1995 luglio 16 L’Occidente non sa cosa fare

1995 luglio 16 – L’occidente non sa cosa fare

L’occidente tiene a memoria due recentissime lezioni. La guerra del Golfo ha insegnato che, per
vincere, bisogna mettere in campo centinaia di migliaia di uomini; la Somalia che non basta
intervenire per risolvere una crisi.

La paralisi dell’Onu, l’insussistenza dell’Europa, i disarmati muscoli della Nato, non sono frutto della
viltà. Forse sono anche peggio, cioè puro calcolo dei costi e dei benefici, ma vengono da molto
lontano e sono politici.

La caduta dei Muri e delle Ideologie ha aperto la fase del disordine mondiale: dalla strategia dei
blocchi (sul filo dell’olocausto nucleare ma stabile) a quella del mondo frantumato (globalmente
meno pericolosa ma instabile). L’America che resta la madre di ogni possibile intervento, decide oggi
in base a spinte interne come ieri sulla scorta di equilibri internazionali.

Ciascuno è tornato a casa e, per uscirne, vuole sapere perché farlo, cosa gli costa, quante bare mettere
in conto, quale intervento concreto difende. La Bosnia coglie il mondo in questa sua fase “post”,
debole e scoordinato; con la sua irrazionalità, la Bosnia rappresenta l’apice del disordine globale.