1994 maggio 11 Ma c’è un po’ troppa Fininvest

1994 maggio 11 – Ma c’è un po’ troppa Fininvest

Scoperta dell’acqua calda: è un governo di coalizione. Dunque di compromesso tra forze o nuove di
zecca (Forza Italia), o per la prima volta legittimate (Alleanza Nazionale), o residuali rispetto al vecchio
(neocentristi ex-dc, liberali riformisti), o approdati dalla contestazione del sistema alla domanda di
governo (Lega Nord). Pretendere che la politica italiana faccia la rivoluzione senza pagare contraddizioni
è ingenuo. Fingere che il salto da un sistema all’altro possa avvenire in pantofole, è addirittura puerile.
C’è un ministero che segnala in modo clamoroso il ruolo di transizione di questo primo governo della
seconda Repubblica: quello degli Interni. Il simbolo per eccellenza dello Stato centralista, affidato a
Maroni, uomo di punta del movimento che lavora esattamente per il contrario, cioè per il massimo di
Stato federalista. Non a caso accade tutto per la prima volta. Compresa la lettera del Capo dello Stato al
presidente del Consiglio per chiedere garanzie a poche ore dalla presentazione della lista dei ministri.
Non poteva essere altrimenti se solo si pensa alla presenza nel governo di esponenti di Alleanza
Nazionale (ex-Msi). Come dire che mezzo secolo di esclusione, non solo dal potere ma dallo stesso titolo
al potere, passa ufficialmente in archivio come reperto storico. C’è un po’ di tutto in questo governo.
Facce nuove a stragrande maggioranza, ma anche Mastella. Noi troviamo molto confortanti un garantista
come Biondi alla Giustizia, un uomo di straordinaria competenza come Tremonti alle Finanze, un
efficientista come Costa alla Sanità, uno esperto internazionale come Martino agli Esteri. Un aspetto non
ci convince: c’è troppa Fininvest, troppi uomini che nascono con il Berlusconi industriale e non con il
Berlusconi politico. Il che sta a provare che Forza Italia è per ora uno straordinario successo elettorale di
Berlusconi, non ancora un movimento che fa soltanto selezione politica. Anche questa è transizione.
Verso altro.

11 maggio 1994