiranti, e chiese tradizionaliste o fondamentaliste tanto miopi quanto influenti. C’è il
capitalismo previdente e ci sono forze economiche insensatamente interessate a una forza-lavoro a
bassissimo costo produttivo anche se ad altissimo costo umano.
Interessi divergenti convergono per occultare la questione .“ E il papa – mi aggiunge Bettin- è
coscienza sensibilissima, ma su questo tema è fermo.”
Sul rischio demografico è fermo il Vaticano, dopo Paolo VI.

GIOVEDI’ 5

Monaco 1972

Pochi chilometri a nord di Monaco, c’era il lager nazista di Dachau, dove furono eliminati 70.000
prigionieri. Primo fra i campi di sterminio, nel 1933 era stato voluto da Himmler, prefetto di
Baviera.
Due giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi del 1972, gli atleti della squadra israeliana vi si erano
recati in pellegrinaggio per una visita nella memoria collettiva. Erano in 29, non in 30 perché un
marciatore di cui ricordo soltanto il nome, Saul, non se l’era sentiva di andare al campo a
incontrare vecchi incubi: lui, da bambino, era stato internato a Bergen-Belsen, altro mattatoio
hitleriano, anche se si era insperabilmente salvato.
Di quei 30 atleti presenti ai Giochi di Monaco, soltanto 19 ritornarono a casa in Israele:11 furono
ammazzati dai terroristi palestinesi di “Settembre nero”, penetrati nel villaggio olimpico verso le 5
del mattino del 5 settembre , giusto trent’anni fa.
Per primo, finirono con una raffica un allenatore dei lottatori che era una montagna d’uomo come
Primo Carnera. Poi sventrarono a coltellate un pesista.
La palazzina numero 31 in cemento stava all’inizio di Connollystrasse, che percorrevo più volte al
giorno tutti i giorni. Proprio là davanti, il sovietico Valery Borzov mi aveva firmato l’autografo
con il cognome e un simpatico 10” a fianco, che era il suo magnifico tempo sui cento metri piani.
I tedeschi offrirono ai terroristi anche una montagna di marchi; ma loro pretendevano la liberazione
di oltre 200 guerriglieri palestinesi detenuti in Israele,nient’altro. Noi giornalisti sapevamo soltanto
una cosa: che la Germania non avrebbe mai lasciato partire i palestinesi con gli ostaggi.
Sul Gazzettino lo chiamai “attacco-kamikaze”, e certo non potevo nemmeno vagamente
immaginare che oggi sarebbe stato l’arma terroristica più in uso tra i palestinesi . Dopo 15 ore di
impossibile trattativa,quella sera all’ora di cena ebbi fortuna giornalisticamente parlando.
Al riparo di un piccolo dosso stavo disteso con la pancia sull’erba a meno di ottanta metri dalla
palazzina, quando gli otto terroristi con passamontagna grigi o scuri uscirono per far salire uno ad

uno gli ostaggi israeliani su un pullman. Li avevano legati ai polsi con dei fazzoletti rossi; e credo
che tutti undici avessero già smesso di sperare in qualcosa.
Mai visto da parte mia nulla di più odioso, mentre sfilavano in un silenzio da cecchini. Nei pochi
minuti , ne sono ancora sicuro, ero più attento a guardare che a pensare.
Ogni gesto appariva calmo come la morte e ineluttabile come il fato,anche se la scena era occupata
dall’impotenza, ciò che esattamente si propone di produrre ogni terrorismo. Ma , dall’aeroporto
militare di Monaco, il Boeing 727 tedesco in finta attesa non sarebbe mai decollato con gli atleti
israeliani.
Morirono tutti , legati, sparati,bruciati, minati, esplosi,senza poter muovere nemmeno uno dei loro
poderosi muscoli. Allo Stadio olimpico,durante la cerimonia funebre, fu suonata l’Eroica di
Beethoven.
Il blitz notturno era stato un flop. Le forze speciali sembrarono più che altro di complemento; le
teste di cuoio risultarono impreparate a tutto, eppure è da allora che si cominciò a guardare con
occhi meno distratti al terrorismo.
Almeno una paura fu subito chiara: se non avevano risparmiato nemmeno la pax olimpica,
avrebbero potuto colpire qualunque obbiettivo civile sempre e ovunque. Impensabilmente, l’11
settembre era già cominciato.

VENERDI’ 6

Meteo

Tanta acqua, poca uva, scarso vino.

SABATO 7

La citazione

Lorenzo Pellizzari e Claudio M.Valentinetti da “Il romanzo di Alida Valli”, Garzanti editore.
“Secondo un referendum di fine ’39, apparso su “Cinema” il 10 febbraio 1940,l’attrice che piace di
più agli italiani è Assia Noris (con 9250 voti), ma Alida Valli la segue a ruota (8991). Fra gli attori,
Amedeo Nazzari fa l’en plein con 19.020 voti, su Fosco Giachetti ( 5481) e Vittorio De Sica (4209).
In quello strano,difficile 1940, Alida Valli è già la “fidanzata d’Italia” senza aver girato nulla di
particolarmente eccezionale.Ha viceversa un ammiratore d’eccezione.
Secondo il figlio Vittorio (in “Vita con mio padre”), Benito Mussolini concentrava le proprie
preferenze su tre nomi di attrice:nell’ordine, Greta Garbo, Alida Valli e Lilia Silvi, anche se le sue
serate cinematografiche nella saletta privata di Villa Torlonia avevano un che di tragicomicamente
insolito:”Generalmente vedeva i film in una strana posizione dovuta ai suoi dolori di stomaco
(appoggiava la schiena alla spalliera di una sedia, contraeva le gambe verso il ventre spingendo lo
stomaco all’infuori e situava la mano dietro la cintura o dietro la testa)”.
Non male per un grande amatore dalle molte avventure, al quale si sarebbe attribuita persino una
“storia” con la seconda fra le attrici citate…”