1994 Novembre 23 Ma la legge è uguale per tutti

1994 Novembre 23 – Ma la legge è uguale per tutti

Primo l’azione penale è obbligatoria. Se un pm seppellisce un’inchiesta, ritorniamo alla giustizia
bendata. Non sono più tempi.
Secondo la legge è uguale per tutti. Nel nostro Paese era diventata una litania senza contenuto: oggi
non più.
Terzo la degenerazione della politica aveva infettato negli ultimi vent’anni tanto l’economia quanto
la macchina dello Stato. Ne sanno qualcosa Agnelli, Romiti, De Benedetti, i poveri Gardini e
Cagliari, il fiore all’occhiello del capitalismo privato e pubblico. Sarebbe stato stupefacente che la
Fininvest, oltre undicimila miliardi di fatturato, un’ascesa portentosa, ottimi appoggi politici, fosse
risultata indenne da qualunque tentazione.
La partitocrazia praticava la concussione su vasta scala; la burocrazia e l’economia vi si adeguarono
aggiungendo qualcosa in proprio. L’inchiesta sulla Fininvest è l’ultimo cascame della prima
Repubblica, la materializzazione degli “interessi” che l’opinione pubblica ritiene ora in conflitto con
la nuova veste di Berlusconi. Istituzionale e politica.
Noi non ci siamo mai sostituiti ai tribunali nell’emettere sentenze. Aspettiamo anche questa volta,
con fiducia.
Su questo giornale un pm in servizio permanente effettivo, Carlo Nordio, ha spiegato perché un
avviso di garanzia non sia una buona ragione per dimettersi da una carica politica. E’ questa la
regola del garantismo liberale.
Non fa dunque una grinza il proposito di Berlusconi di dimettersi soltanto in presenza di un voto di
sfiducia in Parlamento.
Siamo dello stesso avviso, perché i poteri restino separati e la sovranità popolare al di sopra di tutti i
poteri, giudiziario compreso.
Ma la questione è soltanto spostata. Spetterà alla maggioranza decidere, a Finanziaria approvata, se
un’accusa di corruzione possa galleggiare sul primo presidente del Consiglio della seconda
Repubblica. Dobbiamo difendere la lira, il pane, l’avvenire di questo nostro Paese, ma anche la sua
reputazione.
La violenza del discorso televisivo di Silvio Berlusconi lacera ancora.