1994 novembre 29 Più vecchi, più poveri e allora?

1994 novembre 29 – Più vecchi, più poveri, e allora?

Ci trovavamo a Trento per la presentazione del suo ultimo libro. Una signora chiede a Enzo Biagi: che
cosa possiamo augurare ai nostri figli? E lui, sorridente, di getto: «Intanto, che diventino vecchi!». I
nuovi dati sulla longevità umana lasciano prevedere che potranno diventare vecchissimi. In un solo
secolo la vita media è salita da 45 a oltre 70 anni, con l’Italia piazzata tra i Paesi più longevi. Da noi le
donne superano già gli 80 anni, gli uomini si avviano a 74, sempre come aspettativa di vita media. Gli
ultimi studi del Cnr segnalano che il 2000 terrà a battesimo il millennio degli anziani, come del resto in
tutti i Paesi più industrializzati. Crescita zero per i figli; età da matusalemme per i vecchi. Una bomba
demografica alla rovescia, che rivoluziona costume, lavoro, sanità, previdenza. Diventare sempre più
vecchi rischia incredibilmente di trasformarsi in una colpa, un peso, un carico insostenibile. Soprattutto
nel momento in cui i dati sull’allungamento della vita media si incrociano con la riforma delle pensioni,
tutto sembra congiurare contro il bilancio dello Stato: persino i progressi della medicina. Non solo.
Saremo più vecchi, ma siamo ancora troppo poveri. Certi dati aggiornati ieri dalla Caritas sono
impressionanti. C’è tanta gente povera nell’Italia del benessere, una famiglia su cinque al sud, milioni di
persone sulla soglia della povertà, redditi da fame, bambini che non conosceranno mai, mai nella vita, le
pari opportunità della scuola, cioè l’equità nei punti di partenza e nei diritti di cittadinanza. Quella vera,
non quella finta. Fanno bene De Benedetti e Agnelli a invocare la riforma “strutturale” delle pensioni
contro decenni di incoscienza, durante i quali le cicale si sono mangiate le formiche. Ma nessuna riforma
potrà girarsi dall’altra parte per non vedere gli squilibri della società italiana. Abbiamo bisogno di uno
sforzo immane di efficienza e di solidarietà. Non sono valori inconciliabili.

29 novembre 1994