2001 Aprile 16 Friulani

2001 Aprile 16 – Friulani

Ex vescovo di Belluno e Feltre, oggi arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, friulano, ha
dichiarato al Messaggero veneto: “Il Friuli è particolarmente povero di un valore di base, e cioè il
senso profondo del vivere; così c’è il rischio di adagiarsi su un consumismo banale, che offusca gli
ideali, che non stimola i giovani e che non dà il coraggio del dono della vita. Anche per questo c’è
denatalità”.

Capisco l’arcivescovo, ma evidentemente conosco da sempre un altro Friuli, semmai ricco di senso
del vivere. Oltretutto, nel giudizio che ho citato, si potrebbe sostituire Friuli con Veneto o con Emilia
Romagna senza spostare una virgola della sostanza che a me sembra esistenziale non locale.

Fino a ieri la povertà, e che povertà (leggere Turoldo per credere), aveva le mani in pasta con la
trascendenza: i poveri sono più propensi a sollevare lo sguardo al cielo, perché si aspettano un dove
provvidenziale che qui non hanno mai trovato. Il benessere tiene gli occhi più sulla realtà: le cose
danno al ricco almeno un indizio di felicità, tutta immanente, orizzontale, al contrario di Dio, verticale
per essenza.

Nascono meno figli, si consacrano meno preti. Sono tante le denatalità, non tutte riconducibili al
consumismo.

Se gli schèi celano Dio, sarà una tragedia per la Chiesa; se gli schèi monopolizzano l’etica, è un
dramma per la società. Ma non c’entrano i friulani o i veneti o i romani in quanto tali.

Almeno io, non credo proprio.