1994 luglio 28 Lo scontro si spiega soltanto se…

1994 luglio 28 – Lo scontro si spiega soltanto se…

Chi può dare torto a Scalfaro quando ribadisce che nessun potere dello Stato può sormontare l’altro?
Chi può contestare Berlusconi quando asserisce che ciascuno, magistrati compresi, deve fare il
proprio mestiere? Ma il problema sul tappeto è di altra natura.
Un potere esecutivo che avvia la legislatura cercando la rotta di collisione col potere giudiziario
finisce con lo stressare proprio quel giusto equilibrio invocato dagli stessi Scalfaro e Berlusconi.
Diventa poi difficilissimo immaginare cinque anni di governo quando il Presidente del Consiglio
individua addirittura nei procuratori della Repubblica, prima ancora che nei pm, la maschera
dell’opposizione politica, non la garanzia della legalità.
Tanta aggressività sul tema della giustizia non può che ripercuotersi su tutta l’azione di governo. Che
avrebbe invece bisogno di un Parlamento responsabilizzato di fronte al cumulo di problemi, non di
Camere destinate a diventare una corrida legislativa tra maggioranza e opposizione, ma non solo:
all’interno della stessa maggioranza, con l’aggravante di un Senato dove il governo deve per forza
chiedere i voti che le elezioni di marzo gli hanno negato.
Ci sono gesti e atti che non si riesce a capire. Tuttavia, avendo a che fare con gente furba e navigata,
una qualche spiegazione ci deve essere. Ebbene, tanti misteri si diradano di colpo se la
radicalizzazione dello scontro fosse ritornare alle urne.
Tutti naturalmente smentiscono, ed è arcinoto che in queste condizioni votare sarebbe davvero un
salto nel buio oltre che l’esatto contrario della domanda pressante di governo che viene dai cittadini.
Nostra impressione è che, se ciò accadesse, l’elettorato punirà che si è sottratto al dovere di governare
o lo ha impedito.
Un sondaggio di ieri dell’indipendente SWG di Trieste rivela ad esempio che, in caso di voto
anticipato, tre elettori su dieci di Forza Italia non rinnoverebbero il consenso di marzo. L’opinione
pubblica è dunque reattiva la sua scelta instabile: Silvio Berlusconi ci pensi sopra due volte.