1995 settembre 16 Due pensieri e due reazioni

1995 settembre 16 – Due pensieri e due reazioni

Un anno e mezzo fa l’”Unità” dedicò una pagina a Berlusconi dal titolo “Tutte le bugie di Silvio in
tv”. Berlusconi aveva affermato: “E’ un’inchiesta pretestuosa, non si sono prove contro di me, solo
sospetti miseramente caduti. Una campagna fatta sul nulla”.

L’”Unità” gli replicava: “Falso. Il reato sul quale si indaga è quello di concorso in corruzione per
tangenti di 330 milioni di lire pagate alla Finanza per Mondadori, Videotime e Mediolanum sulle
ammissioni rese a verbale dal responsabile di servizi fiscali della Fininvest Sciascia e da Paolo
Berlusconi. L’inchiesta non è chiusa”.

I tempi evidentemente corrono e oggi il Pds ricorda Berlusconi più che “L’Unità” di allora! Nei
comunicati e nelle dichiarazioni del Pds, oltre che delle Coop, si sono sentiti giudizi di questo tipo a
proposito dell’inchiesta del pm Nordio: “ Un atto politico, un gioco al massacro, uno sgangherato
castello accusatorio, una tesi abbastanza rozza, motivazione ridicola, accusa esilarante e pretestuosa,
siamo a Ridicopoli, finora è stato tutto un bluff”.

Nell’inchiesta di Nordio non si parla di tangenti, non si da del ladro o del corrotto a nessuno. Si, viene
prospettata un’ipotesi pesante, di massiccio finanziamento illegale al Pds e si pone la necessità di
indagare a fondo: perché uno Scacscia basta ad inchiodare un Berlusconi e perché un Agostino
Borrello, interrogato a Milano e a Venezia, dovrebbe valere zero come testimone se l’argomento
diventano le Coop rosse?.

Ogni inchiesta può chiudersi con il rinvio a giudizio o l’archiviazione; ogni processo con la condanna
o l’assoluzione: questo è chiaro e ovvio. Ciò che a noi appare oscuro e impervio è il metodo, da parte
del partito della “questione morale”, di demolire un magistrato come aperitivo per entrare nel merito
delle accuse.

Come tutti, anche Nordio può sbagliare, ma i nostri cronisti di giudiziaria non hanno ancora raccolto
indizi che si sia bevuto il cervello. Da affittopoli alle Coop rosse, il Pds è troppo nervoso: l’innocenza
richiede semmai tutto il lume della ragione.