1995 aprile 20 La rivincita della par condicio

1995 aprile 20 La rivincita della par condicio

Ho sempre creduto alla legge che affiora dalla coscienza. Ragion per cui diffido per istinto di tutto
ciò che sa di vincolo, intimidazione o divieto.
Questo per dire che nessun giornalista degno del lavoro che fa poteva battere le mani alla “par
condicio”, l’oggetto più misterioso della politica italiana di tutti i tempi. La “pari opportunità”,
soprattutto in tv, non dovrebbe immiserirsi tra censori e penitenze, ammende e oscuramenti. Ci vuole
ben altro.
Ciò premesso, bisogna ammettere che la par condicio si è però presa la sua bella rivincita. Nel senso
che, nonostante le tante pecche, ha involontariamente dimostrato totale coerenza con il tipo di voto
di domenica.
Se si fosse trattato, come sulla carta, di elezioni davvero amministrative; se gli elettori fossero stati
chiamati a scegliere in base alle persone e alle realtà locali, la par condicio avrebbe rovinato tutto.
Non credo di esagerare: la raffica di no a spot, pubblicità e propaganda elettorale, ha reso sconosciuta
la gran massa dei candidati.
Ma non è andata così. La politica ha violentato come non mai il voto amministrativo, a tal punto che
sindaci o presidenti di regione e di provincia risultano pure maschere, pretesti, convitati di pietra.
Conoscerli bene, poco o nulla, è diventato giorno per giorno del tutto secondario rispetto al simbolo
e soprattutto allo schieramento. Con il voto politicizzato al 100%, i limiti posti dalla par condicio non
si sono mai fatti sentire o, meglio, nessuno si è accorto che esistessero. Chi protesta, fa scena e basta.
A che cosa e a chi sarebbe servito farsi conoscere in tv se fra tre giorni è come se in ogni regione,
città e paese votassimo per essere amministrati da Berlusconi, D’Alema, Fini e Bossi in persona?
L’esercito degli sconosciuti non ha perso niente e ha risparmiato una barca di soldi.
Nemmeno gli elettori hanno perso qualcosa. Essendo stati spinti a forza al “voto politico”, gli italiani
hanno potuto fare il pieno. In tv e sui giornali di politica se ne è vista e letta anche troppa. O no?