2001 maggio 11 Il governo/6

2001 maggio 11 – Il governo / 6

Io cittadino qualunque prendo la scheda e mi reco a votare sapendo che ogni voto, anche il più
marginale, ha pari dignità: si conta non si pesa; è una scheggia di sovranità popolare non un’azione
di capitale sociale. Per questo non esistono voti inutili, ma soltanto utili, fossero anche il più
perdenti.

Trascorse le 22 del 13 maggio, io cittadino qualunque avrò un governo, che forse non ho votato o
forse sì, ma che sarà il governo del mio Paese, dei miei ospedali, delle mie pensioni, dei miei
risparmi, della mia famiglia, del mio lavoro, della mia sicurezza, delle mie strade, del mio Pil e dei
miei doveri. Che, in quel segreto minuto elettorale, gli abbia votato contro o a favore, dalle 22 del
13 maggio sarà il mio governo, sostenuto da una buona maggioranza e controllato da una buona
opposizione, a mia garanzia.

Anche se governerà chi non ho votato, spero che governi bene, stabilmente e con successo. Nel
nome dello schieramento o della coscienza, io cittadino qualunque voto chi mi pare ma, dal giorno
dopo, conto che qualunque governo riesca a migliorare il mio Paese e a non farmi pagare i suoi
fallimenti.

La democrazia è un’arte liberale.