1994 agosto 24 La sinistra prossima ventura

1994 agosto 24 – La sinistra prossima ventura

Bossi adotta la tattica del fiume carsico. Appare e scompare: in questa fase vive in immersione. Dopo le
pacche sulle spalle di Arcore, Berlusconi non sembra più un bersaglio per lui. In agosto ha scelto un fair
play addirittura inconsueto per un ruspante della sua razza, tanto da bazzicare la Costa Smeralda con la
stessa familiarità riservata alla valle varesina. In realtà cambia poco o nulla. Bossi viaggerà per un bel
pezzo a doppio binario: il governo e la politica; la tattica e la strategia. Se boicottasse ora questo governo,
si giocherebbe ogni affidabilità personale. Non solo, provocherebbe la diaspora della Lega. Ciò non toglie
che stia lavorando per una fase successiva, ancora abbozzata, forse confusa, probabilmente rischiosa, ma
inevitabile. Bossi sembra lasciare a Berlusconi il monopolio del populismo di destra, rivendicando a sé
e alla Lega il ruolo di unica forza popolare davvero alternativa, la sola federalista fino al midollo. Il
progetto è ambiziosissimo e allo stato nascente. Sostituirsi in pratica all’attuale Sinistra, ancora troppo
lenta nell’uscire dall’ideologia, troppo disinvolta nel definirsi liberal-democratica, troppo ancorata alla
vecchia forma-partito. La Sinistra persevera nell’errore di considerare Bossi un guastatore nella
maggioranza, quello che, con un vecchio epiteto, da prima Repubblica, si chiamerebbe un “utile idiota”.
Non ha messo a fuoco che Bossi è il suo vero concorrente e che anche il termine “progressista” è esposto
a rapidissime mutazioni e non è più monopolio dei post-comunisti. È proprio una nuova Sinistra il sogno
di Bossi, sganciata, per la prima volta nel dopoguerra, dall’egemonia del Pds e della cultura marxista.
Anche perché sarebbe l’unica strada che gli consente di uscire dalla prigione del Nord, andando a caccia
di voti «popolani» anche sotto il Po. Non per nulla Fini appare sempre più vicino a Berlusconi, mentre
Bossi si allontana sempre di più da Alleanza Nazionale. Non è un gioco d’agosto, ma un presagio politico.

24 agosto 1994